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giovedì 29 gennaio 2015

NUTRIRE IL PIANETA O NUTRIRE LE MULTINAZIONALI? - A MILANO IL 7 FEBBRAIO 2015

COMUNICATO SU CONVEGNO 7 FEBBRAIO 2015
“NUTRIRE IL PIANETA O NUTRIRE LE MULTINAZIONALI?” 
Il Prc della Lombardia invita alla partecipazione al Convegno internazionale che si terrà il 7 febbraio 2015 alla sala Alessi di P.zo Marino “Nutrire il Pianeta o nutrire le Multinazionali?” e aderisce al manifesto che lo promuove sottoscritto da esponenti del Comitato Beni Comuni e altre personalità della cultura, della sinistra e della società milanese.
L'incontro porrà in risalto le contraddizioni che Expo' 2015 contiene al proprio interno sul tema che lo caratterizza “Nutrire il Pianeta – Energia per la vita” e di cui finora ben poco si discusso, avendo concentrato sforzi e attenzioni esclusivamente sugli aspetti immobiliaristici e sulle inutili infrastrutture che lo stanno accompagnando.
Dal punto di vista dei contenuti, Expo si preannuncia concentrato a sostenere le ragioni e gli interessi dell'agrobusinnes internazionale, il quale, al di là di affermazioni generiche sulla sostenibilità e di lotta alla fame, in realtà costituisce la causa delle problematiche legate alla sottoalimentazione nelle aree del sud mondo e agli sprechi alimentari nel nord.
In proposito il “Protocollo mondiale sul cibo” su cui si orienterà la tematica agricola e nutrizionale dell'evento ne costituisce una cartina di tornasole, laddove neppure si accenna al tema della sovranità alimentare, unica strada per affrontare l'emergenza dell'accesso al cibo di quasi un miliardo di persone. Non è un caso che ne sarà affidata la gestione alla Fondazione Barilla e che si sia già sottoscritto una partnership con Nestlè per la fornitura di 150 milioni di bottiglie d'acqua nel mondo con il logo di Expo.
Il Convegno del 7 febbraio si propone invece di muovere da questa necessità, partendo dalle esperienze dei movimenti di agricoltura contadina mondiale (Via Campesina), mettendo in evidenza le problematiche che la finanza e la speculazione producono sui prezzi delle materie prime a scapito dell'agricoltura contadina e di sussistenza, oltre a mostrare il ruolo delle multinazionali del settore e a sostenere il diritto all'acqua.
Crediamo che da questa iniziativa possa muovere un percorso di costruzione di proposte alternative ai modelli agroalimentari che la faranno da padrone durante il “grande evento”, anche valorizzando le esperienze locali di sovranità alimentare in atto e sostenendo i conflitti e le lotte che mettono in discussione i paradigmi su cui Expo' 2015 si è finora largamente basato e a cui  farà riferimento.
Per questo il Prc lombardo invita alla partecipazione il 7 febbraio e ai percorsi comuni che ne scaturiranno.
Vincenzo Vasciaveo            responsabile regionale Agricoltura, Economia solidale, Beni Comuni
Antonello Patta        segretario regionale Lombardia

martedì 20 gennaio 2015

Dordoni - Comunicato congiunto Segretario nazionale - regionale - provinciale del Prc

PAOLO FERRERO«IL GOVERNO CHIUDA IMMEDIATAMENTE LE SEDI DI CASA POUND, GLI ALLEATI DELLA LEGA. SABATO TUTTI A CREMONA CONTRO IL FASCISMO»


