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martedì 28 febbraio 2012

COMITATO NO-DEBITO - BRESCIA: VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 31 MARZO A MILANO

COMITATO NO-DEBITO - BRESCIA
invitiamo ad un incontro
tutte le forze organizzate e le persone che dicono no a queste politiche rappresentate dal governo Monti per preparare insieme la grande manifestazione nazionale del 31 marzo.
L'incontro è convocato presso
la sala di Rifondazione Comunista
in via Eritrea 20 – Brescia
MERCOLEDÌ 29 FEBBRAIO 2012
alle ore 20.45


VERSO LA MANIFESTAZIONE
DEL 31 MARZO A MILANO
Occupyamo Piazza Affari
Contro le politiche antisociali del governo Monti
Per un diverso modello sociale ed economico fondato sul pubblico e sui beni comuni

Sono passati ormai tre mesi da quando il governo delle banche e della finanza sostenuto dal centrodestra e dal centrosinistra è entrato in carica ed è continua la devastazione sociale a colpi di misure “ lacrime e sangue”. Nulla si fa davvero contro la precarietà crescente di milioni di persone. Anzi essa viene solo usata per colpire i pochi diritti rimasti nel mondo del lavoro. Per gli immigranti resta in vigore tutta la legislazione discriminatoria autoritaria e repressiva, fino alla vergognosa tassa per il permesso di soggiorno.
E tutto questo rischia di essere solo l'inizio. Se verrà applicato il trattato europeo deciso dai governi Monti, Merkel e Sarkozy tutto dovrà essere sacrificato sull'altare della riduzione del debito e del pareggio di bilancio.
Gli avvenimenti di questi ultimi anni hanno dimostrato che si è aperta una crisi di sistema da cui le classi dominanti non riescono ad uscire, e che ha portato alla individuazione di “medici” come Monti in Italia o Papademos in Grecia che in realtà non fanno che aggravare la malattia.
Vogliamo un'economia fondata sul pubblico, sui beni comuni, su un diverso modello sociale ed economico.
  • Impedire la chiusura delle fabbriche
  • Garantire il diritto a sanità, servizi sociali
  • Garantire il reddito a tutti
  • Sostenere scuola ed università pubbliche
Vogliamo un nuovo sistema alternativo al super-sfruttamento delle persone e della natura, per dire no alle politiche di aggiustamento strutturale e di austerità dei governi italiani ed europei.
Di fronte al dilagare della precarizzazione e della disoccupazione di massa che sta diventando il modello di riferimento europeo, le classi dominanti stanno mettendo in campo un uso sempre più accentuato delle forme di repressione allo scopo di intimorire e dividere il movimento come abbiamo visto con i fermi legati alle manifestazioni in Val di Susa e l'uso della forza pubblica contro molte lotte operaie e di resistenza sociale.
Di fronte a tutto questo non c'è ancora in campo un'opposizione sociale e politica di massa, capace di incidere e contare. Per questo c'è bisogno di unire tutte le lotte che, pur tra evidenti difficoltà, stanno portando avanti questa linea, dalla Argol di Fiumicino, alla Vagon Lits di Milano, alla Alcoa di Portovesme, alla Fincantieri, alla Esselunga, alla Sicilia, alla Fiat e alle lotte degli immigranti, oltre a tutte le mille realtà che stanno lottando.

lunedì 27 febbraio 2012

Ferrero: fermare i lavori in Val di Susa

«FERMARE LA GUERRA CONTRO LA VALLE, FERMARE I LAVORI»

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha dichiarato:

«Nell'esprimere la speranza che Luca Abbà possa rapidamente rimettersi, voglio denunciare con forza che il suo ferimento è il frutto diretto della sconsiderata azione delle forze dell'ordine. L'esecuzione dell'esproprio di un terreno diventa un'azione militare in cui le regole d'ingaggio dei militari e della polizia sono molto più aggressive di quelle utilizzate in Afghanistan dai militari italiani. Luca Abbà è rimasto fulminato e caduto a terra, inseguito su per un traliccio dell'alta tensione mentre protestava per l'esproprio dei suoi terreni: è una cosa mai accaduta in Italia. Invito tutti i cittadini a riflettere sul fatto che in Val di Susa le forze dell'ordine si comportano come un esercito di occupazione con l'unico compito di "conquistare il territorio" anche a scapito della vita delle persone. Si tratta di un fatto grave e chiedo una volta ancora che il governo abbandoni quest'opera inutile e dannosa e sospenda immediatamente l'esproprio dei terreni».

