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lunedì 20 dicembre 2010

Don Gallo: liberarsi dalla necessità del carcere

Brescia 11 dicembre 2010
Sotto le mura del carcere di Canton Mombello è stato organizzato un presidio per protestare contro le condizioni carcerarie, denunciando le scarse condizioini igienico -sanitarie (presenza di scabbia e altre malattie infettive fra i detenuti), il sovraffollamento (548 detenuti presenti contro i 206 per cui il carcere è abilitato come "ordinaria presenza", con un massimo di sovraffollamento ufficialmente "tollerabile" di 296, come spiega il Mario Fappani, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Brescia). Sono stati denunciati casi di estremo sovraffollamento, con un numero di 14 detenuti in 20 metri quadri, ricorda Giuseppe Corioni, mentre Katia De Col sottolinea che il carcere di Canton Mombello è il terzo carcere d'Italia nella classifica degli orrori.
Don Andrea Gallo è venuto sotto le mura del carcere per esprimere tutta la solidarietà ai detenuti del carcere di Brescia , denunciando un sistema carcerario nazionale vecchio e inadeguato, che vìola i più elementari diritti umani. Inoltre ha incitato tutti a r-esistere... r-esistere... r-esistere..., per costruire una società più giusta, dove si rispetti e si applichi la Costituzione, che spesso viene violata in nome di una falsa democrazia che fa sempre gli interessi dei più forti e dei più ricchi: una Costituzione che, non si deve mai dimenticarlo, è principalmente antifascista. Don Gallo, rivendicando di essere stato partigiano, conclude: "L'antifascismo non è un optional.
Il presidio è stato organizzato lo stesso giorno della manifestazione dei migranti, che doveva a sua volta concludersi unendosi al presidio sotto il carcere. La questura ha prima imposto che la manifestazione dei migranti si concludesse alla stazione di Brescia, e poi ha chiuso le strade in direzione di Canton Mombello, per ostacolare l'afflusso dei manifestanti verso il carcere, anche alla spicciolata."
Qui sotto il video con don Gallo, Mario Fappani, Giuseppe Corioni, Katia De Kol.
Vedi su You Tube il canale di clemenzap


giovedì 16 dicembre 2010

Ritorna il giornalino della federazione

Dopo quasi due anni di assenza torna il giornalino della Federazione di Brescia di Rifondazione Comunista. Si tratta di un numero sperimentale, per il quale recuperiamo la testata "La sinistra". Il titolo , come ci si avvide poi, e come qualcuno aveva subito ipotizzato, alludeva allora al progetto di soppressione di Rifondazione Comunista. Ora esso sembra essere in linea con il nuovo progetto di Federazione della Sinistra, dentro al quale potrebbero trovare la loro collocazione le varie forze che condividono la valutazione politica che l'attuale crisi economica, politica e morale non può trovare soluzione negli attuali assetti sociali.
In questo senso crediamo che il termine-concetto di Sinistra conservi tutta la sua validità.
Se infatti è vero che, con la caduta del muro di Berlino, è finito il modo con cui la contrapposizione destra-sinistra si era configurata dalla Rivoluzione russa in avanti, non è affatto finita la contrapposizione tra espropriati ed espropriatori. Anzi, finito l'effetto dissuasivo che a suo modo l'URSS svolgeva nei confronti del capitalismo, si è assistito ad un assalto senza precedenti contro tutte le conquiste che i lavoratori avevano strappato nei due secoli precedenti, con uno scatenamento della "fame divorante" di pluslavoro che sta portando, ed in alcuni casi ha già portato, ai livelli di quando Marx la nominava a proposito dei "principati danubiani" (Valacchia, cioè Romania, e Moldavia, guarda un po'!). Pensiamo solo ai lavoratori stagionali di Rosarno, o di altre situazioni dei settori "poveri" dell'economia, che sono alla fine i settori dove primariamente avviene l'estrazione di dosi eccezionali di plusvalore reale. Ma pensiamo anche all'attacco "transatlantico" che Marchionne sta portando alla generalità dei lavoratori.
Al vertice supremo della estrazione di plusvalore, si è assistito alla creazione spropositata di plusvalore fittizio, con le varie tecniche, mutui, bonds, derivati, eccetera, che perfino il Tremonti finge di condannare, gonfiatura che ha portato alla esplosione della crisi finanziaria in cui stiamo sempre più precipitando.
Credo che questi esempi possano bastare per indicare la suprema attualità della parola-concetto di Sinistra, che, anzi, tende a ridursi sempre più alla contrapposizione marxiana tra espropriati ed espropriatori, dove Destra sta appunto ad indicare chi sta dalla parte degli espropriatori, e Sinistra chi sta dalla parte degli espropriati.
Questo "numero zero" contiene:
La trascrizione sintetica dell'intervista di Ferrero sotto la gru, che i frequentatori di questo blog già conoscono bene
Una brevissima presentazione del progetto della "Federazione della sinistra"
Un sommario antologico del contributo del lavoro migrante alla economia italiana secondo la Banca d'Italia
Una analisi della logica intrinseca della "sanatoria-truffa" come operazione sistematica di caccia all'uomo di tipo para-nazista
Una mini-analisi della costruzione delle condizioni legislative che consentono questa "caccia alle persone"
La testimonianza che i "ragazzi della gru" hanno portato con la loro viva voce al Comitato Politico Provinciale di Rifondazione Comunista del 30 novembre
Due casi emblematici della gestione finanziarizzata della economia, che ha portato alla crisi "artificiale" di due aziende storiche del bresciano, l'Ideal Standard di via Milano, a Brescia, e la cartiera Burgo di Toscolano.
Qui, e battendo sulla immagine sottostante, potete scaricare l'intero giornalino in formato pdf.


mercoledì 8 dicembre 2010

Sabato 11 dicembre nuova manifestazione contro la sanatoria-truffa

Si conferma che sabato 11 dicembre a Brescia si terrà la manifestazione dei migranti - per non disperdere il risultato politico di mobilitazione contro il razzismo istituzionale finora conseguito, per continuare a dare un supporto politico e di massa agli obiettivi specifici di contrasto immediato alle ingiustificate esclusioni dalla "emersione-truffa" del 2009, per il riconoscimento dei diritti universali dei lavoratori, per la saldattura tra la condizione dei lavoratori migranti con la precarizzione generale del lavoro, di cui l'esistenza di una massa di lavoratori senza alcun diritto è un potentissimo supporto, se non addirittura un presupposto.
Appuntamento in Piazza Loggia a Brescia alle ore 15.00.

Qui sotto l'incontro del Comitato Politico Federale di Brescia con i ragazzi della gru