«L'aggressione dei fascisti di Casapound al centro sociale Dordoni di Cremona e il feroce pestaggio di Emilio, continuato con calci e sprangate anche quando era già svenuto, appare sempre più un'azione preordinata con fredda e cinica determinazione. 
La violenza come strumento per l'eliminazione fisica degli avversari è del resto nel dna di Casapound che si ispira esplicitamente all'epopea squadrista del fascismo delle origini. 
Non casualmente il centro Casapound di Cremona, forse il più importante del nord Italia si chiama "Stoccafisso" a memoria dello stecco di pesce disseccato che i fascisti alternavano al manganello per bastonare i democratici. 
Casapound negli ultimi anni é stata protagonista di atti di violenza squadristica sempre più numerosi, l'ultimo, un'azione squadristica simile a quella di Cremona è avvenuto a dicembre a Magliano Romano, e ha recentemente confermato la sua matrice razzista, xenofoba, intollerante e violenta con manifesti inneggianti al personaggio che due anni fa uccise due senegalesi a Firenze. 
A Napoli poi gli squadristi locali di Casapound, arrestati due anni fa, sono a processo con l'imputazione di eversione di matrice fascista. 
La tracotanza di questa formazione neofascista è ultimamente cresciuta anche grazie alle alleanze e coperture di cui gode negli ambienti della destra istituzionale, in primo luogo la Lega di Salvini, di cui Casapound è diventata alleato. 
Allora cosa aspettano il ministero degli Interni e le altre istituzioni a intervenire e chiudere le sedi di Casapound a partire da quella di Cremona?! 
Mentre esprimiamo la nostra vicinanza a Emilio, con l'auspicio che si riprenda presto, ai suoi amici e compagni del Dordoni, ai familiari, confermiamo l'adesione di Rifondazione Comunista alla manifestazione indetta per sabato 24, alle ore 15 a Cremona, dal Centro sociale Dordoni e invitiamo tutti a partecipare, per dire con forza"Basta squadrismo fascista"».

Aggressione fascista al Dordoni - Solidarietà del Prc Regionale

AGGRESSIONE FASCISTA A CREMONA

PATTA (PRC LOMBARDIA):
"COSA ASPETTANO LE AUTORITA' A CHIUDERE LA SEDE DI CASA POUND DOPO LA NUOVA AGGRESSIONE A UN MILITANTE DEL DORDONI!
FORZA EMILIO! TI SIAMO VICINI!

Non è la prima volta che militanti di Casapound di Cremona aggrediscono compagni del centro sociale Dordoni, mostrando volontà persecutoria e premeditazione.
Questa volta si sono fatti dare man forte da gruppi provenienti da altre città appositamente per portare a compimento una nuova vile e brutale aggressione ferendo gravemente un militante del Dordoni.
In primo luogo vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà al centro sociale Dordoni, e soprattutto la vicinanza ad Emilio, facendo un grande tifo perché si riprenda presto!
Vogliamo poi, come PRC della Lombardia, esprimere la nostra più ferma condanna verso questo ennesimo episodio di violenza fascista chiedendo con forza la chiusura della sede cremonese di Casapound.
Da tempo impegnati, come Partito della Rifondazione Comunista, contro la risorgenza di gruppi neofascisti che fanno della demagogia, del razzismo, dell'intolleranza e della violenza le loro bandiere, invitiamo le federazioni del Prc della Lombardia a mobilitarsi in tutte le città con iniziative di denuncia e condanna.
Mentre seguiamo con trepidazione e speranza l' evolversi delle condizioni di Emilio, valutiamo modi e tempi delle iniziative di mobilitazione piu generali da assumere che comunicheremo quanto prima.

Ma la legge Mancino esiste ancora? - Casapound di nuovo responsabile di una aggressione squadristica

La situazione generale si fa sempre più drammatica, sul piano economico, sociale e politico. E come sempre si fa sempre più asfissiante la pressione della manovalanza fascista, che, si tratti del secondo come del terzo millennio, svolge sempre la stessa funzione di cane da guardia dei padroni.

Contro l'ultimo gravissimo evento di cui riferiamo qui sotto è indetta una
manifestazione nazionale antifascista
a Cremona 
sabato 24 gennaio