Medtronic-Invatec di Roncadelle - tu vuo' fa' l'amerikano

Roncadelle Brescia febbraio 2012
La Medtronic, multinazionale del settore biomedicale, ha gelato i circa 600 dipendenti, annunciando 300 esuberi negli stabilimenti bresciani da espellere nell'arco di un anno e mezzo.
Il motivo? L'elevato costo del lavoro che la spinge a trasferire la produzione di cateteri in Messico dove potrà contare su stipendi di gran lunga più bassi.
L'ennesima delocalizzazione produttiva destinata ad impoverire il tessuto occupazionale e industriale del nostro Paese.

La Madtronic è una multinazionale americana che lo scorso anno ha rilevato una azienda a tecnologia italiana (o meglio, bresciana) e rete di distribuzione mondiale dei prodotti tedesca, la Invatec di Roncadelle, col pieno accordo e la piena soddisfazione dei vecchi proprietari. In men che non si dica i giochi sono diventati chiari: la Mediatronic voleva impadronirsi dei brevetti esclusivi di Invatec per giocarseli nella produzione globalizzata. In questo caso la produzione andrebbe in Messico, con tanti saluti a centinaia di lavoratrici e lavoratori ultraspecializzati nella produzione di apparechiature biomedicali, produzione esclusiva della Invatec. Ed anche il Sole24ore piange:
"Medtronic è una multinazionale Usa, sa bene che il lavoro in Messico costa meno. Peccato che in ballo ci sia un piccolo gioiello del biomedicale italiano (Invatec) con il suo portafoglio brevetti. Ed era forte che il sospetto che di questo in fondo si trattasse: di un tesoretto da predare, lasciando sul campo forza lavoro da "sostituire" e qualche parola sulla "ricerca" che resta "italiana". Questa logica suona un po' ipocrita. In un settore come il biomedicale non solo la ricerca, ma anche la produzione sia "ad alto valore aggiunto", capital e labour intensive al tempo stesso."
Qui sotto l'intervista alle operaie realizzata da Gianpaolo Clemenza:


Qui sotto invece l'incontro promosso dal gruppo donne di Rifondazione Comunista "La falce e la luna", svoltosi presso la sede della federazione di Brescia di Rifondazione Comunista di Brescia

giovedì 23 febbraio 2012

La Grecia, la guerra commerciale e la guerra dei "carri armati pensanti" (think thanks)

Non tutti conoscono l'origine della espressione "think thanks". Facciamoci aiutare da Wikipedia:
"Il termine viene coniato negli Stati Uniti d'America durante la seconda guerra mondiale quando il Dipartimento della Difesa creò delle unità speciali per l'analisi dell'andamento bellico chiamate in gergo proprio think (pensiero) tank (tanica, serbatoio, ma anche carro armato)."
E difatti i truffatori intellettuali di professione sono tra i più efficaci e ben pagati combattenti sul campo globale. E la cosa è tanto più preziosa quanto più la fonte è insospettabile. Prendiamo "Le monde diplomatique" del dicembre 2011. Dopo aver detto di Monti e Papademos che "Non si tratta di tecnici apolitici, bensì di uomini di destra, membri della Commissione trilaterale, nota per aver denunciato l’eccesso di democrazia delle società occidentali" , con una inaspettata veronica degna dei migliori sostenitori occulti delle guerre umanitarie della NATO, l'autore dell'articolo conclude inopinatamente: "gli ultimi avvenimenti di Atene ricordano piuttosto l’estate del 1968 in Cecoslovacchia, quando la «primavera di Praga» venne schiacciata con l’esautorazione del dirigente comunista Alexander Dubcek". Confessiamo di non vedere l'analogia, nonostante lo sforzo dell'autore dell'articolo di cercarla nella dottrina della "sovranità limitata", il che , per un "carroarmato del pensiero, non ci pare una grande trovata (Vedi, in francese http://www.monde-diplomatique.fr/2011/12/HALIMI/47028 ). Di fronte a tanto muso di tolla, proponiamo come robusto antidoto questo articolo di Mikis Teodorakis, musicista ed eroe nazionale greco antinazista ed anticolonnelli, che molto più dirittamente vede l'analogia con l'invasione nazista della Grecia nel 1941-1944: 
"Se riflettiamo sul fatto che l’occupazione tedesca ci costò un milioni di morti e la totale distruzione del nostro Paese, come è possibile che i greci accettino le minacce della Merkel e l’intenzione della Germania di imporci un nuovo Gauleiter... questa volta con la cravatta...?"
Qui sotto potete scaricare il testo completo dell "Lettera aperta di Mikis Teodorakis".

mercoledì 22 febbraio 2012

Lunedì 27 febbraio secondo incontro del corso di economia di Giulio Palermo

Lunedì 27 febbraio alle ore 20.45 presso la sede di Rifondazione Comunista in via Eritrea 20 secondo incontro col professor Giulio Palermo per il corso di economia. Secondo il programma predisposto dal professore, sentite anche le istanze dei frequentanti, l'incontro avrà al centro i seguenti argomenti:

CRISI, SFRUTTAMENTO E DEBITO. UNA PROSPETTIVA MARXISTA
L’incontro intende fornire una guida teorica al pensiero di Marx e al dibattito marxista sui rapporti tra crisi economica e sfruttamento dei lavoratori. Questi elementi teorici sono poi utilizzati per spiegare la caduta del saggio di profitto, il ruolo della moneta, della finanza e del credito, i processi di globalizzazione e mercificazione e l’attuale crisi dell’accumulazione capitalistica mondiale.

