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martedì 26 maggio 2015

La Grecia e l'Europa

Diventa sempre più chiaro, anche per i ciechi intellettuali, come la costruzione europea sia un mostruoso marchingegno messo in piedi dalla borghesia dominante per estorcere dai popoli europei il massimo di profitto. I politici europei mascherati da scienziati dell'economia procedono a delineare una azione puramente politica, e sempre più anche militare, per ampliare la loro sfera di influenza. Emblematico e drammatico il doppio binario seguito nei confronti di Grecia ed Ucraina. Mentre verso la prima prosegue implacabile l'opera di strangolamento, tanto più feroce quanto più la Grecia ha osato mettere in discussione i principi del salasso programmato, verso la seconda l'Europa largheggia in "aiuti". In realtà il binario è unico, ed anche quelli che al momento per Kiev possono sembrare aiuti, se riveleranno al momento giusto altrettanto corde al collo anche per il popolo ucraino.
Questo è il quadro nel quale un eroe della Resistenza greca al nazifascismo di settanta anni fa, il più che novantenne Manolis Glezos, ha lanciato al suo popolo l'appello che segue.

Appello al popolo greco
di Manolis Glezos, traduzione di Gigi Viglino

Scendiamo in piazza adesso, lo dobbiamo alle generazioni future
Strangolamento!
Solo questa parola può descrivere quanto i sedicenti «partner» europei hanno fatto sadicamente da quattro mesi, a detrimento del nostro popolo e del nostro governo, sotto gli applausi continui dei loro alleati nazionali.
Sembra che abbiano messo un sacchetto di plastica sulla testa di ogni cittadino di questo paese, dopo che il popolo greco ha osato sollevarsi e dire: Basta!
Ogni giorno constatiamo la presa in giro che viene dall’alto. Vengono diffuse dichiarazioni insidiose con la certezza che solo una voce merita di essere ascoltata, poiché è una grande fortuna essere la voce di un Onnipotente (ancorché corrotto) tedesco, di un venerabile (ma felice di vivere in un paradiso fiscale) lussemburghese, di un rispettabile (anche se molle e noncurante) francese, o di un imbroglione dei Paesi Bassi, abile nel mettersi in ginocchio davanti all’Onnipotente.
Guardate a che cosa assomigliano l’Europa e queste «istituzioni»!
Ma che ne è di noi? Che cosa faremo? Che cosa vuol fare il popolo greco?
Resteremo passivamente in casa a guardare la televisione, sperando che la catastrofe che colpisce l’insieme del paese rimanga lontano dalla nostra porta?
Rimpiango di essere lontano dalla Grecia questa volta. Ma soffrirò ancora di più se non vedo le persone scendere domani in piazza con tutta la loro collera di dignità trasformata in un’azione politica diretta contro quanti pianificano il loro annientamento.
È nostro dovere verso le generazioni future dire a questi pescecani che si presentano come creditori che non abbiamo più sangue da dare.
Scendiamo in piazza per dire al nostro governo: siamo al tuo fianco, ma solo se non fai marcia indietro.
A metà del I secolo della nostra era, qualcuno il cui nome non è passato alla storia diceva: «Finché la memoria della libertà è viva nella spirito del popolo asservito, lui la cercherà e resisterà. Ma quando prevarrà il male, il popolo non crederà più che se ne può liberare, e cercherà solo di adattarvisi. A quel punto la distruzione sarà completata ».
Compatrioti greci, adesso è il momento di mostrare a tutto il mondo che noi abbiamo conservato la memoria della libertà, l’idea della resistenza.

sabato 23 maggio 2015

IL CAPPIO DEL DEBITO Dialogo solidale di donne PIGS

IL CAPPIO DEL DEBITO

Dialogo solidale di donne PIGS
L’Europa e la Troika in nome del debito riducono gli spazi di democrazia, calpestano i diritti, salvano le banche e impoveriscono paesi.L’occasione di un incontro per confrontarsi con altre forme di resistenza, mutuo-soccorso, esperienze di lotta, di mobilitazione e organizzazione politica.
Ne parleremo con:
Anna Maria Iatrou (Grecia)
CENTRO DONNE AUTOGESTITO a SALONICCO 
Lorena Garròn Rincòn (Spagna)
PODEMOS e Circolo Femminista di SIVIGLIA.
APERICENA AL CAFFE’ LETTERARIO
LUNEDI’ 1 GIUGNO ALLE ORE 19.00
10 euro- prenotazione con sms 3396976563

La lotta delle donne per i diritti di tutte\i!