Emilio, un compagno di tante lotte e tante battaglie, è in ospedale in coma farmacologico con una emorragia cerebrale estesa a causa di un assalto squadrista al centro sociale Dordoni di Cremona.
Gli attivisti e le attiviste del C.S.A. Dordoni di Cremona riferiscono di un vero e proprio agguato premeditato nella giornata di domenica 18 da parte di 50 fascisti armati di spranghe, che hanno approfittato del derby allo stadio per raccogliere a chiamata alcuni volti noti di fascisti di altre città, in particolare Parma e Brescia. Intorno alle 18, a partita finita, l’assalto prima da parte di un gruppo di 10 fascisti, raggiunti poco dopo da altri 40 sbucati dalla via vicina al Dordoni.
Durante l’aggressione Emilio, compagno storico cremonese, è stato colpito ripetutamente al volto con una spranga e ora si trova all’ospedale, in coma, con una grave emorragia cerebrale e in pericolo di vita. Prima che compagni (che erano presenti nel centro sociale in 8) riuscissero a soccorrerlo, i fascisti si sono accaniti su di lui, già a terra, colpendolo con calci e bastoni
Da rimarcare anche il solito atteggiamento di Polizia e Carabinieri che, arrivati sul posto, si sono limitati ad identificare i fascisti per poi rilasciarli poco dopo, garantendo loro una fuga in tutta tranquillità, caricando invece i compagni del Dordoni che, nonostante l’inferiorità numerica, difendevano lo spazio. Un comportamento che  negli anni dell'ascesa al potere del fascismo era di sistematica protezione e copertura delle azioni criminali fasciste, ma che anche nella repubblica nata dalla Resistenza continua a restare ambiguo e corrivo. Alla faccia della legge Mancino.

lunedì 19 gennaio 2015

Pedagogia nera? - L'applicazione a Brescia della sanatoria immigrazione 2012

Si aveva il legittimo sospetto che "il potere" non avesse ben digerito l'insorgenza bresciana della gru attuata dai migranti con il sostegno del movimento nel lontano 2010. Ora sembra che i dati definitivi mostrino un vero e proprio intento punitivo o addirittura persecutorio nei confronti della realtà bresciana dell'immigrazione. Almeno cosÌ appare nella analisi di "cross-point", una delle realtà che seguono molto da vicino le problematiche della immigrazione a Brescia. Ora sembra che i dati definitivi mostrino un vero e proprio intento punitivo o addirittura persecutorio nei confronti dei migranti "bresciani".


SANATORIA MIGRANTI 2012: LA VENDETTA È SERVITA

Brescia non è terra dei diritti dei/delle migranti. I dati forniti ieri dalla Prefettura di Brescia a conclusione della sanatoria del 2012 sono a dir poco impressionanti. Sono state respinte il '70% delle richieste di fronte a un 20% a livello nazionale. Prefettura, Questura e Direzione territoriale del lavoro di Brescia evidentemente preferiscono che i/le migranti non escano dall'inferno della clandestinità, del lavoro nero, dello sfruttamento indiscriminato.
I/le migranti, secondo loro, devono condurre una vita sempre più precaria in balia del loro razzismo istituzionale. In questi due anni abbiamo assistito ad ogni tipo di discriminazione: dall'uso vessatorio della burocrazia, alla negazione di diritti elementari all'informazione, ad interpretazioni restrittive e penalizzanti delle norme e delle leggi sull'immigrazione, al disprezzo delle condizioni di vita di migliaia di migranti. Non è stato un caso. Si è perseguito con pervicacia, in cui si è distinta la Prefettura, l'obiettivo di dare un segnale preciso: a Brescia i/le migranti non devono rivendicare diritti come era successo durante la lotta della gru.
I dati sono lÌ a dimostrarlo: Brescia ha conquistato il primo posto della discriminazione, sociale, politica, razziale, a livello nazionale, nei confronti dei/delle migranti. Ciò dovrebbe far riflettere tutti/e, dalle organizzazioni politiche e sociali, alle associazioni fino alle istituzioni pubbliche sulla recrudescenza di un razzismo istituzionale che ha superato ogni limite.

Per noi la partita non è chiusa. Continueremo a lottare, a rivendicare i diritti e la dignità dei/delle migranti in quanto unico modo per contrastare una deriva istituzionale che ha il carattere di una vendetta politica.