Giulio Palermo ha messo a disposizione anche materiali di cui è autore, e per i quali ringraziamo sentitamente.

Qui sotto potete scaricare la dispensa con un compendio del "Capitale".

Qui sotto potete scaricare un contributo del professor Palermo concernente il controverso tema dell'audit (analisi, revisione) sul debito.

mercoledì 15 febbraio 2012

Al 28 maggio tre casi di discriminazione: Antonini (ferrovie), lavoratori esselunga di Pioltello, Palermo (università)


INIZIATIVA SUI "LICENZIAMENTI POLITICI"
Politiche sempre più aggressive contro lavoratori da parte dei governi e dei padroni innescano lotte di resistenza a "questo stato di cose"
Di fronte ai tagli dei diritti, ridimensionamento dei salari, licenziamenti, precarietà, segmenti di lavoratori si organizzano e resistono: Fiat, ferrovie, cooperative, scuola ecc. ecc
Chi si oppone a queste politiche, soprattutto i lavoratori che sono punto di riferimento tra/dei lavoratori, è fatto oggetto della repressione: denigrazione, isolamento, licenziamenti.
Questi lavoratori non devono essere lasciati soli! nei loro confronti deve essere organizzata la più ampia solidarietà politica e materiale.
Come organizzare la solidarietà? quali strumenti per la difesa dei lavoratori colpiti da licenziamenti politici? come appoggiare le lotte di resistenza?
al c.s. 28 Maggio- Rovato (BS)
Interverranno
Riccardo Antonini: compagno, ferroviere licenziato dalle ferrovie di Moretti per il suo lavoro contro i licenziamenti politici in ferrovia, per essersi messo a disposizione e nominato consulente da parte dei familiari delle vittime, nell'incidente probatorio della strage di Viareggio, organizzatore insieme a cittadini, ferrovieri, lavoratori di Viareggio, dell' Assemblea 29 Giugno
lavoratori della Cooperativa Safra: impegnati da mesi nei magazzini della logistica Esselunga di Pioltello in una lunga e difficile lotta contro i licenziamenti, per i diritti, il salario e l'agibilità sindacale.
Giulio Palermo: compagno, ricercatore universitario a Brescia, su cui pende la richiesta di sospensione dal servizio e dallo stipendio per un anno, per la sua battaglia contro lo strapotere dei baroni universitari e per aver sostenuto la lotta dei migranti sulla gru.
Giovedì 23 Febbraio h 21


c.s 28 Maggio- via Europa 59- Rovato comitato contro la repressione-Brescia

lunedì 13 febbraio 2012

Siria: lascia o raddoppia

Riteniamo ineludibile dire una parola sulla Siria, il nuovo boccone che il blocco-NATO e dintorni si appresta ad ingoiare, dopo la Libia e leccandosi già i baffi in vista dell'Iran. Riteniamo preoccupante che gente sprovveduta o in mala fede continui a gridare alle rivoluzioni metafisiche, quando tutta l'evidenza fisica mostra che si tratta di operazioni coloniali, più che neo coloniali. Per questo pubblichiamo l'appello di Peacelink, che ci sembra molto equilibrato. Mentre  i capitalisti e gli imperialisti non lasciano mai, ma vogliono sempre raddoppiare.

