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domenica 30 ottobre 2011

Brescia 30 ottobre 2011: i migranti tornano sotto la gru

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, favorevole per i migranti, a Brescia le cose per non si sono appianate per loro. Le revisioni delle situazioni personali di coloro che avevano fatto domanda di regolarizzazione, ed erano caduti sotto la mannaia della circolare Manganelli, procedono col contagocce, per non parlare dei truffati in senso stretto da "padroni" che hanno intascato i soldi e sono spariti.
Quindi il coordinamento migranti ha pianificato una serie di attività che culminerà in una grande manifestazione il 12 novembre. Per intanto si è cominciato con un presidio sotto il luogo-simbolo della loro lotta: la gru. Il presidio si è concluso con un breve corteo - più che altro un trasferimento - verso piazza della Loggia, dove però i migranti non sono potuti entrare per lo sbarramento della polizia.
Qui sotto alcune foto della manifestazione

mercoledì 26 ottobre 2011

Il sindaco lancinante: una copia del berlusca. Almeno per la coazione a ripetere.

L'otto febbraio di quest'anno Rifondazione Comunista di Brescia ha depositato un esposto alla Corte dei conti perché non fossero i cittadini a pagare i capricci del sindaco lancinante Lancini Oscar Danilo. Già che ci siamo aggiungiamo due fresche  notizie per aggiornare la lista delle imprese del lancinante. La prima dimostra nel odo più lampante insieme l'infantilismo e il banditismo politico del lancinante. Si tratta di questo: la Rete antifascista bresciana ed il Centro sociale 28 maggio, due realtà non del tutto estranee a Rifondazione comunista di Brescia, intendevano presentare proprio ad Adro il libro di Walter Peruzzi e Gianluca Paciucci "La svastica verde", giudicando che difficilmente si potrebbe trovare luogo più a proposito rispetto a comportamenti para-nazisti della Lega. Per tutti valga il caso famoso dei bimbi senza mensa. Ma ad Adro vige la "democrazia padana": per accedere alla sala civica pubblica bisogna pagare in via definitiva mille euro, a meno che non ci sia il patrocinio del comune sulla iniziativa: nel qual caso la sala è gratuita. Si decide dunque di fare la presentazione in piazza, avvisando come di norma la questura. Nel bel mezzo della presentazione il lancinante toglie l'illuminazione pubblica, con grande sconcerto dei vigili presenti, e grande incazzatura di questura e carabinieri, che non vedono più nulla e non possono più svolgere il loro lavoro. Naturalmente l'assemblea, dotata di generatore autonomo, è proseguita regolarmente.
L'altra novità riguarda più da vicino l'oggetto di questa nota: è arrivato a conclusione il processo della Associazione che gestiva la mensa, Associazione estromessa appunto dal lancinante per poter procedere col suo lavoro di affamamento socio-razziale dei bambini di Adro. Il sindaco è stato condannato a pagare 28.000 euro di danni alla Associazione. Qui, come per i simboli padani, argomento del nostro esposto, la domanda è: chi paga? E' possibile che siano i cittadini a pagare, tramite le casse comunali. le follie di Lancini?
Questo il motivo che ci spinge, dopo quasi otto mesi dall'inoltro del nostro esposto, a chiedere formalmente alla Corte dei conti quale ne è stato l'esito.
Qui sotto potete leggere copia della richiesta alla corte dei conti.

Nessuna riconversione per la Breda-Oto-Melara di Brescia?

La Oto Melara di Brescia: una fabbrica smontata pezzo per pezzo.
Dagli anni '90 in poi non si è fatto altro che esternalizzare le produzioni e ridurre il personale.
La Oto Melara di Brescia, ex Breda è passata così dai circa 900 dipendenti degli anni '80 agli attuali 160, sui quali si sta per abbattere l'ennesimo intervento di "razionalizzazione del processi produttivi", per usare le parole della società del Gruppo Finmeccanica. In concreto significa la richiesta di 40 mobilità e dell'esternalizzazione di 15 dipendenti dei servizi di logistica ad un'altra società, sempre Finmeccanica, chiamata Fata Logistic Systems. Per questi ultimi, addetti alle operazioni di logistica interna (magazzini, movimentazioni materiali e spedizione prodotti), lo strumento utilizzato per "esternalizzarli" è quello classico della cessione di ramo d'azienda.  Questo è l'ennesimo colpo di mannaia dell' Oto Melara che ha suscitato una risposta forte da parte dei lavoratori che da più tre settimane fanno due ore di sciopero al giorno presidiando i cancelli dello stabilimento. Questa forma di lotta, molto impegnativa anche dal punto di vista economico, è stata decisa dai lavoratori con le assemblee dei Guppi Omogenei che hanno rigettato il piano aziendale pretendendo la presentazione di un piano industriale che rilanci le produzioni dello stabilimento bresciano, anche con attività di ricerca e di individuazione di nuovi prodotti. I punti stabiliti della assemblee dei lavoratori sono precisi: oltre agli investimenti nella progettazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, il rafforzamento del settore promozione e vendite, il mantenimento delle lavorazioni speciali e strategiche e la garanzia che i reparti (a partire dal montaggio) vengano messi nelle condizioni di lavorare al meglio.