ASSOCIAZIONE CROSS POINT

17 gennaio 2015

Una iniziativa della associazione Italia-Palestina - lunedì 26 gennaio 2015

Lunedì 26 Gennaio 2014 ore 20.30
Casa del Popolo Euplo Natali
Via Risorgimento 18 – Brescia
Presentazione del libro
"RISCATTO MEDITERRANEO"

di e con GIANLUCA SOLERA

che dialogherà con IRENE PANIGHETTI
Con la Palestina nel cuore


Associazione di Amicizia Italia-Palestina, Brescia



mercoledì 14 gennaio 2015

Giorgio Cremaschi - La guerra mondiale che vogliono fare

Riproduciamo la presa di posizione di Giorgio Cremaschi che esprime sull'uso della strage parigina considerazioni che sono per un tratto analoghe alla valutazione che in modo condensato avevamo espresso come prc

LA GUERRA MONDIALE CHE VOGLIONO FARE
di Giorgio Cremaschi

Tutti i principali media hanno diffuso l'immagine dei capi di  stato a braccetto in testa  al corteo, in una Parigi diventata capitale del mondo come ha detto, rispolverando antica grandeur, Hollande. Ebbene questa immagine è un falso costruito ed alimentato ad arte. Come mostrano le foto indipendenti che si trovano solo su internet, i capi di stato e governo sfilavano da soli in una via deserta isolata dal mondo dalle forze di sicurezza. Altrove sfilava il popolo che con le origini e motivazioni le più diverse mostrava il suo sdegno per la strage infame commessa dai fondamentalisti  islamici. Ma il corteo dei 200 potenti non era alla testa dei milioni scesi in piazza, forse con molti di loro non sarebbe stato neppure in connessione. Sono i mass media ad aver costruito questo legame, questa rappresentanza degli uni rispetto agli altri e questa è semplicemente moderna e sapiente propaganda bellica.
Siamo in guerra dicono mass media e finta testa del corteo, ma chi è in guerra, contro chi e per quale scopo deve restare indeterminato per lasciare spazio ad ogni manovra. Con il massimo della malafede intellettuale si usa la denuncia di  Papa Francesco contro una  guerra mondiale a pezzi che andrebbe fermata, per sostenere all'opposto che essa vada condotta fino alla vittoria. Alla fine l'unico concetto che rimane è quello della guerra di civiltà tra i valori democratici occidentali e il fanatismo  terrorista. Sulle dimensioni della guerra e degli avversari ci si divide sia nella finta testa del corteo di Parigi, sia tra di essa e le forze populiste e xenofobe escluse. Ci si divide su modalità ed estensione della guerra, ma non sul fatto di farla.
Eppure fin dal 1991 siamo in conflitto armato contro i nuovi Hitler e forse il massacro di Parigi dovrebbe imporre una riflessione su 24 anni di guerre per la democrazia e sui loro risultati. Invece si reagisce sempre allo stesso modo. Ho visto in televisione l'ex presidente francese Sarkozy esaltare l'unità della nazione di fronte al terrorismo. E ho pensato alla sua decisione di bombardare la Libia per sostenere i ribelli contro Gheddafi. Ricordo anche le vibranti parole di Giorgio Napolitano a sostegno di quella azione militare. Che ha avuto pieno successo, Gheddafi è stato trucidato e ora in Libia dilagano tutte le organizzazioni del terrorismo fondamentalista islamico. Gli spietati assassini di Parigi sono cittadini francesi che hanno fatto il loro apprendistato militare contro Assad in Siria.  E Hollande tuttora  insiste per un maggior impegno militare della Nato a sostegno dei ribelli siriani. Obama ha lanciato per primo l'appello contro quell'Isis i cui gruppi dirigenti sono stati addestrati dagli USA sia in funzione anti Siria che anti Iran. Gli occidentali si stanno ritirando dall'Afghanistan dove hanno sostanzialmente perso la guerra, condotta ora contro quei talebani armati ed istruiti a suo tempo dagli USA contro l'occupazione sovietica del paese. In Somalia negli anni 90 ci fu un colossale intervento militare guidato dagli USA. Ora quel paese non è più uno stato e scopriamo di mantenere ancora lì delle truppe quando son minacciate da questa o quella banda di signori della guerra. In Kosovo D'Alema mandò i suoi bombardieri per difendere la libertà dei popoli. Ora quello è uno stato canaglia in mano alle multinazionali del crimine e anche una evidente via di transito e rifornimento per i terrorismi, forse anche  per gli assassini francesi. Da quel 1991 quando  Bush padre trascinò  il mondo nella prima guerra contro l'Iraq di Saddam, gli interventi militari dell'occidente son stati molteplici e tutti dichiaratamente a favore della democrazia. Abbiamo esportato la democrazia con le armi e abbiamo importato il terrorismo fondamentalista. Ma nonostante tutto lo scambio continua. In Ucraina i nazisti di tutta Europa si son dati convegno a sostegno del governo appoggiato da Ue e Nato. Lì stanno facendo la loro scuola militare, il loro apprendistato, poi li vedremo all'opera in tutta Europa.