domenica 5 dicembre 2010

Adro - Rimuoviamoli tutti

Sabato 4 dicembre si è tenuta ad Adro la manifestazione indetta dal comitato contro i simboli padani nella scuola. Infatti, contrariamente a quanto poteva sembrare agli impasturati dai mass-media, la questione non era (e non è, fino alla effettiva rimozione fisica) risolta in modo definitivo. Infatti al preside era stata lasciata in mano la patata bollente da parte delle autorità statali, che si erano sottratte alla assunzione di vere responsabilità nella contesa con il sindaco Lancinante. Voci provenienti dagli ambienti della dirigenza della scuola dicono infatti che la Prefetta era rimasta ferma alla sua proposta di "razionalizzazione", comparsa su tutti i giornali all'indomani dell'incontro in prefettura con il Sindaco. Che cosa significhi "razionalizzare" la presenza di un simbolo di un partito secessionista all'interno della scuola pubblica rimane un mistero. Dal canto suo il Direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale, Giuseppe Colosio, mentre in televisione dichiarava di aver "ordinato" la rimozione, sui documenti ufficiali - gli unici che contano in campo giuridico-amministrativo - avrebbe usato la formula ambiguissima del "rispetto per le reciproche competenze". Bella trovata, dal momento che il Sindaco rivendicava appunto a se stesso la competenza sulla simbologia, anche all'interno della scuola.
Perciò l'ultimatum del comitato, che fissava al 4 dicembre il termine ultimo della rimozione, dopo di ché si sarebbe dato vita ad una azione suppletiva della latitanza delle autorità per una rimozione diretta dei simboli, rimaneva valido.
Nel frattempo però, esattamente martedì 30 novembre, si è avuta notizia della sentenza del tribunale del lavoro di Brescia, che ha condannato senza scusanti il Sindaco alla rimoziane dei simboli a spese integrali del comune, ricalcando in alcuni passaggi le argomentazioni contenute nell'esposto che il comitato aveva presentato al prefetto.
La sentenza del giudice è condizionata dalle specifiche richieste di chi ha fatto ricorso, cioè la CGIL Scuola, contro la discriminazione che il Sindaco metteva in atto verso gli operatori della scuola, quindi una questioni abbastanza limitata; ma nella discussione del caso essa allarga di molto l'orizzonte, chiamando in causa aspetti decisivi. In sostanza, il Sindaco viene condannato per la violazione diretta dell'articolo 33 della Costituzione, che garantisce la libertà di insegnamento. Ma la sentenza lega la libertà di insegnamento, in un nesso inscindibile, con l'articolo 3, che garantisce al lavoratore la partecipazione attiva "all'organizzazione politica, economica e sociale del paese", e con l'articolo 4, secondo il quale il lavoratore ha il dovere di "concorrere al progresso materiale e spirituale della società".
Ebbene, secondo il giudice, il comportamento del Sindaco di Adro viola questi tre articoli della Costituzione. Infatti, dopo averli esplicitamente richiamati come base giuridica, la sentenza recita:
"Si tratta di operare in un ambiente che si connota per una sorta di vero e proprio inquinamento con segni partitici e lo si satura in modo tale da imporre (secondo metodi invasivi, ben noti agli studiosi di processi mediatici) nella coscienza - questa sì, non pienamente formata - dei discenti, per di più di tenera età, di un'identità tra scuola e simbolo partitico, ossia un'espressione di una particolare visione culturale della società e del sistema di regolazione dei rapporti sociali.
I riflessi che tale percezione può avere sul libero svolgimento dell'attività didattica è di intuibile rappresentazione, dovendo il docente fare quotidiano riferimento ad un necessario distinguo tra il proprio progetto educativo e tutti i possibili collegamenti che una visione di parte, seppure attraverso un'assuefazione o assimilazione simbolica, genera nel corpo discente. In tale prospettiva la possibilità del docente di operare in un ambiente laico è in modo radicale pregiudicata, dovendo confrontare un modello educativo per sua natura "aperto" (ossia capace di porsi in relazione dialettica con una pluralità di istanze educative) con una situazione che invece tale apertura sminuisce e contraddice, suggerendo la prevalenza di una visione di parte: si pensi, a titolo esemplificativo, alla sovraesposizione che, mediante un'adeguata diffusione della simbologia propria di una certa ideologia o visione culturale o morale, potrebbe essere attuata con riguardo ad un modello educativo di tipo solidaristico di matrice cattolica, ovvero di tipo comunista di stampo marxiano, o ancora di tipo libertario di origine anarchica. Allo stesso modo la visione culturale del partito Lega Nord si può imporre in via privilegiata con l'impiego pervasivo della sua simbologia nella mentalità e nel modo comune di sentire dei discenti come la visione "normale", con l'impossibilità di docente di attuare un modello educativo propositivo, e quindi realmente educativo, dovendo porsi nelle singole occasioni educative: sì pensi al tema della convivenza tra soggetti comunitari ed extracomunitari, tema di assoluta sensibilità, specie nei territori lombardi, in un ambito in cui la presenza diffusa di soggetti - e quindi di discenti - extracomunitari impone una prevedibile necessità di raffrontare il modello educativo del docente, quale esso sia, con la visione di parte che la simbologia diffusa nel plesso scolastico richiama."
Molto interessante, e di nuovo, del tutto analoga alla posizioni del comitato "Rimuoviamoli", la valutazione della inefficacia dell'operato del Preside:
"La rimozione fisica e la copertura con adesivi dei simboli non consente di ritenere che gli effetti della condotta discriminatoria siano rimossi e vanificati: in sostanza alla rappresentazione simbolica si contrappone un intervento che, al di là delle intenzioni del promotore, assume una valenza simbolica contraria, e, quindi, non fa che riproporre la questione della legittimità o meno della presenza del simbolo partitico, quindi reitera e rende permanente la situazione di contrasto e di disagio che la presenza del simbolo ha determinato."
In conclusione il giudice:
"dichiara discriminatoria l'apposizione del simbolo partitico della Lega Nord presso l'istituto Scolastico Comprensivo di Adro.
Dispone: A) la rimozione a spese del Comune di Adro del simbolo partitico e la ricollocazione delle suppletivi asportate priva del simbolo partitico a spese del Comune di Adro e sotto la vigilanza del Dirigente Scolastico dell' Istituto Scolastico Comprensivo di Adro; B) l'esposizione della Bandiera della Repubblica Italiana e di quella dell'Unione Europea in modo permanente e in conformità all'art.4 del d.P.R. 7 aprile 2001 n.121; C) la pubblicazione per estratto un giorno sui quotidiano Giornale, di Brescia, Bresciaoggi, Corriere della Sera e La Repubblica. D) l a pubblicazione di copia integrale del presente provvedimento presso il medesimo Istituto per una settimana lavorativa.
Condanna il Comune di Adro al pagamento delle spese processuali in favore della FLC - CGIL di Brescia"
Ora dunque c'è la sentenza del giudice - la terza sentenza di condanna in pochi mesi contro il Lancinante di Adro. In questo caso, però, la sentenza, visto il suo articolato e le sue motivazioni, viene implicitamente a condannare, almeno come ricaduta politica, anche ben altri attori: il ministro dell'interno, il ministro della pubblica istruzione, il prefetto. Tutti da rimuovere, come diceva lo striscione del comitato nella storica giornata di sabato 4 dicembre 2010, ad Adro, Franciacorta.
Gli amatori possono trovare qui la fotocopia della sentenza in pdf.

mercoledì 1 dicembre 2010

Il patto di stabilità di Maastricht:
dogma dei banchieri europei o necessità a cui assoggettarsi?

Serata di approfondimento con:
- Giulio Palermo: Università degli studi di Brescia
Facoltà di Economia e Commercio
- Francesco Piobbichi: Rete perl’Autorganizzazione Popolare (RAP),
redattore di “Controlacrisi”

Venerdi’ 3 dicembre
Ore 21.00
Presso il centro culturale “San Salvatore”
in via Castello
Rodengo Saiano

Promuove:
RETE SOCIALE E SOLIDALE:
Siamo Rodengo Saiano
LiberaMente Villa Carcina
Comunità Solidale Passirano
Associazione Sinistra a Gussago

Puoi scaricare il volantino cliccando qui o sulla immagine sottostante


lunedì 29 novembre 2010

Dario Fo incontra i ragazzi della gru - Auditorium scuola media Bettinzoli di Brescia

MARTEDI' 7 DICEMBRE
ore 20.30
Auditorium scuola media Bettinzoli
via Caleppe 13, Brescia

PARLIAMO CON LORO

INCONTRO PUBBLICO
con
Arun, Jimmy, Sajad, Rachid

interverranno:
prof. Antonio D'Andrea - docente di diritto costituzionale
Edda Pando - comitato immigrati Milano
Manlio Vicini - avvocato di Arun e Jimmy
padre Marcello Storgato - missionario saveriano

con la straordinaria partecipazione di

DARIO FO


modera
Irene Panighetti

partecipano:
Isaia e L'Orchestra di Radio Clochard
Barbara Pizzetti (voce narrante)

Scarica qui il volantino




Questa la documentazione della serata

Brescia 7 dicembre 2010. Nell'auditorium della scuola media Bettinzoli quattro ragazzi che hanno occupato la gru per diciassette giorni hanno incontrato la cittadinanza bresciana e il popolo del presidio "sotto la gru", raccontando la loro esperienza di lotta vissuta a trentacique metri d'altezza. Da lassù vedevano con grande sofferenza e sacrificio, ma anche con grande orgoglio, il presidio permanente, le manifestazioni, le cariche della polizia, gli incitamenti, come il centro di un piccolo grande mondo, che è diventato un punto di riferimento della lotta degli immigrati e di tutti quei lavoratori stranieri che hanno perduto la possibilità di avere o di rinnovare il permesso di soggiorno a causa delle leggi del governo Berlusconi; leggi anticostituzionali perché contro i diritti umani (legge Bossi Fini, Pacchetto sicurezza....), leggi che hanno trasformato la condizione di clandestinità in un reato, anche quando la perdita del permesso di soggiorno è dovuta semplicemente alla crisi. I clandestini, il lavoro nero, la criminalizzazione degli immigrati e le conseguenti paure della gente, innescate anche dai mass media, sono il prodotto voluto dalla Lega e dai padroni, che traggono vantaggi da questa situazione: la Lega perchè ha vantaggi elettorali, e i padroni perchè danno lavoro a salari sempre più bassi, con lavoratori sempre più ricattati e ricattabili, in una insensata guerra fra poveri. Franca Rame e Dario Fo, che hanno partecipato all'incontro pubblico, hanno sottolineato il cambiamento della nostra società, la mancanza di solidarietà e una grande paura di ciò che è "diverso". Tutto questo è il prodotto di un potere politico che ha bisogno del "nemico" e della paura della gente per poter governare come nelle peggiori dittature, che nascono quasi sempre da crisi economiche.
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MANIFESTAZIONE PER LA RIMOZIONE DEI SIMBOLI DI PARTITO DALLA SCUOLA PUBBLICA - SABATO 4 DICEMBRE 2010 - ADRO