Appello
PETIZIONE INTERNAZIONALE URGENTE:FERMARE OGNI INGERENZA ESTERNA IN SIRIA E RISTABILIRE I DIRITTI UMANI E LA LEGALITA’
promosso da Associazione Peacelink, Italia; U.S. Citizens for Peace & Justice – Rome
Le sottoscritte organizzazioni non governative umanitarie e a difesa dei diritti umani chiedono con forza alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale di agire immediatamente per fermare ogni tentativo di intervento militare straniero contro la Siria e di favorire una vera mediazione svolta in buona fede.  Questa imperdonabile negligenza non può continuare.
Com’è noto, nei mesi scorsi c’è stata una crescente campagna mediatica internazionale sugli eventi in Siria, spesso basata su resoconti parziali e non verificabili, com’è già successo nel caso della Libia.
Quello che si sa è che sono in corso violenti scontri fra truppe governative e le truppe di insorti dell'autoproclamato Esercito di Liberazione della Siria, con basi in Turchia al confine con la Siria, e che questo crescendo di violenze ha già provocato enormi perdite anche di civili. I civili innocenti sono le prime vittime di ogni guerra.  Entrambe le parti armate hanno dunque responsabilità.
Ma l'intervento militare esterno non è assolutamente il modo per proteggere i civili e i diritti umani.
AFFERMIAMO CON FORZA CHE:
1) Il cosiddetto “intervento militare umanitario” è la soluzione peggiore possibile e non può ritenersi legittimo in nessun modo; la protezione dei diritti umani non viene raggiunta dagli interventi armati;
2) al contrario le guerre portano, come inevitabili conseguenze, ad imponenti violazioni dei diritti umani (come si è visto nel caso della “guerra umanitaria” in Libia);
3) l'introduzione di armi dall’estero non fa che alimentare la “guerra civile” e pertanto dev'essere fermata;
4) non è tollerabile che si ripeta in Siria lo scenario libico, dove una “no-fly zone” si è trasformata in intervento militare diretto, con massacri di civili e violazioni dei diritti umani.
VI CHIEDIAMO CON FORZA DI FAVORIRE:
1) una mediazione neutrale tra le parti e un cessate il fuoco: ricordiamo che la proposta avanzata da alcuni paesi latinoamericani del gruppo Alba è gradita anche all’opposizione non armata
2) un’azione per fermare l’interferenza militare e politica straniera, volta a destabilizzare il paese;
3) il reintegro della Siria nel Blocco Regionale;
4) lo stop a tutte le sanzioni che attualmente minacciano il benessere dei civili;
5) una missione d’indagine internazionale parallela da parte di paesi neutrali per accertare la verità;
6) l'invio di osservatori internazionali che verifichino fatti e notizie che circolano attualmente privi di verifiche e di verificabilità.
 PROMOSSO DA:
Associazione Peacelink, Italia;  U.S. Citizens for Peace & Justice – Rome
FIRMATARI
Associazione Nazionale Italia Cuba circolo di Roma, Rete No War Roma, Red. Contropiano; rete dei Comunisti; Associazione U.V.A; associazione Liberigoj; associazione Un Ponte per; www.ildialogo.org

Per aderire vai al seguente link: http://www.peacelink.it/campagne/index.php?id=91&id_topic=4

giovedì 9 febbraio 2012

pronto il video completo del primo incontro del minicorso di economia

Pubblicato integralmente su You tube il video del primo incontro con Giulio Palermo, suddiviso in 11 clip di una decina di minuti ciascuno. Qui sotto un sommario del contenuto di ogni clip.
A seguire il successivo piano di lavoro dei tre incontri rimanenti, con le date già fissate del secondo incontro (lunedì 27 febbraio) e del terzo (giovedì 29 marzo). Infine il contributo del docente di presentazione del corso. Buona visione.