Farsi sbranare dai mostri che si sono allevati è la coazione a ripetere che l'Occidente non riesce ad interrompere. Anzi di nuovo risuonano gli stessi appelli e le stesse strumentalità che abbiamo sentito negli ultimi decenni.
Per combattere davvero questo terrorismo l'Occidente e l'Europa dovrebbero cambiare politica economica e militare, anzi dovrebbero mettere in discussione la stessa  coalizione che le  definisce. Da un quarto di secolo l'Occidente pratica politiche liberiste di austerità e le accompagna con guerre umanitarie in difesa della democrazia. L'Unione Sovietica non c'è più, ma la NATO esiste e chiede ancora più tributi. L'arsenale nucleare cresce  e continua a minacciare la stessa esistenza umana anche se, per ora, non è in mano ai terroristi. Non sono un pacifista gandhiano voglio sconfiggere íI fondamentalismo islamico, e con esso ogni oscurantismo religioso e politico compreso il ritorno del fascismo e del razzismo europei. Ma le politiche economiche e di guerra della coalizione occidentale hanno prodotto sinora un solo risultato, hanno diffuso e rafforzato il nemico che han dichiarato di voler combattere. Per questo la destra integralista occidentale rivendica una guerra totale vera e non le si può ipocritamente rispondere che basta una guerra in modica quantità.
Da noi dopo decenni di precarizzazione del lavoro senza risultati occupazionali, Renzi ha convinto il Pd ad abolire quell'articolo 18 contro cui si era sempre scagliata la destra economica. Se sulla guerra si seguisse la stessa logica dopo 24 anni di fallimenti, non resterebbe che una vera completa guerra mondiale.
Se si vuole abbattere il mostro che le stesse guerre democratiche dell'Occidente hanno creato ed alimentato ci sono precise scelte di rottura  da compiere. La prima è sciogliere la NATO e costruire una vera coalizione mondiale, con Russia, Cina, Iran, India, America Latina, Sudafrica. Il primo atto di questa nuova coalizione dovrebbe essere la fine della corsa agli armamenti e lo smantellamento del nucleare, che non  dovrebbe servire contro il terrorismo. Questa coalizione dovrebbe operare dentro l'ONU e non con la guerra ma con una azione comune a sostegno delle forze che si oppongono al fondamentalismo, come timidamente e contraddittoriamente si fa con i Curdi a Kobane. Questa coalizione dovrebbe avere come primo alleato sul posto il popolo palestinese  e dovrebbe costringere Israele a tornare sui confini del 67 e a riconoscere lo stato di questo popolo oppresso. Questa coalizione dovrebbe abbandonare le alleanze con i finti moderati, corresponsabili della crescita del terrorismo islamico. Parlo dell'Arabia Saudita e delle altre monarchie del petrolio, vera base culturale e finanziaria del fondamentalismo. Infine bisogna cambiare le politiche interne, perché non bisogna essere marxisti ortodossi per affermare ciò di cui erano consapevoli i democratici che sconfissero il nazifascismo. E cioè chela disoccupazione e l'ingiustizia sociale sono da sempre il brodo di coltura di dittature e guerra. Bisogna cancellare le politiche di austerità e riprendere quelle di eguaglianza sociale, bisogna finirla con l'assecondare quella guerra economica permanente che è stata chiamata globalizzazione. Solo così sarà più facile riconquistare quelle periferie emarginate, ove si scontrano il rancore fondamentalista con quello xenofobo. Onestamente credo poco che la finta testa del corteo di Parigi, che di questo disastro venticinquennale è responsabile, sia in grado di cambiare. Per questo bisogna respingere l'appello all'unità nazionale dietro di essa e costruire ad essa un'alternativa. Altrimenti tra poco potremmo sentirci dire in qualche talkshow che il solo modo per sconfiggere un miliardo e mezzo di minacciosi musulmani è far ricorso al nucleare. In fondo non è già stata usato  per  concludere una guerra?