COMUNICATO
MISSIONE ADRO I MILLE "SBARCANO" NELLA BRESCIANA ALLA RICONQUISTA D'ITALIA
piattaforma della manifestazione
RIMOZIONE DEI SIMBOLI DI PARTITO DALLA SCUOLA PUBBLICA
Come ormai è noto !a confusione di competenze tra Ministero della Pubblica Istruzione e degli Interni, Prefettura, Provveditorato agli Studi Regionale e Provinciale.e ha portato l'incolpevole Dirigente Scolastico di concerto con il Consiglio di Istituto a coprire con dei bollini blu i simboli sui banchi; coprire però non vuoi dire rimuovere e pure sul tetto di uno degli edifici del complesso scolastico permangono due giganteschi Soli delle Alpi sulle guaine visibili dal satellite.
DIFESA DELLA COSTITUZIONE
Il Simbolo "Sole delle Alpi" è inserito nello Statuto della Lega Nord per l'Indipendenza della Padania che all'art. 1 cita testualmente "... ha per finalità il conseguimento dell'indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana." Chiaramente incostituzionale.
LOTTA ANTI-MAF1A
Intitolare il cosiddetto Polo Scolastico di Adro a Gianfranco Miglio è sintomo di una pericolosa deriva culturale Leghista (con antefatto la rimozione targa della Biblioteca di Ponteranica Bg dedicata a Peppino Impastato) che caratterizza le Giunte Comunali al Nord ed un devastante messaggio in favore della Criminalità Organizzata poiché l'ideologo del partito in un'intervista del 1999 rilasciò le seguenti dichiarazioni sotto forma di auspici: "Secessione Padana" e "Costituzionalizzazione della Mafia e della 'Ndrangheta nel Sud d'Italia"; il Ministro degli Interni Maroni al posto di inscenare una sterile polemica con lo scrittore Roberto Saviano, che giustamente ha sottolineato questo aspetto durante un programma televisivo, dovrebbe spiegare ai Cittadini della Repubblica Italiana come mai non è ancora intervenuto pubblicamente ed ufficialmente sulla vicenda dei Simboli Padani e sull'intitolazione della Scuola a Gianfranco Miglio.
Per queste ragioni il Comitato Promotore al seguito di Giuseppe e Anita Garibaldi che a cavallo e con il tricolore guideranno il corteo, al seguito dei 10 Gonfaloni Cittadini ridisegnati con i Simboli dei Partiti (ultima invenzione della Giunta Comunale di Adro che ha votato l'apposizione dei "Soli delle Alpi" di partito sullo stendardo cittadino, al seguito dei Garibaldini con uniforme di ordinanza composta da secchielli, spugne, detersivi, scarpe, anti-infortunistiche e scale a pioli di servizio, garantito il Servizio d'Ordine dai partecipanti riconosciute delle Riunioni Organizzative, chiede a tutti i Cittadini della Repubblica Italiana, alle Associazioni, ai Movimenti, ai Partiti, nel rispetto della Costituzione, di aderire alla
MANIFESTAZIONE PER LA RIMOZIONE DEI SIMBOLI DI PARTITO DALLA SCUOLA PUBBLICA
SABATO 4 DICEMBRE 2010
ADRO
concentramento ore 14.00 - partenza dalla Piazza del Municipio ore 14,30 - arrivo nel Piazzale della Scuola -taglio del nastro tricolore per la riliberazione dell'Istituto e consegna della targa commemorativa di nuova intitolazione operata dal Dirigente Scolastico agli Eroi Bresciani del Risorgimento Italiano i fratelli Enrico e Emilio Dandolo - accompagnamento musicale e interventi dei delegati dal palco mobile sino alle ore 20,00 il Comitato Promotore
Blog: http://adrorimuoviamoli.noblogs.org/
FaceBook: Adro - Manifestazione per la Rimozione dei Simboli di Partito dalla Scuola Pubblica

Puoi scaricare il volantino cliccando qui o sulla immagine sottostante


venerdì 26 novembre 2010

Chi ha paura dei comunisti?

O, meglio, chi ha paura di Rifondazione C0munista?
La "volontà generale" di cancellare Rifondazione comunista è stata una costante, fin dalla sua fondazione nell'ormai lontano 1991/92, ma mai si è manifestata con la virulenza ossessiva che si è potuta constatare dall'ultimo congresso in avanti. E questo si può dire che avvenga da ogni lato, da destra come da sinistra.
Ma nella occasione delle "Salite sul tetto" della facoltà di architettura, la cosa ha raggiunto livelli addirittura comici. Dopo che vi è salito Paolo Ferrero, primo e solitario, c'è stata una vera gara di esploratori di tetti. E finalmente si è realizzato il detto evangelico: gli ultimi saranno i primi. Anzi, già che c'erano, i mass-media sono andati addirittura oltre: i primi sono stati cancellati, tanto da far venire il dubbio che la notizia circolata tra di noi fosse falsa. Invece è proprio vero. Ferrero non solo rimane l'unico leader di partito che si sia recato a portare il suo aperto sostegno agli immigrati asserragliati sulla gru a Brescia, ma è stato anche il primo a scalare il tetto di architettura. Ed ecco qui la prova provata: il video della visita.

BANDITE

Il gruppo donne "La Falce e La Luna" con la collaborazione dell'Anpi, organizza:



giovedì 25 novembre 2010

Filippo Vendemmiati al Centro Sociale 28 maggio - venerdì 26 novembre

è stato morto un ragazzo
di Filippo Vendemmiati
Federico Aldrovandi che una notte
incontrò la polizia
proiezione del film e incontro con il regista

Venerdì 26 novembre
al C.S. 28 maggio
Via Europa 54 - Rovato


Qui sotto la presentazione del film su youtube


martedì 23 novembre 2010

Sintesi dell'intervento di Paolo Ferrero al primo congresso della Federazione della Sinistra


Vogliamo costruire un soggetto autonomo, anticapitalista, che non rinnega la sua storia.

Se si accetta la cancellazione del Novecento non si va verso un nuovo mondo, si torna all'Ottocento.

La Federazione della Sinistra è rivolta a tutti i compagni e le compagne che sono d'accordo sul progetto politico, che è quello di costruire un polo della sinistra anticapitalista, antipatriarcale.

Proponiamo a tutte le forze di opposizione di costruire un fronte democratico

Cacciare Berlusconi

Mettere elementi di giustizia sociale

Superare il bipolarismo

Ogni singola persona sia consapevole della sua dignità.

La trascrizione dell'intervista di Ferrero sotto la Gru - Lavoratori italiani e immigrati uniti nella lotta

L'INTERVISTA DI PAOLO FERRERO SOTTO LA GRU IL GIORNO 11 NOVEMBRE 2010


Ferrero: Qui ci troviamo davanti a delle persone truffate, che per veder rispettati i loro diritti devono salire su una gru, e lo stato italiano, il ministero degli interni, invece che rispettare i diritti delle persone truffate, manda la polizia e dice che il problema è di sbatterli fuori dall'Italia. È una cosa assurda. Noi chiediamo che a questi immigrati venga riconosciuto i diritti che hanno, cioè il permesso di soggiorno, e che quindi possano scendere dalla gru perché gli si da il permesso di soggiorno e si risolve il problema. Questa è l'unica soluzione che noi vediamo. È stata presentata una richiesta che a me pare molto ragionevole, e cioè che si diano i permessi di soggiorno alle persone che hanno fatto la domanda di regolarizzazione ai sensi della legge - questa è una cosa minima. Quindi si faccia un tavolo in prefettura, e si affronti questa questione guardando ai diritti delle persone che vogliono la regolarizzazione e che vogliono poter lavorare in questo paese, e non si introduca invece un elemento di militarizzazione, come c'è adesso, che rischia semplicemente di trasformare la questione in una questione di ordine pubblico, da cui nessuno avrebbe dei vantaggi.

Quindi si dia agli immigrati che ne hanno diritto il permesso di soggiorno, evitando questa prova di forza con la militarizzazione qui sotto. Basta con il trasformare questa questione in una questione di ordine pubblico.


D.: La sanatoria degli immigrati del 2009, rivolta soltanto a badanti e collaboratori domestici, ha prodotto discriminazioni e disuguaglianze agli altri lavoratori. Può considerarsi anticostituzionale?

Ferrero: È possibile di sì, questo va chiesto ad un costituzionalista, io non lo sono. La cosa sicura è che fare una sanatoria in quel modo è una scemenza, perché giustamente la gente pensa che sia una sanatoria, perché si usa quella parola; e poi la cosa che ci si ritrova è invece una operazione che serve a sbattere fuori dall'Italia un po' di gente che ha fatto la domanda per essere regolarizzata. Questa è una specie di truffa fatta dallo stato, è una vera follia.

Io credo che la cosa che andrebbe fatta, oltre che ai decreti flussi “normali”, è che chi ha il lavoro in Italia venga regolarizzato. E, se ha il lavoro nero, denunci la condizione di lavoro nero, si facciano pagare le tasse al datore di lavoro, e si regolarizzi l'immigrato; perché altrimenti, la politica della Lega serve unicamente a tenere i migranti in condizioni di clandestinità, ed a permettere ai datori di lavoro di evadere le tasse. Questa è la cosa che succede.


D: Molti immigrati sono entrati nella condizione di clandestinità perché hanno perso il posto di lavoro, e la condizione di clandestinità è diventata un reato. Ma questo governo ha forse l'interesse ad avere più clandestini ed immigrati “pregiudicati”?

Ferrero: Sì! Gli permette di avere più voti.

I clandestini servono a tener basso il costo del lavoro, e a sfruttare di più anche gli italiani; perché più clandestini ci sono, più la gente è obbligata a lavorare a salari stracciati, da schiavi, e più questo ricatta tutti i lavoratori, quelli clandestini come quelli regolari. Per cui c'è una politica di classe a favore dei padroni per pagare di meno la gente.

E questa è una cosa. La seconda è che la figura del clandestino, in più dandogli la patente di illegale, di uno che fa un reato per il fatto stesso di essere clandestino, serve alla Lega, perché la Lega, sulle paure della gente, costruisce le sue fortune elettorali. Per la Lega, da un lato produce il clandestino, che gli serve per avere voti, e dall'altro permette a un po' di padroni di fare i loro porci comodi. Tant'è, che a quelli che evadono le tasse, non li mettono in galera: gli fanno lo scudo fiscale, che li premia, perché chi paga le tasse paga il 25, il 30, il 35 per cento; e invece chi ha fatto lo scudo fiscale ha pagato il 6 per cento. Così come la Lega che dice che i soldi vanno tenuti qui, a Brescia, in Lombardia, in Veneto, quando sono i padroni che delocalizzano gli va benissimo. Per cui, che i soldi di chi paga le tasse a Brescia finiscano in Serbia, in Romania, da un'altra parte, quello non gli fa problema.