Donnenellacrisi” Brescia

mercoledì 20 maggio 2015

L'arte per l'autofinanziamento - PRC Brescia

Come noto il nostro partito, e tanto più la Federazione di Brescia ha ormai poche fonti di finanziamento. Come segreteria provinciale abbiamo portato avanti una iniziativa che ha già dato buoni risultati per il Prc in varie occasioni. Approfittando della disponibilità di un compagno programmiamo un'asta di quadri per il 6 e 7 giugno.
In allegato la locandina: sarebbero quattro pagine a formare un pieghevole. Auspichiamo che l'iniziativa abbia anche il vostro favore e veda la vostra partecipazione: molti dipinti non saranno soggetti ad asta, ma saranno prezzati a livelli "popolari".

L'ARTE PER L'AUTOFINANZIAMENTO
SALA INCONTRI CASA DELLA SINISTRA
VIA ERITREA 20 - BRESCIA

ASTA

SABATO 6 GIUGNO ORE 15.30 – 18.30

DOMENICA 7 GIUGNO ORE 10.00 – 13.00

I quadri saranno visitabili durante le ore di apertura della sede di Rifondazione nelle settimane precedenti l'asta





mercoledì 13 maggio 2015

Un Nobel poco nobile

Sono passati anni ormai da quando Barak Obama fu scandalosamente insignito del Premio Nobel per la pace «per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli» prima ancora che si potesse apprezzare la realtà della sua azione come presidente della potenza leader mondiale, se non altro per limiti oggettivi di tempo. Ora il caso del "danno collaterale" costituito dalla uccisione del cooperante italiano Giovanni Lo Porto fa esplodere a livello di massa lo scandalo della "guerra dei droni", iniziata da Bush II, ma portata alla sua massima estensione-pianificazione dal Nobel-Obama appena insediato alla Casa Bianca, prima della sua "nomination" al premio.
In realtà sul web da anni circolava la notizia, dotata di tutti i crismi della fondatezza, sul ruolo diretto di Obama come boia ufficiale degli Usa, nel senso di essere il decisore finale ed inappellabile delle condanne a morte inflitte a centinaia in tutte le latitudini del globo con simpatico "metodo drone", che evitava al bravo cittadino americano lo effetto-Vietnam, con lo spettacolo disdicevole delle salme dei "ragazzi" americani che sbarcavano dagli aerei dentro agli igienici sacchi neri. Ora la notizia è passata perfino nei telegiornali di tutte le reti, sia pure come qualcosa di scontato, indegno di una semplice riflessione, in modo più implicito che esplicitato e chiarito.
Non è questo il caso della rete. Prendiamo ad esempio una corrispondenza di "La Stampa" online del 23/04/2015  :
L’uccisione di Warren Weinstein e Giovanni Lo Porto è il primo errore ammesso dal presidente Barack Obama nella conduzione della guerra dei droni. Da quando si è insediato alla Casa Bianca, nel gennaio 2009, Obama ha trasformato i droni nell'arma prescelta della caccia ai terroristi portando il numero di attacchi dalle poche di decine ereditate dal predecessore George W. Bush a centinaia l’anno.  
La scelta degli obiettivi avviene attraverso un metodo che l’attuale capo della Cia, John Brennan, rese pubblico in occasione della campagna per la rielezione di Obama nel 2012: i servizi di intelligence redigono una “Kill List” che viene sottoposta al presidente, che decide chi viene eliminato. Ciò significa che il presidente degli Stati Uniti ha una responsabilità, personale e diretta, nell'autorizzazione ad uccidere che, di volta in volta, viene assegnata alla Cia per colpire l’obiettivo prescelto. In questo caso l’errore, da Obama ammesso subito, chiama in causa il metodo di operare dei droni a cui finora veniva attribuita la capacità di colpire con precisione il terrorista di turno.
Con tutto questo - ed è la notazione più terrificante - la cosa non ha suscitato nessuno reazione di massa, nessuno sandalo nei farisei sempre pronti a stracciarsi le vesti di fronte alla violenza ed al "mancato rispetto delle regole". Evidentemente le "nuove regole" impongono che, basta averne la potenza, le condanne a morte siano pronunciate "ad libitum", a piacere della persona che appunto ricopre la carica politica di capo della superpotenza massima. E il nostro aspirante "capataz" intenderà questo quando parla di primato della politica? Per intanto si è limitato a chiedere di poter anche lui il ditino sul bottone che sgancia le bombe - ve lo ricordate quando è andato in America?