sabato 10 gennaio 2015

Solidarietà a Charlie Hebdo - Documenti inviati alla stampa da parte di Rifondazione Comunista di Brescia

Nel giorno in cui Brescia manifesta contro il barbaro atto terroristico plurimo del quale a Parigi sono rimaste vittima i redattori della rivista satirica Charlie Hebdo, insieme ad altre vittime casuali presso il mercato "kosher", vi saremmo grati se voleste recepire anche la presa di posizione a livello nazionale della Lista L'Altra Europa con Tsipras e il documento assunto dalla Presidenza dell'ASSEMBLEA REGIONALE DEL PRC tenutasi il giorno 10 gennaio 2015 dalle ore 9,30 alle 14 presso l’AUDITORIUM zona 3 di Via Valvassori Peroni n. 56 - Milano con la presenza del compagno segretario nazionale PAOLO FERRERO.

Documento nazionale:
Esprimiamo una ferma condanna contro la strage perpetrata nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo che ha portato all’uccisione di 12 persone e al ferimento grave di altre otto. Tra le vittime vignettisti e intellettuali di fama mondiale che esprimevano con il loro quotidiano lavoro il meglio della satira, garantendo così la libertà di stampa e di opinione. Si può ben comprendere che visioni integraliste, fanatiche e totalitarie della vita e della società abbiano proprio nella libertà di stampa, di opinione, di critica e di satira il loro principale nemico. L’ironia mette a nudo le miserie delle ideologie, costruite su una falsa coscienza di sé, più di complicate confutazioni. L’attentato pare avere una matrice al qaedista o legato all’Is, al di là di chi siano le singole persone che hanno compiuto un così terribile crimine. Questo dimostra la necessità di combattere il fondamentalismo e il fanatismo di ogni tipo. Proprio per questo è inaccettabile l’ondata islamofoba che sta strumentalmente prendendo il via dalla strage di Parigi. Confondere l’Islam con il terrorismo è il migliore regalo si possa fare all’Is e alla sua propaganda. Ed è quello che stanno facendo le destre in tutta Europa. L’altra Europa con Tsipras aderirà quindi e parteciperà a tutte le manifestazioni indette dalle forze democratiche in condanna della strage.
L'altra Europa con Tsipras (COMUNICATO NAZIONALE)

Documento regionale:


QUESTA GUERRA NON È LA NOSTRA GUERRA

CONTRO OGNI TERRORISMO

Nel condividere e diffondere il comunicato nazionale di “L'altra Europa con Tsipras” insistiamo nel marcare la nostra distanza da chi, quasi per un riflesso condizionato, a destra e talvolta anche a sinistra, cade nella trappola di partecipare alla ondata di predicatori di guerra che impazza sui media e nei discorsi, con punte che direttamente ed esplicitamente incitano ad una guerra generale, spingendo per portare alla sua logica conclusione quanto il cosiddetto Occidente sta facendo da quando non trova più ostacoli né politici né ideali alla diffusione pratica e culturale del suo “pensiero unico”. La caduta del muro di Berlino - è ormai una tragica evidenza - non ha portato ad un mondo di pace. Al contrario sembra aver avviato una spirale in cui i focolai di guerra, accesi in Europa e nel Medio Oriente subito dopo quel grande evento, si sono diffusi in quantità sempre più estesa e sempre più vicina al nostro paese e fino dentro all'Europa.

Noi a questa spirale diciamo un fermo NO!