Questo vuol dire semplicemente una cosa: che la Lega fa una politica a favore del padronato, contro il lavoratori, tutti i lavoratori, gli immigrati come gli italiani, e che copre questa sua politica di estrema destra, perché non so come chiamarla altrimenti, dicendo che difende gli italiani. Non difende gli italiani. Difende i padroni. E invece è contro i lavoratori italiani come quelli immigrati.


D: Adesso ai 1700 immigrati di Brescia, a cui sono state rigettate le domande di sanatoria, che avevano pagato 500 euro, quale risposta si deve dare?

Ferrero: Bisogna dargli il permesso di soggiorno. La gente è salita sulla gru per chiedere il permesso di soggiorno. Il problema non è quello di farli scendere il più in fretta possibile, il problema è di dargli il permesso di soggiorno, cioè la risposta al quesito che loro han posto.

Per altro si tratta di gente in larga parte truffata. Non si capisce perché chi ha fatto la truffa è libero in circolazione, e nessuno gli dice niente; e chi è stato truffato rischia di essere sbattuto in un Centro di Identificazione ed Espulsione e poi espulso.

Continua la lotta all'Ideal Standard - UNITI SI VINCE

Brescia 20 novembre 2010.
La commissione lavoro della Federazione della Sinistra - PRC di Brescia ha incontrato i lavoratori in presidio e ha realizzato questo video per dare più visibilità a questi lavoratori, che dopo circa un anno e mezzo di lotte e di presidio non hanno ancora la certezza che le promesse vengano mantenute, non sanno se il polo logistico che è stato promesso si realizzerà. Non c'è niente di scritto che possa dare la tranquillità a questi lavoratori, che sono ormai stanchi, sperano che tutto si concluda per il meglio e possano finalmente andare a lavorare, ma hanno anche la consapevolezza che non possono abbassare la guardia, specialmente in questo momento delicatissimo, dove si sta esaurendo la cassa integrazione. I lavoratori sono pronti a continuare la lotta con forza e determinazione, facendo nuove iniziative decise, al fine di mantenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica e sui mezzi d'informazione. La Federazione della Sinistra - PRC di Brescia é al fianco dei lavoratori in presidio e darà forza e sostegno con tutti i mezzi disponibili a tutte le iniziative di lotta che i lavoratori dell' Ideal Standard decideranno di attuare. UNITI SI VINCE


venerdì 19 novembre 2010

Strage di Brescia - tutti assolti

Questo ritardo nel commento alla sentenza di assoluzione deliberata da tribunale di Brescia il 15 novembre 2010 nei confronti del nuovo gruppo di accusati per la strage del 28 maggio 1974 (la terza assoluzione su tre processi) non è certo dovuta a disattenzione, quanto ad uno scorato "lo sapevamo già". Anche solo la mastodontica distanza dai fatti - trentasei anni - dice tutto sulle possibilità reali di giungere ad una sentenza di condanna, dopo che le tracce immediate della strage - le "pistole fumanti", come si dice in gergo - sono state in continuazione ed accuratamente oscurate, cancellate, sviate da quello stesso apparato che l'ha compiuta, o protetta, o appoggiata. Questo senza nulla togliere al meritorio ed ostinato lavoro di magistrati ed avvocati, da decenni impegnati per una sanzione giuridica di quella "verità politica" che in piazza Loggia era stata subito esplicitamente proclamata dalla "vox populi". Come ricorda Dino Greco, nell'editoriale di "Liberazione" del 18 novembre, il giorno stesso dei funerali, in piazza Loggia, di fronte alle massime autorità dello Stato, comparve appunto lo striscione che diceva "sappiamo chi è STATO".
Certamente, ora sappiamo infinitamente di più sui PARTICOLARI delle trame che hanno circondato la vita politica italiana di quegli anni, e la lezione potrebbe essere utile anche per l'oggi, anzi, forse ancora di più, nel momento in cui, senza aver apparentemente un "nemico" organico, il sistema capitalistico pare afflosciarsi su se stesso, ed in Italia si sta assistendo ad un drammatico valzer di attori spompati che pare non sappiamo più neanche loro quale sia il loro ruolo in commedia.
Ma, appunto, al di là degli aspetti farseschi fino al boccaccesco della commediola italiana, è la drammaticità della situazione reale - un tempo dicevamo "oggettiva" - che ci deve mettere in guardia: in questa situazione sono altissime le probabilità che i soliti "servizi deviati" mettano in campo qualche strumento di "guerra non convenzionale" per dirigere la situazione verso esiti compatibili con le esigenze di controllo sociale, politico e "militare" da parte dell'attuale quadro economico-sociale. Sarebbe utile che imparassimo a non reagire sempre agli eventi con reazioni del tipo "cane di Pavlov", ma che si tentasse sempre di "aderire" alla situazione reale, per sperare di individuare e decidere comportamenti politici davvero autonomi e non indotti dai nostri schemi automatici precostituiti. Come fecero appunto gli operai di Brescia, come ricorda sempre Dino Greco nell'articolo citato, quando giunsero addirittura ad elaborare la strategia dei "consigli di zona", "il più ambizioso tentativo operaio di proiettare all'esterno della fabbrica, nel territorio, nella società civile, quella carica egualitaria di rinnovamento e di partecipazione che aveva innervato le lotte di fabbrica". Tentativo operaio non a caso stroncato innanzitutto dall'operato congiunto dei vari apparati, anche sindacali.
In fondo, a commento della sentenza, ci pare di piena attualità quanto scritto su questo blog nella ricorrenza della strage lo scorso anno nel post intitolato "A chi è giovata la strage". E ad esso rimandiamo con questo link.

giovedì 18 novembre 2010

Il metano non ti da una mano - metano pompato sotto l'Oglio

Sotto il parco dell'Oglio, Da Verolonuova a Soresina, l'ENI vuol pompare a forza metano per fare una riserva strategica con un MegaStocccaggio di 135 kmq, sotto 16 Comuni per 1 miliardo e 200 milioni di metricubi di gas metano. Contro questa follia è indetto un

PRESIDIO DI CONTROINFORMAZIONE
SABATO 20 NOVEMBRE dalle ore 14
presso la sede ENI di Crema (via Libero Comune - zona Ospedale)
CONTRO la costruzione della centrale di stoccaggio gas di Bordolano (CR)
CONTRO lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali
CONTRO le politiche imperialiste che l'ENI pratica tanto sui nostri territori quanto in Nigeria e Kazakistan presidio
PER una politica che privilegi il risparmio energetico, la riduzione dei consumi, le fonti energetiche rinnovabili
CONTRO la costruzione della centrale di stoccaggio gas di Bordolano (CR)

Qui o battendo sull'immagine puoi scaricare il volantino di convocazione




Qui invece puoi scaricare il documento informativo sul maxi bacino di stoccaggio sotterraneo di metano. La zona è la stessa dell'incendio del pozzo nel 1952, incendio che ancora qualcuno ricorda

Dalla Brigata della solidarietà attiva

La Brigata della solidarietà attiva, nata a Brescia sull'onda del sostegno alla lotta dei ragazzi sulla gru, non ha intenzione di smobilitare.
La sera del 17 novembre al Magazzino 47 si è tenuta una assemblea per decidere collettivamente come continuare la lotta sorta dal movimento della gru.
Pubblichiamo il contributo che ci giunge da chi ha dato vita a questa forma di attuazione del "partito sociale", uno dei cardini della linea politica del nostro partito teorizzata al congresso di Chianciano:

"Ieri partecipatissima assemblea per decidere come continuare la lotta.
Tre le decisioni prese:
- nuovo presidio tutte le sere in via s. faustino dalle 17.30 in avanti (non permanente, ma quotidiano)
- avvio di tutte le iniziative possibili per sostenere Mimmo e cercare di bloccare la sua espulsione (Diritti per Tutti e la Radio stanno raccogliendo adesioni per un appello), altro??? [purtroppo Mimmo nel frattempo è già stato espulso: la guerra contro chi lotta è spietata n.d.r.]
- organizzazione di un presidio rafforzato sabato in occasione della giornata nazionale di mobilitazione contro il razzismo

I RAGAZZI DELLA GRU HANNO FATTO UN MIRACOLO A BRESCIA sono stati capaci di risvegliare la Brescia addormentata, sono stati capaci di riportare in piazza centinaia di persone, sono stati capaci di farci superare per questi 17 giorni le beghe e beghine che caratterizzano anche le realtà bresciane. NON FACCIAMO SVANIRE IL POPOLO DELLA GRU.

PER UN NUOVO MODO DI STARE INSIEME NELLA QUOTIDIANITA' DELLA LOTTA TORNA LA MENSA POPOLARE.

CI TROVIAMO A CUCINARE PER IL PRESIDIO TUTTE LE SERE ALLE 18.00 PRESSO LA SEDE PRC/ANPI DI VIA PORTA PILE.