MINI-CORSO DI ECONOMIA COL PROFESSOR GIULIO PALERMO

Incontro di Martedì 24 gennaio
Come affrontare il problema:
  1. Taglio storico?
  2. Partire dall'attualità
    1. Cercare il colpevole?
    2. Diritto all'insolvenza?
  1. La moneta unità di conto, mezzo di scambio, riserva di valore
  2. Introdurre elementi concettuali per spiegare la crisi
    1. Il baratto, la legge di Say e la critica di Keynes (in realtà di Marx)
  1. La crisi: la moneta può sottrarsi allo scambio-baratto. La forma-denaro
  2. Nel capitalismo la crisi è una necessità economica, nelle società precapitalistiche la crisi dipende da fattori extra-economici.
  3. Il lavoro salariato tra gli elementi che aprono il problema della crisi
  4. La crisi: sovraproduzione o crollo in borsa? - La caduta del saggio di profitto
  5. Che cosa fa la moneta, che cosa fa la finanza nel nostro sistema
  6. Un capitalismo in senso moderno senza banca centrale non può esistere
  7. L'audit sul debito
  1. La moneta come riserva di valore è già una forma di debito e di credito
  2. Il ruolo delle banche centrali e il loro potere di emettere moneta in esclusiva
  3. La banca di stato ostacola gli altri stati – il signoraggio
    1. Il signoraggio: stampa di moneta e inflazione
    2. La creazione di valore non sta nella moneta, ma nel lavoratore produttore della merce
    3. Spesa pubblica: tassazione o stampa di nuova moneta
    4. Stampa di nuova moneta: a chi far pagare
      1. Se lo stato restituisce alla banca centrale la moneta stampata – non c'è inflazione
      2. Se lo stato non restituisce la moneta stampata – c'è inflazione
  1. Il carico della tassazione è deciso politicamente
  2. I ceti colpiti dall'inflazione: reddito fisso e banche
  3. La mistificante contrapposizione finanza brutto – economia reale bello
  4. Le oscillazioni di borsa sono solo redistribuzioni di ricchezza
  5. La situazione attuale è quella della banca centrale privata che presta soldi allo stato a interesse: appropriazione diretta di valore prodotto socialmente
  6. La banca centrale nasce come evoluzione del sistema bancario privato
  7. Il problema centrale: i soldi prestati sono restituiti alla banca centrale con gli interessi (come sempre se la banca centrale è privata); senza interessi o senza restituzione (se la banca centrale è pubblica)
  1. Necessità storica delle banche e della banca centrale: fornire capitali a chi ne ha bisogno
  2. La moneta cartacea per fissare un valore univoco non garantito dalla moneta metallica
  3. Il controllo pubblico della moneta per controllare il processo produttivo.
  4. Il nodo è lo sfruttamento, che non viene intaccato dalla semplice nazionalizzazione.
  5. Profitto d'impresa e profitto bancario
  6. Rapporto tra sfruttamento capitalistico e crisi
  7. La contrapposizione è tra profitto e salario, non tra interesse bancario e salario
  8. Domanda dal pubblico: differenza tra moneta legata all'oro e moneta slegata dall'oro
  9. Dall'agente di cambio che custodisce monete d'oro al banchiere che presta i soldi non suoi
  1. (continuazione diretta del clip 6: moneta slegata dall'oro) Stampa eccessiva di moneta cartacea: gli Stati uniti proclamano l'inconvertibilità.
  2. Con l'inconvertibilità cambia il rapporto di forza tra paesi. Il signoraggio USA
  3. Con l'inconvertibilità il signoraggio è pieno se i dollari cartacei non rientrano negli USA
  4. L'euro come tentativo di emulare il signoraggio del dollaro.
  5. L'inconvertibilità non ha cambiato i termini del signoraggio e dell'appropriazione.
  6. Gli Stati Uniti egemoni a livello finanziario anche se il dollaro non è convertibile.
  1. Domanda: approfondire la differenza tra crisi di sottoproduzione di valori d'uso e crisi di sovrapproduzione di valori di scambio.
  2. Valore d'uso e valore di scambio. La logica del profitto è la logica del valore di scambio.
  3. Valore e tempo di lavoro.
  4. La logica del profitto è insensibile ed indipendente dal bisogno delle persone.
  5. Se il capitale non produce profitti il lavoratore ne paga le conseguenze.
  6. Crisi: Precapitalismo: mancano valori d'uso. Capitalismo: il capitale non si valorizza.
  7. Quale è la dinamica del saggio di profitto? La crisi è un problema del capitale. Il nostro problema è il capitalismo, che sfrutta anche quando non c'è la crisi.
  8. Affrontare il corso partendo dal valore d'uso e dal valore di scambio: aspetti monetari ed aspetti sostanziali del capitalismo.
  9. In che modo la finanza si appropria del valore senza entrare nel processo produttivo.
  1. Domanda: esigenza di comprendere anche tecnicamente i meccanismi finanziari; e da dove viene la fede nella moneta e nel dollaro?
  2. Credere che si scopre la legge della gravitazione guardando un sasso.
  3. La questione di Bretton Woods ed i tecnicismi delle banche centrali sono fondamentali.
  4. Comprare o no i titoli direttamente è una grossa questione, ma non risolve niente di fondo.
  5. Domanda: quale politica economica domina oggi, come meccanica della finanza e della politica? la globalizzazione come incide sulla dinamica valore d'uso – valore di scambio?
  6. Domanda: l'aumento della produttività ci ha portato alla crisi del capitale.
  7. Palermo: aggiungerei quella del diritto all'insolvenza. Inoltre potrei fornire materiali.
  1. Domanda: cosa fare operativamente? Risposta: si possono dare indicazioni a tutti i livelli, macroeconomici, geopolitici, ma sul che fare possiamo semplicemente discutere insieme.
  2. Intervento: partire dalla nostra cultura marxista, e poi, salendo, rapportarsi al contesto.
  3. Replica docente: sono perfettamente d'accordo con l'intervento del compagno.
    1. Partire da valore d'uso e valore di scambio.
    2. Il ruolo della moneta in Marx.
    3. Quale è il tipo di crisi: è una crisi finanziaria?
    4. Diritto all'insolvenza: schema più keynesiano che marxista.
    5. La contrapposizione non è tra monetaristi e keynesiani.
    6. Marx non affronta il problema del debito pubblico. Dobbiamo svilupparlo noi.
    7. La crisi dei debiti sovrani.
  1. Sviluppare il problema de debito in due modi:
    1. Provare ad integrare Marx affrontando il debito in termini marxiani.
    2. Ripercorrere la storia del debito pubblico in Italia.
      1. Diritto all'insolvenza?
  2. Appropriarsi di strumenti critici di valutazione: non pago
    1. Sinistra radicale
    2. Goldmann Sachs
  3. Questioni organizzative del corso