Noi vorremmo che lo stesso meritorio impegno, la stessa appassionata partecipazione, venisse espressa ogni volta che singoli ed entità di varia natura compiono atti efferati di puro terrorismo. Ma non sempre questo accade. Ad esempio Giuliano Ferrara ha esortato a partire in guerra, e ad impiccare i nostri nemici, come fecero i Bush, dimenticandosi di quando gli aerei americani centrarono il rifugio antiaereo n. 25 nel quartiere di Al-Amirya a Bagdad. Ma forse per lui, e per quelli come lui in questo caso si tratta di un gesto eroico. Nel rifugio vi erano circa 1000 persone, quasi tutte donne, bambini e vecchi. Almeno 408 di loro furono ridotti in cenere. Oppure, quando gli “islamisti” di Basayev catturarono e massacrarono centinaia di donne e bambini nella scuola di Beslan: allora si tendeva a mettere sotto accusa la Russia, più che i massacratori. Oppure quando quasi un anno fa i nazisti ucraini, con il pieno appoggio di americani e tedeschi, hanno compiuto la orrenda strage di Odessa, quanto flebile ed ambigua è stata la voce non solo dei “democratici”, ma della stessa sinistra più o meno “radicale”!
Non daremo il nostro sostegno a questa guerra verso la quale ci stanno sospingendo, a partire dal Medio Oriente e dall'Ucraina, per estenderla forse a tutto il mondo!
Noi rimaniamo convinti che il detto “socialismo o barbarie” non è uno slogan vuoto, ma una tragica realtà sia quando fu pronunciato, nel corso della prima guerra mondiale, sia ai nostri giorni.

Documento assunto dalla Presidenza della L’ASSEMBLEA REGIONALE DEL PRC
Con la presenza del compagno segretario nazionale PAOLO FERRERO il giorno 10 gennaio 2015 dalle ore 9,30 alle 14 Presso l’AUDITORIUM zona 3 di Via Valvassori Peroni n. 56 - Milano

venerdì 9 gennaio 2015

Si può ancora domandare, come si faceva una volta: a chi giova?

GUERRE

Giulietto Chiesa: “Charlie Hebdo, a Parigi attentato alla pace mondiale. Pensato per accendere la miccia”

Lucida, ruvida, scomoda e acuta la riflessione del giornalista Giulietto Chiesa sull’attentato alla sede del settimanale satirico Charlie Hebdo che ha fatto dodici morti. “Penso si sia trattato di un attentato alla pace mondiale, il tentativo di accendere la miccia e far entrare in guerra l’Europa” ha detto Chiesa.

di Redazione - 8 Gennaio 2015






Nell’intervento che potete ascoltare nel video in fondo all’articolo, Giulietto Chiesa parla chiaro, chiarissimo. «Hollande ha detto che il massacro di Parigi è stato un attentato alla nostra libertà, io penso si sia trattato di attentato alla pace mondiale. Io penso sia stato un attentato agli equilibri internazionali, a quel poco che resta dei precari equilibri che ancora esistono, a quel poco che resta della sovranità dell’Europa. Il massacro di Parigi è la strattonata, forse quella finale, che punta a trascinare l’Europa in guerra. L’Isis è una trappola ben congegnata, quasi perfetta, come altre già scattate in passato. Ma molti non hanno ancora capito la lezione. Lo stato islamico è creatura molto inquinata, molto dubbia; le frequentazioni di Al Baghdadi con i servizi segreti americani, con il senatore McCain si sposano con la domanda cui troppi nostri commentatori in questi mesi non hanno neanche nemmeno provato a dare risposta: chi paga? Chi paga un esercito di olte 50mila uomini, le armi, gli stipendi, le comunicazioni? Chi paga non è la Russia, non è l’Iran perché lo Stato islamico è nato proprio contro l’Iran. Allora restano pochi candidati al ruolo di mecenati del terrorismo cosiddetto islamico; e quindi tutto quello che viene da lì è da ritenere inquinato. Pochi capiscono che i servizi segreti innanzi tutto occidentali sono ormai diventati creature potentissime senza nessun controllo, il cui mestiere è quello di sfuggire al controllo persino degli stessi dirigenti politici. Molti dovrebbero riflettere su quali siano i gradi di libertà dei dirigenti politici europei, perennemente sotto controllo e minaccia se non ubbidiscono agli ordini. Ma la trappola è ben congegnata anche in un altro senso: voglio invitare a una reazione meditata nei confronti di quello che sta accadendo, di questo terribile fatto di sangue di Parigi. Voglio invitare al ragionamento. C’è un esercito di cani arrabbiati qui in Europa, qui in Italia, pronti a mordere dove ordina il padrone, tori schiumanti di furia che muovono le loro corna verso il nemico di turno messo in bella vista perché sia esecrato senza chiedersi neanche chi, perché e come. Piango i colleghi uccisi, ma c’è una muta di stupidi imbestialiti solo perché cerco di pormi la solita e unica domanda: a chi giova tutto questo? Chi è stato? Imbestialiti perchè cerco di capire e perché ho chiesto che si facesse luce sul colpo di stato di Kiev, su chi lo ha favorito, organizzato e finanziato e perché cerco di tirare fuori le vere responsabilità sull’abbattimento del boeing malesiano del luglio 2014. Io ho paura non solo degli attentatori che abbiamo potuto vedere in azione, professionisti, non kamikaze. Ho paura anche anche dell’esercito degli imbestialiti manipolati in Europa già pronti a entrare in guerra, non è ben chiaro contro chi. Più ci penso e più mi convinco che il massacro di Parigi è stato pensato proprio per accendere la miccia”.