giovedì 20 ottobre 2011

No alla morsa repressiva

Sabato alle 16.00 da Piazza Loggia manifestazione contro la repressione.
L'argomento è ancora più di attualità dopo i fatti di Roma, dove, da una parte gruppi di persone più o meno giovani, più o meno organizzate, più o meno infiltrate, hanno dato vita ad intollerabili atti vandalici lungo il percorso del corteo, che hanno rovinato la manifestazione. Dall'altra parte la polizia ha sigillato tutto il il corteo, tanto che, quando i compagni della federazione di Brescia, vista la situazione, hanno tentato di tornare alla stazione Termini, non hanno potuto farlo, perché le strade erano tutte bloccate; ed poi ha approfittato della situazione per condurre un attacco sconsiderato alle decine di migliaia di manifestanti pacifici già presenti in Piazza San Giovanni. Da questo attacco sono nati i veri e propri scontri in Piazza San Giovanni, durati ore, scontri che hanno formato un tappo che ha bloccato le altre centinaia di migliaia di manifestanti lungo i chilometri del percorso. Questa, al momento, sembra la ricostruzione dei fatti, cercando di mettere insieme le notizie accertate.
E naturalmente l'esito di questa tenaglia tra "opposte violenze" è la proposta di stringere sempre più la morsa della repressione, con Di Pietro all'avanguardia, e con Alemanno che ha vietato le manifestazioni a Roma: come sapete la FIOM domani 21 ottobre non potrà sfilare, in occasione dello sciopero generale del gruppo FIAT,  e dovrà stare ferma (sit in) a Piazza del Popolo.
Noi non possiamo accettare, di fronte al peggioramento continuo della situazione, che questa spirale porti con sé la limitazione delle libertà democratiche garantite dalla nostra Costituzione.
Rifondazione Comunista, che fa parte del comitato per le libertà e contro la repressione, invita tutti a partecipare.
Qui sotto potete scaricare il volantino della manifestazione.
Qui sotto invece potete scaricare il testo dell'appello.
Foto della manifestazione

venerdì 14 ottobre 2011

Un caldo augurio e un ringraziamento a Daniele Pigoli dalla Federazione provinciale del Prc

Comunicato stampa

Il Circolo di Rifondazione Comunista di Ospitaletto insieme al gruppo di Alternativa a Sinistra per Ospi, annunciano le dimissioni del loro consigliere comunale Daniele Pigoli per motivi di SALUTE.
Questo non cambierà l’impegno nella coalizione di centrosinistra nella nuova amministrazione in linea con i programmi concordati in campagna elettorale, con i quali si è vinto le elezioni 2011 ad Ospitaletto.
Ringraziamo Daniele per l’impegno messo in questi mesi, augurandogli di ristabilisti quanto prima.

                                                                Circolo di Rifondazione Comunista di Ospitaletto
                                                                              e  Alternativa a Sinistra per Ospi

mercoledì 12 ottobre 2011

Un film di Holliwood - Coalizione rossa

Allarme Usa: Iran aiutato dai narcos per progettare attentati Accuse all'Iran dagli Stati Uniti.

"La Casa Bianca dice che il paese arabo avrebbe sostenuto il progetto di uccidere l'ambasciatore saudita a Washington. L'Iran ha respinto con rabbia le accuse.