Questa brutta/bella avventura ci ha unito fa noi, ma ha anche spaccato Brescia ed i lavoratori... dobbiamo cercare di ricomporre questa frattura, perché la lotta dei migranti è la lotta dei lavoratori senza diritti, ma è in realtà la stessa lotta dei lavoratori gettati via da imprenditori senza scrupoli (Ideal Standard).
Si può proporre un gemellaggio con il presidio dell'Ideal Standard, che quest'anno è stato abbandonato da quasi tutti i partiti politici e da quasi tutte le realtà di lotta.
Si devono trovare delle modalità per parlare con le persone, anche quelle che non ci hanno sostenuto. Questo potrebbe essere fatto mettendosi fuori dai supermercati a raccogliere gli alimenti per la mensa popolare (perché per le Brigate è importante unire il fare al parlare).
Dovremmo però trovarci e decidere.
Potremmo trovarci sabato nel primo pomeriggio?

UNITI SIAMO TUTTO, DIVISI SIAM CANAGLIA!
AVANTI BRIGATE!"

mercoledì 17 novembre 2010

Commemorazione caduti di Piazza Rovetta

Viva i partigiani!
Viva la Resistenza!

Domenica 21 novembre 2010
ore 10.00
in Piazza Rovetta a Brescia
commemoriamo i primi caduti bresciani della
Resistenza, trucidati dai fascisti nel novembre 1943.
Ricordiamo il sacrificio di partigiani e antifascisti per
costruire una società fondata sui valori del lavoro, della
giustizia sociale, della solidarietà, capace di garantire una
vita dignitosa ai lavoratori a prescindere dalla classe sociale
e dalla nazione di provenienza.
ANPI Sezione “Caduti di Piazza Rovetta” – Via Porta Pile 19/F (BS)

lunedì 15 novembre 2010

13 novembre - il comunicato della rete antifascista

COMUNICATO STAMPA

Brescia, 15 novembre 2010

La Rete Antifascista provinciale di Brescia vuole rendere pubblica la propria posizione in merito alla giornata di sabato 13 novembre.

Da circa un mese la Rete, attraverso assemblee allargate a tutte le realtà antifasciste e democratiche, ha organizzato una manifestazione per impedire lo svolgimento di una mobilitazione di livello nazionale dell’organizzazione neofascista Forza Nuova, esplicitamente rivolta a contrastare il fenomeno e la lotta degli immigrati a Brescia.

A seguito della loro rinuncia, la Rete ha deciso, attraverso un’assemblea allargata, di convogliare

le forze già organizzate in una mobilitazione a sostegno della lotta dei migranti sulla gru dove la nostra presenza al presidio è costante e quotidiana; altre finalità erano quelle di ricordare la rappresaglia fascista del 1943 avvenuta in piazza Rovetta e di portare solidarietà a Fabio, arrestato pretestuosamente per i fatti dell’8 novembre.

Ribadiamo che gli obiettivi erano quelli di unire la lotta antifascista a quella antirazzista e in questo senso abbiamo lavorato anche con le realtà antifasciste che da tempo compiono un perscorso, dal punto di vista politico e culturale, nei loro territori. Altro obiettivo è stato tentare di rompere l’isolamento imposto dal Ministero a cui sono sottoposti i migranti in lotta, raggiunto portando una delegazione sotto la gru per verificare le condizioni di salute dei migranti.

Nessuna situazione che si è venuta a creare al di fuori degli obiettivi che abbiamo qui esplicitato è da attribuire alla Rete antifascista.

Riteniamo che il corteo è stato un momento positivo che ha visto una grande e determinata partecipazione. La situazione che si è venuta a creare è frutto della tensione che istituzioni e forze dell’ordine hanno generato da settimane negando diritti umani, acqua, cibo, cure mediche e militarizzando la città.

La Rete antifascista ha messo in campo tutte le forze per un buon svolgimento della giornata e per il raggiungimento degli obiettivi sopra esposti, all’interno di un percorso che riteniamo debba essere unitario, comune e partecipato.

Rete antifascista bresciana

Come abbiamo osservato a proposito del comunicato della Associazione Diritti per Tutti, non c'è alcun dubbio che le autorità preposte all'ordine pubblico a Brescia avevano scelto nelle scorse settimane la linea "golpista" del pugno di ferro e della repressione, esemplarmente incarnata dal palestrato vice-questore vicario Ricifari, al quale è stata delegata sciaguratamente la gestione del disordine pubblico a Brescia per settimane. Citiamo solo alcuni passaggi-simbolo:

Il 27 ottobre si è deciso di garantire a Forza Nuova la sua fiaccolata alla Mandolossa, gestita appunto dal suddetto questore in termini militari, come documentato anche fotograficamente sul nostro blog.

Poi l'8 novembre il lunedì nero, con le gratuite violenze e la caccia all'uomo, migrante o amico dei migranti, che ha visto il palestrato offrire il meglio di sè.

Solo dopo la puntata di "Anno zero", nonostante le ambiguità di qualche oratore, e in presenza della determinazione della Rete antifascista, delle richieste dell'ANPI e di altri, quando già erano filtrate le indiscrezioni sulla autorizzazione al concentramento di Forza Nuova del 13 novembre, la questura si adattava a proibire la manifestazione fascista.

Il seguito è noto, ed è ben descritto nei comunicati stampa delle rete antifascista e della Associazione Diritti per Tutti.

Da parte nostra non possiamo che ribadire il concetto già espresso durante i fatti del lunedì nero: lo schiacciamento di diritti elementari con la violenza non può che portare ad una reazione. Che poi su questa reazione su innestino provocatori, o semplici certificatori del detto "la madre degli imbecilli è sempre incinta", non intacca il giudizio politico sul comportamento di chi dovrebbe prioritariamente garantire l'ordine, e non portare il disordine.

Comunque ci pare indubbio che le autorità bresciane (l'inqualificabile comportamento di un ministro che teorizza e pratica la massima "bisogna essere cattivi" non lascia adito a nessuna speranza di ravvedimanto a livello nazionale) hanno parzialmente cambiato tattica a partire da venerdì scorso. Sarà solo una variante per raggiungere gli stessi obiettivi di prima? Lo si vedrà molto presto.

Prcbrescia.


La solidarietà attiva di Rifondazione Comunista


La Federazione di Brescia di Rifondazione Comunista è fin dall'inizio vicina alla lotta dei migranti per i permessi di soggiorno. Da alcuni giorni l'intervento dei compagni è diventato più immediatamente tangibile.
Infatti, appoggiandosi alla struttura del circolo del Centro Storico di Brescia, si stanno distribuendo pasti caldi a mezzogiorno ed alla sera ai migranti che stazionano al presidio. Una forma di sostegno alla lotta che sta riscuotendo vivo e partecipato apprezzamento.
Un grazie da parte di tutti alle compagne ed ai compagni che prestano la loro opera, ed a coloro che aiutano anche fornendo parte delle "materie prime" necessarie.
Purtroppo, come sapete, i ragazzi sulla gru sono più difficili da raggiungere, visto che il vicesindaco Rolfi ha più volte dichiarato che bisognava privarli di acqua e cibo, e che la questura sta facendo la sua parte per ostacolare la regolare fornitura di alimenti.

13 novembre - Il comunicato dell'associazione "Diritti per tutti"

COMUNICATO STAMPA DELL’ASSOCIAZIONE DIRITTI PER TUTTI SUI FATTI DI SABATO 13 NOVEMBRE IN VIA SAN FAUSTINO

Nel tardo pomeriggio di ieri, al termine di una manifestazione molto partecipata per esprimere sostegno ai quattro immigrati sulla gru di via San Faustino, alcune decine di persone totalmente estranee al presidio nei pressi della gru, sconosciute a noi e a tutti i partecipanti al presidio, all’improvviso e all’insaputa degli altri manifestanti, hanno per pochi minuti tentato di sfondare il fitto dispositivo di polizia e carabinieri che all’altezza della chiesa di San Faustino impedisce di avvicinarsi alla gru.
L’unico risultato concreto ottenuto da chi ha compiuto quest’azione è stato lo scatenare altre cariche di polizia, dopo quelle che senza alcun motivo le forze dell’ordine avevano compiuto già sabato 30 ottobre e lunedì 8 novembre.
Anche ieri nel corso delle cariche polizia e carabinieri hanno operato fermi e pestaggi indiscriminati, che sono documentati dalle immagini video a disposizione di tutti.

Non ci risulta che nel corso di questi fatti cose o vetrine abbiano subito danneggiamenti.

Gli attivisti del presidio hanno fatto tutto quanto era nelle loro possibilità per riportare la calma fra i numerosissimi partecipanti in quel momento, mentre i pochi autori del tentativo di sfondamento subito fallito si stavano già dileguando.

Ci sono volute decine di muniti e tanta fatica per riportare la calma. Soprattutto perché la tensione, anche tra i migranti, è oramai a un livello molto elevato.
La responsabilità totale dell’innalzamento costante della tensione in tutti questi giorni è da attribuire al ministro degli Interni, all’Amministrazione comunale di Brescia, al Prefetto, ai più alti dirigenti della Questura di Brescia.
Alla mancanza di qualsivoglia risposta positiva alle richieste dei migranti sulla gru da 15 giorni, si aggiunge il fatto, di inaudita gravità, che da giorni quelle quattro persone sono tenute in condizione di isolamente pressoché assoluto. Un vero e proprio stato d’assedio imposto dalle autorità appena elencate. Uno stato d’assedio che impedisce ai migranti sulla gru persino di comunicare con l’esterno, di ricevere una visita medica, indumenti. Di fatto, viene costantemente ostacolata e spesso impedita anche per più giorni consecutivi la stessa fornitura di cibo. Vengono tolte condizioni vitali che non possono essere negate a nessun essere umano, nemmeno in situazione di guerra. Contro quelle quattro persone, la loro dignità e il loro coraggio, è in atto una pressione talmente forte da diventare vera e propria vessazione.
Siamo sulla soglia della barbarie. E la barbarie è impossibile da governare, per chiunque.