domenica 4 gennaio 2015

I barbari all'attacco dei bambini e degli uccellini - La regione Lombardia regala la licenza ai cacciatori neofiti

Pubblichiamo il comunicato-stampa del Coordinamento delle associazioni ambientaliste ed animaliste bresciane contro il provvedimento della regione Lombardia che promuove la pratica della caccia con i soldi dei contribuenti in un momento in cui sono sotto attacco tutti i settori di sostegno ai bisogni essenziali primari della popolazione.
Prcbrescia

Coordinamento associazioni ambientaliste ed animaliste Brescia
Comunicato stampa
Un solo settore sopravvive ai tagli in Lombardia: non è la sanità né la scuola, non sono i servizi ai disabili o agli anziani, né l’ambiente, ma la caccia. Ancora una volta in Regione Lombardia hanno perso il contatto con la decenza, col senso della misura e soprattutto con l’intelligenza politica, e noi speriamo che siano in tanti gli elettori pronti a indignarsi contro amministratori che, con uno schieramento bipartisan dal quale si sono tirati fuori solo gli esponenti del Movimento Cinque Stelle, sono stati capaci di destinare preziose risorse pubbliche non alla sanità o all'assistenza dei sempre più numerosi lombardi indigenti, ma a una minoranza che può permettersi non solo l’acquisto dei beni di prima necessità, ma anche quello di un fucile. Il regalo di Natale ai cacciatori è arrivato grazie al pressing rivendicato con orgoglio dal consigliere leghista bresciano Fabio Rolfi, già in prima fila nella difesa dell’illegalità venatoria e gastronomica con la sua battaglia a favore dello spiedo con gli uccelli, ed è stato rappresentato da un emendamento al bilancio di della Regione che ha permesso lo stanziamento di 65 mila euro per consentire agli esordienti della doppietta di sottoscrivere gratis la prima licenza di caccia. Sorvolando sulla tristezza di queste campagne di retroguardia, offensive per l’intelligenza e la sensibilità di un enorme numero di cittadini lombardi, le associazioni si rivolgono agli elettori di ogni schieramento chiedendo loro di riflettere sull'eticità dell’utilizzo che a Milano fanno delle loro tasse, e poi chiedono direttamente a tutti gli esponenti del consiglio regionale che hanno votato sì all'emendamento un atto di coraggio: se proprio vi piace la caccia pagatela voi con le vostre ricche indennità, non fatela finanziare a chi di doppiette adolescenti non ne vuole proprio sapere perché per la sua Regione preferisce una sanità e un’assistenza sociale efficienti.
________________________
 E.N.P.A. (Ente Nazionale Protezione Animali) Sezione Brescia, Legambiente Brescia, S.V.A. (Servizio di Vigilanza Ambientale) Legambiente Brescia, LAC (Lega Abolizione Caccia) sezione Brescia, LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) sezione Brescia, O.I.P.A. Brescia (Organizzazione internazionale Protezione animali), A.N.P.A.N.A onlus sede di Brescia, Comitato Contro Greenhill