L’Fbi e la Dea avrebbero sventato un piano iraniano per una serie di attentati contro obiettivi israeliani e sauditi negli Stati Uniti. L’operazione chiamata Coalizione rossa, sarebbe partita in maggio quando un americano di origini iraniane si è messo in contatto con un informatore della Dea che pensava legato ai narcos. L’uomo cercava un sicario per uccidere l’ambasciatore saudita a Washington e ha detto di seguire gli ordini di «un alto esponente del regime». I due si sono incontrati due volte e hanno stabilito un ingaggio di 1,5 milioni di dollari per il killer. L’iraniano-americano è stato arrestato e ha deciso di collaborare con le autorità americane.

Se la storia fosse confermata, potrebbe avere contraccolpi pesanti sulla scena diplomatica internazionale.

In una conferenza stampa il direttore dell'Fbi Robert Mueller ha detto che il piano potrebbe essere stato preso da un film di Hollywood."

Senza pudore. Da qualche tempo i sinistri più sinistri, che finiscono regolarmente per fare i trombettieri della NATO e degli USA, stanno puntando il dito contro l'Iran, in quanto stato fascista, fondamentalista, antifemminista, antisemita, e chi più ne ha più ne metta. Puntuale come un orologio svizzero arriva la notizia riportata qui sopra. La formulazione è ripresa da Vanity Fair.it, ma la vera e propria TASS dei nostri giorni, cioè i vari Televideo e Mediavideo, la davano con la massima serietà in termini ancora più fantasiosi. Ci sarebbe da spanciarsi dalle risate, se la cosa non fosse tremendamente seria. 
Inesorabilmente il piano di destabilizzazione-ristrutturazione del potere mondiale messo in atto dall'establishment americano sotto la copertura del "nero" e "democratico" Obama va avanti. Molto prima che salisse al potere qualcuno aveva disegnato la strategia degli ambienti che hanno partorito Obama, strategia che vede il suo perno geopolitico nel controllo dell'Afganistan, come ponte di lancio per attacchi alla Cina, all'Iran, all'Asia Centrale ex sovietica, saldandosi all'Irak; e con la copertura delle "rivoluzioni" egiziana, siriana, libica e così via.  Certo, non è detto che la ciambella riesca col buco, ma i venti di guerra generale spirano sempre più forte. Chi vivrà vedrà.

La svastica verde ad Adro - presentazione in piazza del libro di Walter Peruzzi

Questa sera, mercoledì 12 ottobre 2011 alle 20.30, in Piazza del Mercato ad Adro, in centro al paese, presentazione pubblica del libro di Gianluca Paciucchi e Walter Peruzzi "La svastica verde". L'incontro si svolgerà in piazza, in quanto, come noto, una delle pratiche fascistoidi del sindaco di Adro (ma si tratta di una direttiva generale della Lega) è quella di impedire la vita democratica, chiedendo cifre esorbitanti per la concessione della sala comunale. Nel caso di Adro vengono chiesti mille euro. A meno che tu non sia amico del Sindaco-podestà. In tal caso il Comune ti dà il patrocinio, e la sala ce l'hai gratis.
Qui sotto potete scaricare il volantino della manifestazione.

Si comincia bene!

COMUNICATO DEI GC SULL’AGGRESSIONE VERBALE SUBITA DAI COMPAGNI AL CORTEO STUDENTESCO DA PARTE DI UN CAPETTO DEL KOLLETTIVO

A quanto pare le mobilitazione studentesche a Brescia non appartengono a tutti gli studenti indignati, ma solo al Ksl. La mattina di venerdi 7 ottobre è stata per i compagni dei GC presenti nel corteo un susseguirsi di richieste, prima più tranquille ed educate poi al limite dell’aggressione, di non mostrare la bandiera dell’organizzazione di cui fanno parte, cioè Rifondazione Comunista. Conosciamo bene le posizioni di autonomia e antipolitica del Kollettivo, ma mai avremmo pensato potessero giungere al fanatismo di voler monopolizzare con tutti i mezzi una manifestazione che in teoria dovrebbe essere aperta e di tutti, ma che loro considerano propria. La mobilitazione del 7 ottobre era infatti nazionale e non può essere di proprietà privata di chi ha convocato il corteo. Se un primo tentativo di volerci privare della nostra identità si è risolto in una pacifica discussione, il secondo, portato in atto da un capetto del Ksl, ha avuto invece i caratteri di una vera e propria aggressione autoritaria: insulti al compagno che aveva la bandiera, intimidazioni e volgari minacce. Al nostro tentativo di discutere civilmente abbiamo avuto in risposta solo grida e atteggiamenti stizziti, fino alla minaccia vera e propria, quando costui, dopo che un compagno aveva definito questo atteggiamento “fascismo”, gli si è parato davanti sfidandolo a ripeterlo e pronto ad aggredirlo. Respingiamo con forza questi atteggiamenti autoritari così come respingiamo la volontà del Ksl di appropriarsi di tutti gli studenti in piazza vietando qualsiasi simbolo che non sia il loro, e ribadiamo la necessità di un fronte che sia aperto e democratico e che individui i nemici nei capitalisti in tutte le loro declinazioni, e non nei compagni. Per quanto ci riguarda, in quanto marxisti continueremo a lavorare per l'unione delle lotte dei lavoratori e degli studenti e per la creazione di un'alternativa al capitalismo. E, a differenza di qualche capetto autoritario, continueremo a rispettare tutti i compagni.