COMITATO STOP TTIP BRESCIA - SABATO, 16 MAGGIO 2015

Nell'ambito della Campagna italiana contro:
 il Trattato Internazionale per la Liberalizzazione del Commercio (TTIP)
 l'Accordo per il commercio dei servizi (TISA)
 l'Accordo globale commerciale ed economico (CETA)

SABATO, 16 MAGGIO 2015
ore 15.00 -18.00
Cinema Teatro Sereno
Traversa XII nr. 158 -Villaggio Sereno, Brescia


sabato 2 maggio 2015

Primo maggio alternativo a Brescia

Come è tradizione consolidata, i partecipanti alle manifestazioni mattutine del primo maggio a Brescia si sono ritrovati tutti nei pressi di Garibaldi a cavallo, nella piazza a lui dedicata, un ampio slargo che contiene un buona massa di persone, dilatabile a piacere lungo i viali della circonvallazione delle mura venete, senza obbligatoriamente bloccare il traffico.
Da qui i manifestanti si sono diramati in direzioni diverse: la massa decisamente più consistente si è diretta verso il centro percorrendo per un tratto il corso Garibaldi, per raggiungere la centrale Piazza Loggia attraverso qualche zig-zag lungo il percorso. Questo corteo era vistosamente diviso in due tronconi: davanti il corteo unitario dei confederali, seguito a qualche distanza da un secondo spezzone, con propri mezzi vocali e propri striscioni, formato da un ampio coagulo di vari forze sindacali, politiche, associative, accomunate dal rifiuto radicale delle scelte del governo e contrarie al supporto o alla tiepida lamentala formale che verso di esse da molto tempo contraddistinguono l'azione delle centrali sindacali confederali.
Un percorso autonomo hanno seguito, anche qui secondo la loro tradizione, gli aderenti a Lotta Comunista, che in occasione del Primo maggio mostrano, una volta all'anno, la loro esistenza corporale, con un proprio corteo e una loro conclusione separata nei pressi di Piazza Vittoria.
Infine un gruppo formato dagli attivisti di Radio Onda d'Urto e dai gruppo ad essa legati, come il Magazzino 47, il Kollettivo studenti in lotta (strano, per chi ha vissuto la contestazione storica che ha demolito la vecchio struttura gerarchico-cattolica, per lo meno in campo culturale, l'uso della Kappa, sinonimo allora di nazifascismo, da parte di rivoluzionari), l'Associazione diritti per tutti...
Alla fine sia lo spezzone alternativo che ha seguito il percorso dei confederali fino a Piazza Loggia, sia il corteo di Radio Onda d'Urto, che aveva invece percorso le vie del Carmine, si sono ritrovati in Pizza Rovetta, dove sostanzialmente hanno trovato un "modus convivendi".
Qui sotto alcune foto di questa compresenza tutto sommato pacifica, ed un breve filmato di egual contenuto.

Da primo maggio 2015
primo maggio 2015