Chiediamo con forza a tutti coloro che possono intervenire di muoversi con la massima urgenza per contribuire alla reale rimozione di questo stato d'assedio.

Rinnoviamo a tutti e tutte l’appello a continuare con la massima partecipazione il presidio di sostegno in via San Faustino.
Non lasceremo mai soli i ragazzi sulla gru. La loro lotta è la nostra lotta.


Brescia, 14 novembre 2010

Associazione Diritti per Tutti

Come Rifondazione Comunista, che sta dando il suo contributo attivo sia alla rete di solidarietà con i migranti, sia alla rete antifascista promotrice della manifestazione di solidarietà ai migranti, non possiamo che condividere il comunicato della Associazione Diritti per Tutti.
Dopo aver ottenuto che il presidio fascista di Forza Nuova in viale Piave fosse annullato, gli antifascisti avevano deciso di spostare il concentramento in piazza Loggia, di presenziare alla commemorazione da parte dell'ANPI dei quattro partigiani trucidati dai fascisti in Piazza Rovetta, per poi recarsi alla gru.
Come detto nel comunicato della Associazione Diritti per Tutti, un gruppo sconosciuto a Brescia ha sconsideratemante attaccato la polizia schierata, che sembrava non aspettare altro. Non si può escludere del tutto la presenza di provocatori all'interno di questo gruppo, ma è certo per constatazione di chi c'era che si trattava in gran parte di ragazzi che probabilmente avevano sbagliato posto ed occasione, e che hanno portato un danno enorme alla causa che tutti insieme stiamo difendendo.

sabato 13 novembre 2010

Primo Congresso della Federazione della Sinistra

Domani domenica 14 novembre alle ore 10.00 presso il salone Buozzi della Camera del lavoro si terrà il primo congresso della Federazione della Sinistra per la zona della città e dell'hinterland.

Il congresso cittadino conclude il ciclo di congressi di zona tenuti in questa settimana e vedrà la relazione introduttiva del segretario provinciale del Pdci Carlo Colosini e la conclusioni di Roberta Fantozzi della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista.

Sono stati direttamente invitati, oltre alla consigliera comunale dell'Arcobaleno Donatella Albini, Sel, Pd, Cgil, Cobas, Usb, Idv, Sinistra Critica, Anpi, Verdi, la Rete antifascista, Libertà e giustizia, Movimento cinque stelle, Popolo viola, Fai, rappresentanti delle comunità del presidio migranti.

L'invito è naturalmente esteso a tutti gli interessati.


venerdì 12 novembre 2010

SPOSTATA LA MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA DI SABATO 13 NOVEMBRE

Pubblichiamo l'appello per la manifestazione antifascista del 13 novembre

In questi ultimi giorni Brescia è diventata palcoscenico politico nazionale. Questo
ruolo l’ha conquistato nel bene e nel male: dalla fine del mese di settembre è protagonista della straordinaria lotta dei migranti per la sanatoria e contestualmente le forze repressive (politiche e ‘militari’) hanno, prima, cercato - con sgomberi e divieti - di ostacolare tutte le iniziative di sostegno e solidarietà e dopo, con cariche, manganellate, fermi ed arresti hanno mostrato il naturale volto delle istituzioni, del potere, delle cosiddette ‘forze dell’ordine’.
In questa funzione antipopolare hanno trovato il sostegno e l’affiancamento dei loro
cani più fedeli, stupidi e servili: i fascisti che sono e rimangono i loro servi sciocchi.
Una di queste micro-organizzazioni aveva pensato di far convergere, da tutta la penisola, su Brescia, il 13 novembre alcuni manipoli di decerebrati celerini di complemento: anniversario dell’assassinio - nel 1943 - di ARNALDO DALL’ANGELO, ROLANDO PEZZAGNO, GUGLIELMO PERINELLI e LUIGI GATTA (primi caduti per la libertà nella lotta di Liberazione a Brescia).
Nonostante le connivenze di cui godono, quali futuri alleati politico-elettorali del sedicente Partito delle libertà, dopo aver, inizialmente, ottenuto che il presidio-corteo dei nuovi Partigiani, eredi degli Arditi del Popolo, dei volontari Garibaldini in Spagna, dei valorosi gappisti e sappiti, fosse vietato per i soliti motivi di ‘ordine pubblico’, hanno deciso di attuare l’unica cosa che sanno far bene: scappare quando intravedono i militanti antifascisti. Di fronte alla pronta mobilitazione dei militanti antifascisti e allo scarso seguito di cui godono, hanno pensato bene, quindi, di abbandonare ogni proposito.
Con un laconico comunicato e una patetica dichiarazione, hanno ammesso che, considerando la mobilitazione di Compagni e Compagne, in questi giorni, a Brescia, non è aria per loro.
Siccome ‘ancora fischia il vento’, noi saremo ancora in Piazza!
Sabato 13 novembre – ore 14.00 – tutti al presidio in Piazza della Loggia per poi dar vita al corteo che porterà solidarietà ai cinque ‘fratelli’ sulla gru del cantiere metro-bus di Piazzale Cesare Battisti.

ANTIFASCISTI E ANTIFASCISTE BRESCIANI

12 novembre - Bagnolo Mella - NO AL RAZZISMO

VENERDÌ 12 NOVEMBRE 2010
DALLE ORE 20.00
VIALE EUROPA, 15 BAGNOLO MELLA
PRESIDIO ANTIRAZZISTA CON CASTAGNE E VIN BRULÉ
Per l'unità di tutti i lavoratori italiani e immigrati!
Per affermare che l'immigrazione non è un problema di sicurezza!
Per opporci all'inquietante presenza, proprio il 12 novembre, sul nostro territorio, dei sindaci sceriffi leghisti! (Tosi, Lancini, Mazzatorta etc.)
Contro le giunte delle ordinanze discriminatorie!
Solidarietà con i migranti che lottano per i diritti a Brescia!
Durante la serata interventi di rappresentanti dei cittadini di Adro, Villa Carcina, del comitato antirazzista di Montichiari e di tutti i cittadini di altri paesi che difendono i diritti e l'uguaglianza.
Animazione per bambini e adulti a cura di Arciragazzi.


mercoledì 10 novembre 2010

Sulla gru - Ferrero a Brescia per solidarietà

Informiamo tutti i compagni che domani 11 novembre alle ore 12.00 il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero sarà a Brescia al presidio di via San Faustino per portare la posizione del partito sulla vicenda dei permessi di soggiorno e sull'atteggiamento delle istituzioni nazionali e bresciane, e per esprimere la propria solidarietà alla lotta di migranti e di cittadini bresciani.

Qui sotto una selezione delle immagini della visita di Ferrero ai ragazzi sulla gru.
Per vedere tutte le foto vai sull'album di Roberto Nuvolarossa


Questo invece il video realizzato dai compagni del Prc di Brescia con l'intervista esclusiva al segretario nazionale Paolo Ferrero:

martedì 9 novembre 2010

Brescia la protesta sulla gru resiste dopo le cariche di lunedì 8 novembre

Da: clemenzap | 08 novembre 2010

Brescia 8 novembre 2010
questa mattina all'alba polizia e carabinieri hanno caricato gli immigrati che presidiano dal 30 ottobre il cantiere della metropolitana di Brescia dove sei ragazzi sono saliti sulla gru per dare voce alla protesta per ottenere il permesso di soggiorno. Ci sono stati diversi arresti e anche feriti. La polizia ha creato un cordone intorno al cantiere, blindando una parte della città. Sono stati anche maltrattati e caricati comuni passanti. La repressione che in questi giorni stiamo tutti subendo sembra il disperato colpo di coda di un governo che non ha più senso di esistere. La federazione PRC di Brescia - federazione della sinistra sarà sempre al fianco dei più deboli, dei più sfruttati, per la difesa dei diritti e della costituzione che ripudia ogni forma di razzismo e di xenofobia. Appena si è sparsa la voce dello sgombero del presidio centinaia di cittadini e di immigrati fin dalla mattina si sono diretti verso la gru fronteggiando senza paura il blocco della polizia fino a tarda sera.