La scansione definitiva definitiva del corso:

Lunedì 27 febbraio:
CRISI, SFRUTTAMENTO E DEBITO. UNA PROSPETTIVA MARXISTA
L’incontro intende fornire una guida teorica al pensiero di Marx e al dibattito marxista sui rapporti tra crisi economica e sfruttamento dei lavoratori. Questi elementi teorici sono poi utilizzati per spiegare la caduta del saggio di profitto, il ruolo della moneta, della finanza e del credito, i processi di globalizzazione e mercificazione e l’attuale crisi dell’accumulazione capitalistica mondiale.

Giovedì 29 marzo:
DEBITO PUBBLICO, DEFAULT E RAPPORTI DI CLASSE
L’incontro è dedicato all’analisi storica della formazione del debito pubblico in Italia, al ruolo svolto dallo stato nel processo di sviluppo capitalistico dal dopoguerra a oggi e alle trasformazioni istituzionali che hanno portato all’indipendenza della banca centrale e all’entrata nell’euro. L’attenzione si sofferma, in particolare, sul dibattito teorico e politico che ha accompagnato questo processo, per lungo tempo incentrato sulla contrapposizione interna all’economia borghese tra neoliberisti e keynesiani. Questa analisi storica e teorica ci consente infine di discutere criticamente le risposte alla crisi suggerite dalle forze istituzionali di destra e di sinistra e di confrontarle con le istanze più radicali sviluppate dalle forze antagoniste e anticapitaliste.

Data da definire nel mese di aprile:
NASCITA E MORTE DELL’EURO
In questo incontro discutiamo le funzioni storiche dell’unione economica e monetaria nel processo di disciplinamento del lavoro in Europa. A questo fine, analizziamo i principi di funzionamento dell’Unione europea e delle sue principali istituzioni, il processo che ha condotto all’euro, i rapporti interni all’Europa e quelli con gli altri poli capitalistici mondiali. La natura doppiamente restrittiva, monetaria e fiscale, delle istituzioni europee è poi messa in relazione con la trasmissione della crisi finanziaria americana, che si è riversata dapprima sulle banche europee, poi sugli stati più deboli dell’Unione e infine sui popoli di questi stati. Contro la vecchia ricetta di far pagare al lavoro le contraddizioni del capitale si delineano però anche scenari per un’uscita anticapitalista dalla crisi, attraverso processi di collettivizzazione e demercificazione che mettano alle corde il mercato, il capitale e il primato della finanza, per lasciare spazio alla soddisfazione dei bisogni umani e all’emancipazione della classe lavoratrice.

Oltre a questa scansione voluta dal professor Palermo, anche con i contributi emersi dal confronto con i partecipanti al primo incontro, il professore ha illustrato il quadro politico culturale in cui egli si muove, facendo precedere il programma da questa premessa:

Uno spettro si aggira per l’Europa, lo spettro di un popolo informato, consapevole e pronto a lottare. Nel novembre 2011, la sola minaccia di dare la parola al popolo greco, attraverso un referendum che, per una volta, avrebbe privato banchieri e affaristi del loro diritto insindacabile di decidere per noi, ha fatto crollare le borse di mezzo mondo. Subito, la finanza, i gruppi imprenditoriali e i loro rappresentanti politici hanno serrato le file per riaffermare chi decide, quali sono gli interessi che contano e in che modo devono essere difesi. Non ovviamente attraverso l’esplicitazione degli opposti interessi di classe, ma in nome del buon governo, della necessità oggettiva di salvare il capitalismo e della vecchia storia secondo cui, per il bene di tutti, si deve aiutare il capitale.
Contro questa concezione mistificata, dobbiamo attrezzarci anche teoricamente, riprendendo le armi della critica scientifica. Solo una coscienza politica capillare di ogni uomo e ogni donna vittime dello sfruttamento capitalistico ci consentirà di lottare per la nostra emancipazione economica e sociale. Non abbiamo bisogno di politici che minaccino di interpellare il popolo per avere accesso ai club dei potenti. Quello che ci serve è una coscienza di classe che ci consenta di prenderci la parola ogni volta che i nostri diritti sono violati, che ci porti a costruire percorsi di lotta radicale e antagonistica e che ci aiuti a ragionare sui modi per superare questa società in cui esistiamo solo come strumenti di valorizzazione del capitale.
La coesione sociale, la genuflessione al mercato e il governo dei tecnici non sono affatto necessità oggettive, ma obiettivi di parte, di chi sfrutta e comanda, e non ha certo interesse ad aprire uno scontro, o un confronto, con chi invece non riesce nemmeno ad esprimere i propri disagi. Perché una cosa è certa: quando riusciremo finalmente a dire la nostra, non sarà per servire meglio il capitale, ma per liberarci dalle sue catene. Per questo, cominciamo a confrontarci, abbattiamo il velo mistificatorio della teoria economica borghese e poi: abbattiamo il capitalismo.”