martedì 4 ottobre 2011

BRESCIA RIFIUTA IL DEBITO

La sinistra di alternativa bresciana è in dirittura di arrivo per la realizzazione del progetto di presentarsi insieme all'appuntamento europeo e mediterraneo del 15 ottobre.
La federazione di Brescia del Prc ha teso a questo risultato fin dall'inizio, facendosi promotrice di un invito a tutte le forze della sinistra di alternativa, allargato anche alle altre forze democratiche. La nostra iniziativa è confluita nella assemblea di Giovedì 22 settembre alle ore 20.45 presso il Magazzino 47, assemblea alla quale ha partecipato un largo fronte della sinistra di alternativa e di movimento di Brescia. In quella occasione è nato il "Coordinamento Brescia rifiuta il debito”, che ha poi gestito le fasi successive.
Ad ora è definitiva la decisione di organizzare in comune tra le nove realtà aderenti al coordinamento la partecipazione alla manifestazione nazionale del 15 a Roma tramite pullman, con la richiesta ai partecipanti di un contributo di 10 euro, salvo offerte volontarie individuali che ovviamente saranno ben accette A copertura del costo effettivo dei pullman, che a pieno carico verrebbe a costare più di trenta euro a partecipante, concorreranno le realtà aderenti al coordinamento.
Chi vuol venire a Roma il 15 può telefonare al pomeriggio al nostro numero 0302411021.

Qui sotto potete scaricare l'appello condiviso "Brescia rifiuta il debito".

Se a Brescia si è raggiunto l'accordo adottando l'appello generale scaricabile sopra, è però evidente che il movimento che scenderà in piazza il 15 ottobre risponde a diverse ispirazioni. Restringendoci all'area della sinistra di alternativa, la differenza diventa palpabile leggendo anche superficialmente il documento che per brevità è noto come "documento Cremaschi", ed il documento uscito dagli "Stati generali della precarietà" di Bologna. La differenza più lampante sul piano istituzionale è l'ancoraggio che il "documento Cremaschi" compie ai diritti sanciti dalla Costituzione italiana, esigendo per altro il loro AMPLIAMENTO, mentre il documento Precario non si occupa assolutamente di questo livello delle problematiche in campo. Più in generale l'appello "Cremaschi", oltre che essere molto più ricco di temi, pur essendo più breve, si preoccupa di delineare per ognuno di questi temi delle PROPOSTE. Il documento "Precario" lancia richieste molto ardite, senza che si intraveda chi potrebbe dare loro attuazione. Un esempio per tutti: il reddito di base garantito. Con parole diverse, la richiesta è presente in entrambi i documenti. Ma mentre il documento "Cremaschi" aggancia appunto il livello costituzionale (dove nell'articolo 3 della Costituzione si potrebbe leggere, estensivamente, il diritto appunto alla disponibilità garantita a tutti dei mezzi di sussistenza), e si preoccupa di abbozzare tempi e modi per attuare la richiesta, nel documento precario l'unico strumento individuato sembra essere quello del "diritto all'insolvenza" generalizzato, con disinvolto trapasso dalle condizioni individuali a quelle collettive e sociali. Inutile poi cercare in esso qualsiasi riferimento agli organismi che dovrebbero dare attuazione a questa come alle altre richieste. Tutto sembra affidato alla "soggettività" ed alle risorse della "rete".

Qui sotto potete scaricare i due documenti affiancati e sensibilizzati per apprezzare le differenze.