La parola ai rappresentanti di alcune comunità dei migranti impegnati nella lotta contro la sanatoria truffa

Da: clemenzap | 07 novembre 2010 |

Brescia : sono passati cinque giorni da quando nove immigrati sono saliti su una gru di un cantiere della metropolitana, per dare visibilità alla loro protesta, per ottenere il permesso di soggiorno dopo aver pagato la sanatoria del 2009. Di fatto però la richiesta è stata negata per il fatto che, per una circolare del capo della polizia Manganelli, tra i reati che impediscono di usufruire della sanatoria, è stato messo anche quello di clandestinità. Questo è accaduto dopo vari mesi che le domande erano state fatte, mentre in precedenza il ministero degli interni aveva dichiarato che anche coloro che erano stati condannati per clandestinità potevano sanare la loro situazione. I nove ragazzi sulla gru hanno passato i primi tre giorni sotto una pioggia persistente e un forte vento, che ha costretto tre di loro a rinunciare per motivi di salute, e anche per motivi di spazio sulla gru. Adesso sono rimasti in sei, e la loro permanenza sulla gru adesso è di notevole importanza per tutti gli immigrati che sono nella condizione di clandestinità, e in particolare per quelli che da sotto presidiano il cantiere della metropolitana e danno un forte sostegno morale ai ragazzi che vivono una difficile auto reclusione.
La prefettura e il comune minacciano di far scendere con la forza i sei immigrati che hanno risposto coraggiosamente che sono pronti a gettarsi nel vuoto. La federazione PRC- federezione della sinistra di Brescia è al fianco degli immigrati in lotta, e sosterrà fino in fondo i principi di eguaglianza, del diritto al lavoro, del diritto ad una vita dignitosa per tutti e contro ogni forma di discriminazione e di razzismo.


lunedì 8 novembre 2010

Lo stato all'assalto degli inermi

COMUNICATO STAMPA

Solo un governo che prima Paolo Guzzanti e più recentemente Andrea Cortellessa hanno definito mignottocrazia poteva confezionare una ripugnante rappresentazione di questo genere: centinaia di migliaia di lavoratori senza diritti sfruttati brutalmente dai loro padroni sono stati nella sostanza ingannati con l'obbligo di sborsare anticipatamente migliaia di euro allo stato, all'inps, agli strozzini approfittatori del loro condizione disperata, con un marchingegno il cui scopo principale rimane in realtà quello di continuare a garantire la presenza di manodopera ricattabile al costo più basso possibile, in una situazione dove tutti i coltelli rimangono nelle mani dei datori di lavoro, che in questo modo possono continuare a ricattare anche l'insieme degli altri lavoratori.
E nel momento in cui questo governo sta per spirare, anzi probabilmente è già morto, ecco che mostra il pugno di ferro. Uno Stato che si dice non in grado di intervenire su una chiara manifestazione di separatismo istituzionale, come nel caso della scuola di Adro, dove su edifici pubblici vengono poste, e continuano a fare mostra di sé, le insegne di un altro stato, per quanto presunto come quello della Padania, interviene invece con un imponente schieramento di forze contro persone inermi, carica, arresta.
Come Partito della Rifondazione Comunista ripetiamo che stiamo e staremo sempre dalla parte degli oppressi e degli sfruttati, ed esprimiamo la nostra più ferma condanna di questa cieca violenza, ricordando che l'ingiustizia e la prevaricazione alla fine non hanno mai pagato.
Chiediamo pertanto l'immediata cessazione delle violenze poliziesche ed il rilascio di tutti gli arrestati.
Rivolgiamo anche un appello a tutte quelle forze politiche, finora colpevolmente latitanti su questo problema, di uscire dalla loro posizione di furbesco attendismo, perché in gioco ci sono cose troppo importanti, ed ai sindacati ed ai lavoratori una mobilitazione immediata, perché si apra lo spazio per una soluzione politica, che è quello, e solo quello, che i disperati della gru chiedevano e chiedono.

domenica 7 novembre 2010

Gli operai dell'INNSE con gli immigrati sulla gru


In occasione della grande manifestazione di sabato 6 novembre in sostegno delle richieste degli immigrati sulla gru è giunta la graditissima solidarietà degli operai della INNSE. Battendo qui o sulla icona potete scaricare il volantino in formato pdf.


Qui sotto invece le immagini del corteo di sabato riprese dal sito "nuvolarossa" di Roberto Bettinzoli.


Questo invece il filmato del compagno Paolo Clemenza.

giovedì 4 novembre 2010

La nostra città - assemblea su stadio, parco cave e polo logistico a Brescia

LA NOSTRA CITTA’ ...
I LORO PROFITTI

Può convivere lo stadio con il quartiere di Mompiano?

E’ giusto cementificare un parco per costruire un centro sportivo, un polo logistico, un’altra area residenziale?

Ne discutono:

- Fiorenzo Bertocchi
Segretario Prc di Brescia
- Donatella Albini
Consigliere Comunale “Sinistra L’Arcobaleno”
- Rappresentanti del CODISA e del Comitato Spontaneo Contro
le Nocività di San Polo
- Rappresentanti dei Comitati di Mompiano
- Rappresentanti del gruppo Brescia 1911 Curva Nord

coordina:

Giampaolo Clemenza
Segretario Circolo Prc di Mompiano

VENERDI’ 05 NOVEMBRE 2010
ORE 20:45
SALA DELL’EX LAVATOIO
Via Rampinelli - MOMPIANO, BRESCIA


Visualizzazione ingrandita della mappa

mercoledì 3 novembre 2010

Sabato 6 novembre tutti in piazza Loggia - Per i diritti e la libertà di tutti, italiani e immigrati


La federazione di Brescia del Prc conferma il proprio convinto sostegno alla mobilitazione dei migranti, non solo per ragioni di solidarietà umana, ma anche perchè, come detto nel volantino di convocazione, dietro all'attacco contro l'anello più debole della popolazione lavoratrice si nasconde l'attacco generale alle condizioni di tutte le classi popolari.
Pertanto si invitano tutte le compagne ed i compagni a partecipare compattamente alla manifestazione di sabato 6 ottobre, dando appuntamento in piazza Loggia alle ore 15.00. I compagni che lo vogliono possono raggrupparsi in federazione alle ore 14.30.
Alla manifestazione ha dato la propria formale adesione anche la segreteria regionale di Rifondazione Comunista.
Battendo qui o sull'icona qui sotto potete scaricare il volantino di convocazione in formato pdf


domenica 31 ottobre 2010

Rolfi isolato è il tuo neurone - Brescia, gli immigrati sulla gru


"Rolfi, siamo migliaia, non siamo isolati. Isolato è il tuo unico neurone".
Così diceva uno dei bellissimi cartelli, fortunosamente ricavati dai più diversi materiali, che gli immigrati alzavano durante la manifestazione di sabato 30 ottobre. Rolfi, una delle tante facce da pierino non proprio sveglio che imperversano di questi giorni, specie dalle parti della girandola verde, per chi non lo sapesse è il vice-sindaco di Brescia. Sindaco di fatto, dicono, visto che il comunione-liberazione-compagnia-opere Paroli, sindaco di nome, è latitante vuoi per i suoi impegni di parlamentare, vuoi per quelli professionali. E proprio Rolfi è l'animatore di una incessante campagna razzista e xenofoba che soffia sul capoluogo bresciano, dopo essere stata incubata da lustri nel contado.
L'ultima missione, alla quale si è dedicato, è stata quella di stroncare la protesta dei migranti vittima della legge truffa e generatrice di truffe sul permesso di soggiorno a colf e badanti. Una sanatoria selettiva in senso classista a favore di quella parte di italiani che possono avere prestazioni di tipo servile in casa (come durante il fascismo: allora l'unico settore economico che ebbe un incremento numerico di addetti, addirittura un raddoppio, fu quello dei domestici); razzista e vessatoria verso gli immigrati, che rimangono comunque in condizioni di totale dipendenza e ricattabilità; contraddittoria nella sua formulazione ed applicazione.
Da settimane, riferiscono le cronache, Rolfi ha giurato che avrebbe sgomberato il presidio dei migranti stanziato nei giardinetti di fronte all'ufficio unico per l'immigrazione della prefettura, in via Lupi di Toscana, lungo il ring cittadino che corre lungo il tracciato delle mura venete - le mura che fino all'unità d'Italia hanno racchiuso la città di Brescia. In sostanza il presidio si trovava ai bordi del centro storico, in un posto in fin dei conti poco visibile, se non dagli automobilisti frettolosi che gli passavano fugacemente davanti nel percorrere il contro-ring di uscita dalla città.
Dopo vari rinvii lo sgombero era fissato perentoriamente: questo sarebbe stata la sua ultima settimana di vita: i proprietari delle due baracche, che la CGIL e le varie realtà, compresa Rifondazione Comunista, avevano affittato come rifugio per coloro che portavano avanti il presidio, erano già venuti a ritirarle da giorni, avendo avuto notizia certa che sarebbero state sequestrate, se fossero state trovate sul posto al momento dello sgombero.

Come risposta a questa escalation della giunta i migranti avevano da tempo indetto una manifestazione per il 30 ottobre. Quando è stata fatta la comunicazione di rito alla questura, si è venuti a sapere che per lo stesso giorno, la stessa ora, nella stessa piazza, era stata indetta in precedenza un'altra manifestazione, dagli alpini. I migranti esprimevano immediatamente la disponibilità a cambiare il percorso previsto, in modo da non interferire con la manifestazione degli alpini. Ben più difficile cambiare gli orari, con ventimila volantini già distribuiti. Addirittura impensabile farla slittare, visto che la manifestazione sarebbe stata anche un tentativo di scongiurare lo sgombero del presidio. Invece arrivava puntuale il provvedimento della questura che vietava la manifestazione. La via della trattativa trovava la strada inesorabilmente sbarrata, presumibilmente per il diktat negativo di Rolfi, spalleggiato apertamente negli ultimi tempi anche dal sindaco Paroli. Veniva deciso di procedere ugualmente alla manifestazione, anche senza autorizzazione.
Nelle foto qui sotto si può vedere lo schieramento di polizia che chiudeva i manifestanti sui vari fronti della piazza. Dopo che una funzionaria con fascia tricolore intimava inutilmente lo scioglimento, lo schieramento dei carabinieri verso la via san Faustino veniva spostato verso la fine di detta via, consentendo alla manifestazione di avvicinarsi alla piazza di Porta Trento, dove nel frattempo un "commando" pacifico di immigrati era riuscito a salira sulla enorme gru posizionata sul posto del cantiere della metropolitana di Brescia.