mercoledì 8 febbraio 2012

Per i diritti costituzionali dei sinti - Brescia - 13 febbraio


PER UNA CITTA’ RISPETTOSA DELLA
NOSTRA COSTITUZIONE

ARTICOLO 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali…

Anche per i sinti italiani

Il rispetto della dignità umana non è un privilegio da riservare a qualcuno, ma un diritto fondamentale di tutte e tutti
I diritti della persona sono “obblighi” per le istituzioni pubbliche

LUNEDI’ 13 FEBBRAIO 2012 ore 20.30
SALA ORATORIO S.MARIA IN SILVA
Via Sardegna 24 – Brescia

Ne parlano

FRANCO GIOVANNI VALENTI Fondazione Guido Piccini per i Diritti dell’Uomo
DONATELLA Portavoce Comunità Sinti Italiani via Orzinuovi
ANNA ZINELLI Terre Unite
DANIELA CALZONI Arci Ragazzi

Presiede

SIMONA PEDRINI Se Non Ora Quando? Brescia


Sono invitati
Il Sindaco, la Giunta, i Consiglieri comunali di Brescia, le forze politiche democratiche, le Confederazioni Sindacali, il mondo della scuola e dell’università, le associazioni che si occupano del sociale e tutti coloro che desiderano vivere in una città solidale.

Se Non Ora Quando?
Brescia
Qui sotto potete scaricare il volantino della manifestazione.

martedì 7 febbraio 2012

Il 10 febbraio celebreremo a nostro modo la "giornata del ricordo"

Rifondazione Comunmista aderisce al presidio antifascista indetto dalla "rete antifascista" bresciana contro le distorsioni ed il capovolgimento dell'ordine e della rilevanza criminale dei fatti operato dalla retorica fascista rispetto a quanto accaduto in Istria, Slovenia, Croazia durante il ventennio fascista e durante la Seconda Guerra Mondiale. Purtroppo la retorica fascista è divenuta la "verità ufficiale" dello stato italiano, sancita addirittura da una ricorrenza istituzionale, che noi celebreremo ed invitiamo a celebrare in modo alternativo. Riproduciamo qui sotto il contenuto del volantino della rete antifascista bresciana che convoca il presidio.

10 Febbraio, giorno del ricordo”

FOIBE:

invenzione dei fascisti

In Istria tra il 1919 ed il 1922 i fascisti assaltarono decine di centri culturali “alloglotti”, incendiarono e distrussero sedi sindacali, cooperative contadine e redazioni di giornali operai.
Migliaia di militanti politici e cittadini slavi furono aggrediti, picchiati ed assassinati. I fascisti dal 1941 al 1945 fecero sparire oppositori e dissidenti gettandoli nelle foibe.
Dopo il golpe del 1922 le violenze fasciste divennero legali e fu pianificata una pulizia etnica attraverso la chiusura di scuole slave e croate, licenziamenti indiscriminati, esproprio di terre, e italianizzazione forzata dei cognomi e dei toponimi.
Tra il 1941 ed il 1943 si scatenò l'offensiva militare italiana contro la Jugoslavia e le zone di confine vennero rase al suolo con l'incendio di interi villaggi, a migliaia si contano i prigionieri fucilati o deportati.
Nel solo corso del 1943 l'insurrezione popolare istriana costò 13.000 vittime tra morti e feriti.
Nel 1944 i nazifascisti dichiararono di aver rinvenuto nelle foibe circa 200 corpi: tutti esponenti del regime o criminali di guerra.
La manipolazione della storia ha trasformato le foibe da episodio di cieca vendetta dettata da anni di stenti, fame e violenza a un caso politico orchestrato ad arte come campagna anticomunista. Fin dagli anni 70 i fascisti cavalcarono la vulgata neo-irredentista arrivando ad affermare falsi storici fuori da ogni verità, arrivando a dire che gli infoibati sarebbero centinaia di migliaia. E la campagna politica e anti-comunista è stata talmente pressante che ha portato alla determinazione del 10 febbraio in “giornata del ricordo” trovando ampi consensi tra tutti i partiti dell'arco costituzionale e delle istituazioni, a partire dal presidente della Repubblica in carica.
Le oltre 200.000 vittime dell'occupazione italiana in Jugoslavia, i quasi 12 mila slavi morti nei campi di concentramento italiani, e tutte le vittime dell'occupazione fascista in Jugoslavia invece non hanno alcuna giornata del ricordo.