In vista della gru il corteo veniva bloccata dai carabinieri. Seguiva una fase di fronteggiamento, seguito da una violenta carica di breve durata. Durante questa carica vari manifestanti, soprattutto italiani o comunque regolari che facevano da interposizione, venivano travolti e violentemente colpiti. Tra essi tre compagni ed una compagna di Rifondazione. Approfittando del parapiglia la polizia catturava un compagno di Sinistra Critica, particolarmente attivo nelle varie lotte della sinistra.
Seguiva di nuovo una fase di stallo e di fronteggiamento, documentata in alcune delle foto. Nel frattempo molti dei manifestanti, attraverso un vicolo laterale, sfuggivano all'accerchiamento e raggiungevano la piazza di Porta Trento, sotto la gru occupata, e davano vita ad blocco del ring, riempiendo tutto l'incrocio di Porta Trento. Cominciava nell'area del cantiere, sotto la gru, una trattativa tra le forze che avevano promosso od avevano aderito alla manifestazione, e la controparte, tra cui il vicequestore vicario Ricifari.
Veniva raggiunto un accordo che prevedeva il rilascio immediato del compagno Sauro, l'ostaggio catturato in precedenza dalla polizia; la permanenza sulla gru dei nove giovani immigrati, ai quali veniva garantita la fornitura di cibo e di coperte; la concessione da parte della parrocchia di San Faustino di locali adeguati per la prosecuzione del presidio da parte di qualche decina di attivisti del movimento per il permesso di soggiorno. Per il resto, rispetto alle richieste del movimento - sanatoria con permesso di soggiorno per tutti, come dicevano lo striscione sulla gru e le bandane gialle portate in testa dagli immigrati come obbiettivo massimo, e risposte chiare, precise e motivate del ministero degli interni sui punti controversi e contraddittori della legge come obbietivo minimo - tutto è rinviato alla ripresa feriale.

In consuntivo c'è da notare l'apertura umana di settori della chiesa, e la secca sconfitta, al momento, delle pretese di Rolfi: il suo assalto al presidio di via Lupi di Toscana, con distruzione (per la seconda volta) della misere attrezzatura messe in campo dagli immigrati sembra proprio una vittoria di Pirro, meglio di pirla, visto che invece di un presidio seminascosta in periferia se ne trova due in pieno centro: uno sulla gru ed uno in via San Faustino.
Con in soprammercato la faccenda della legge-truffa sulla sanatoria colf e badanti che assume un rilievo nazionale...




Qui sotto il filmato realizzato da Paolo Clemenza per conto di Prc Brescia, mentre qui o cliccando sulla animazione gif che rappresenta il sogno-incubo dell'iponeuronico potete vedere il filmato di Ctvtelestreetbrescia


venerdì 29 ottobre 2010

Manifestazione per una soluzione equa della sanatoria colf e badanti

Riproduciamo qui il testo del comunicato stampa della Federazione di Brescia del Partito della Rifondazione Comunista sulla questione della sanatoria colf e badanti messa in atto dal governo Berlusconi.

Comunicato stampa

La Federazione di Brescia del Partito della Rifondazione Comunista esprime la propria attiva solidarietà alle persone in lotta da più di un mese per uscire dalla condizione di lavoratori occultati e di persone senza diritti alla quale sono costretti.
Denuncia il carattere in origine classista e discriminatorio che la legge sulla emersione dalla clandestinità per colf e badanti possiede nei confronti degli stessi italiani, essendo evidentemente diretta a garantire servizi alle famiglie che ne hanno la possibilità economica, in assenza dei servizi sociali pubblici che dovrebbero rispondere ai bisogni della generalità della popolazione.
Rimarca gli aspetti confusi ed arbitrari della legge e delle sue interpretazioni, che hanno comportato un danno economico rilevante a coloro che hanno fatto domanda di usufruirne, essendo richiesto il versamento anticipato di grosse somme, che per molti hanno raggiunto l'ammontare di qualche migliaia di euro, semplicemente seguendo le procedure consigliate; soldi che per gli interessati saranno comunque perduti, qualunque sia l'esito delle domande inoltrate; aspetti che forse potrebbero interessare il codice penale, se a compiere queste attività fossero dei privati.
Stigmatizza come assurda la circolare del ministero dell'interno che esclude dalla possibilità di usufruire della legge coloro che sono stati condannati come clandestini, in base ai provvedimenti di carattere strumentale e vessatorio introdotti nel 2004, che hanno trasformato la clandestinità in reato. Infatti in generale è assurdo che una legge fatta esplicitamente per i clandestini non valga per i clandestini. In particolare è assurdo trasformare una legge in un gioco d'azzardo, perché, dal momento che sempre di clandestini si tratta, solo i fortunati che non sono mai stati individuati prima possono usufruirne, mentre questa possibilità è proibita a chi ha avuto la sfortuna di incappare in qualche controllo.
La federazione invita perciò i propri iscritti e simpatizzanti a partecipare alla manifestazione che si terrà sabato 30 ottobre a sostegno delle legittime richieste delle persone migranti.

Federazione di Brescia del Partito della Rifondazione Comunista

giovedì 28 ottobre 2010

Alla Mandolossa (Brescia) Forza Nuova serve l'antipasto. Ma anche la rete antifascista c'è.

Ieri sera 27 novembre alla Mandolossa Forza Nuova ha fornito l'antipasto di quanto intende fare il 13 novembre con la manifestazione regionale (o nazionale?) indetta nei paraggi della sua sede bresciana in Viale Piave. Ma anche la rete antifascista è presente, e Forza Nuova non deve illudersi che il 13 la presenza dei compagni non sia all'altezza della situazione, tanto più che, per caso o volutamente, il 13 novembre è anche la ricorrenza della strage fascista perpetrata a Brescia contro i martiri partigiani di piazza Rovetta.
Certo che tutto sembra congiurare per la creazione di un clima sempre più teso a Brescia, dove si moltiplicano i motivi di attrito, con una politica repressiva sempre più spinta da parte della Lega Nord, ben fiancheggiata dal Pdl, che, quando si tratta di repressione antipopolare non è secondo a nessuno.
Preoccupa soprattutto il comportamento delle istituzioni, soprattutto quelle dipendenti direttamente dal ministro Maroni. Del tutto latitanti nel caso dell'attacco all'unità nazionale, prima ancora che all'imparzialità partitica che deve caratterizzare la scuola, nel caso dei simboli dello stato della padania-banania posti sulla scuola di Adro, si mostra ben presente nel vietare la manifestazione di sabato 30 ottobre indetta dai migranti vittima della sanatoria-truffa, carica del peccato originale della discriminazione razzista e di classe fin dalla sua nascita, che lo stato ha elargito in favore non certo di colf e badanti, quanto dei loro padroni, i quali rimangono i veri despoti di questa forza-lavoro ridotta strutturalmente in una condizione di semi-schiavitù.
Certo che, se il comportamento delle "forze dell'ordine", al comando ieri sera del vice-questore Ricifari, è un anticipo anch'esso del 13 novembre, c'è poco da stare allegri. Infatti la polizia, massicciamente presente, non solo ha garantito ai fascisti di tenere la loro "fiaccolata", non solo ha protetto la loro invasione della carreggiata stradale, interrompendo preventivamente il traffico sul segmento di via Vallecamonica interessato a questa performance fascista; ma con una manovra militare degna di miglior causa ha preventivamente chiuso i militanti della rete antifascista presenti nella morsa di due schieramenti di poliziotti, uno a schermo tra antifascisti e fascisti, l'altro alle spalle degli antifascisti. Bloccati in questo modo sui due lati, la polizia ha prima proceduto intimidatoriamente alla identificazione dei militanti della rete; e poi ha garantito, come si diceva, la perfomance dei fascisti di Forza Nuova, performance che è passata anche sulle reti televisive locali.
Qui sotto due foto che mostrano la situazione di accerchiamento dei militanti della rete attuato dalla polizia. Nella prima si può vedere lo schieramento di poliziotti che proteggono l'esibizione di Forza Nuova, con vista in direzione della città, nella seconda lo schieramento di polizia che chiude nella morsa gli attivisti della rete, con vista verso la frazione della Mandolossa.

mercoledì 27 ottobre 2010

Brescia NO stadio SI parco delle cave

La giunta comunale di Brescia (pdl - lega) ha deciso di costruire un nuovo stadio mettendo in "pensione" il glorioso Rigamonti di Mompiano. Il progetto prevede che il nuovo stadio dovrà sorgere a San Polo, quartiere che si trova nella periferia sud di Brescia, più precisamente nella zona dove da anni è stato richiesto dagli abitanti la realizzazione del parco delle cave, una vasta zona di verde e laghetti. L'area, con il progetto del nuovo stadio, verrebbe invece selvaggiamente cementificata, non solo dall'area sportiva, ma da una zona residenziale e da una nuova strada. Inoltre togliendo lo stadio Rigamonti, nella zona di Mompiano si verrebbero a creare nuovi grandi affari edilizi molto appetibili ai soliti speculatori.
Contro i progetti della giunta libero-leghista il 9 ottobre si è tenuta una manifestazione che il comitato spontaneo contro le nocività e il Codisa hanno organizzato per far fronte all'ennesimo ostacolo alla realizzazione del parco delle cave.
Nel filmato qui sotto, realizzato dai compagni della Federazione del Prc di Brescia, alcuni momenti del corteo, che si è snodato da San Polo a Buffolara, per finire al laghetto gestito dalla Federazione Italiana Pesca Sportiva, in via Serenissima, pregevole esempio di recupero di una cava mediante la sua valorizzazione ambientale e sociale.