Il sacrificio di milioni di partigiani e comunisti ha contribuito
a liberare l'Europa dal mostro nazi-fascista.
ORA E SEMPRE RESISTENZA

Per ricordare i caduti della lotta di Liberazione
VENERDI' 10 FEBBRAIO 2012
ore 20.00
Piazza Rovetta – Brescia
PRESIDIO ANTIFASCISTA

Rete Antifa - Brescia

domenica 5 febbraio 2012

CONTATECELA GIUSTA - MINI-CORSO DI ECONOMIA COL PROFESSOR GIULIO PALERMO

E partito il minicorso di economia con il professor Giulio Palermo, il giorno 24 gennaio. La sala incontri di Rifondazione Comunista in via Cassala era pressoché piena, con circa settanta partecipanti.
L'incontro numero 2 è fissato per Lunedì 27 febbraio e l'incontro numero 3 è previsto per giovedì 29 marzo.
Su You tube è disponibile il video delle parti iniziali dell'incontro, ed a seguire sarà pubblicato l'intero incontro.
Qui sotto presentiamo un breve sommario della parte già disponibile sul web. Cliccando sul numero del capitolo-clip sarete inviati al video di You tube. Ogni clip dura poco più di dieci minuti, per rendere più agile l'ascolto.
Buona visione. Regia e montaggio di Giampaolo Clemenza


MINI-CORSO DI ECONOMIA COL PROFESSOR GIULIO PALERMO

Incontro di Martedì 24 gennaio
Come affrontare il problema:
  1. Taglio storico?
  2. Partire dall'attualità
    1. Cercare il colpevole?
    2. Diritto all'insolvenza?
  1. La moneta unità di conto, mezzo di scambio, riserva di valore
  2. Introdurre elementi concettuali per spiegare la crisi
    1. Il baratto, la legge di Say e la critica di Keynes (in realtà di Marx)
  1. La crisi: la moneta può sottrarsi allo scambio-baratto. La forma-denaro
  2. Nel capitalismo la crisi è una necessità economica, nelle società precapitalistiche la crisi dipende da fattori extra-economici.
  3. Il lavoro salariato tra gli elementi che aprono il problema della crisi
  4. La crisi: sovraproduzione o crollo in borsa? - La caduta del saggio di profitto
  5. Che cosa fa la moneta, che cosa fa la finanza nel nostro sistema
  6. Un capitalismo in senso moderno senza banca centrale non può esistere
  7. L'audit sul debito
  1. La moneta come riserva di valore è già una forma di debito e di credito
  2. Il ruolo delle banche centrali e il loro potere di emettere moneta in esclusiva
  3. La banca di stato ostacola gli altri stati – il signoraggio
    1. Il signoraggio: stampa di moneta e inflazione
    2. La creazione di valore non sta nella moneta, ma nel lavoratore produttore della merce
    3. Spesa pubblica: tassazione o stampa di nuova moneta
    4. Stampa di nuova moneta: a chi far pagare
      1. Se lo stato restituisce alla banca centrale la moneta stampata – non c'è inflazione
      2. Se lo stato non restituisce la moneta stampata – c'è inflazione
  1. Il carico della tassazione è deciso politicamente
  2. I ceti colpiti dall'inflazione: reddito fisso e banche
  3. La mistificante contrapposizione finanza brutto – economia reale bello
  4. Le oscillazioni di borsa sono solo redistribuzioni di ricchezza
  5. La situazione attuale è quella della banca centrale privata che presta soldi allo stato a interesse: appropriazione diretta di valore prodotto socialmente
  6. La banca centrale nasce come evoluzione del sistema bancario privato
  7. Il problema centrale: i soldi prestati sono restituiti alla banca centrale con gli interessi (come sempre se la banca centrale è privata); senza interessi o senza restituzione (se la banca centrale è pubblica)

sabato 4 febbraio 2012

Una notizia buona ed una cattiva sul fronte antirazzista


Solitamente non riprendiamo notizie di altra fonte, ma facciamo una eccezione. La notizia buona è che il giudice ha inflitto l'ennesima condanna al sindaco Lancinante per manifesto razzismo, questa volta esercitato contro la nostra compagna ed attivista dello SPI-CGIL Romana Gandossi, con pesanti attacchi personali (un altro campo nel quale il Lancinante vanta un non invidiabile primato).
La notizia cattiva riguarda l'assoluzione dei carabinieri da ogni responsabilità per la morte di El Hadji, il giovane senegalese fermato per le gratuite norme razziste introdotte dalla Lega e lasciato morire per un attacco di asma nella caserma del comando provinciale di Piazza Tebaldo Brusato. Si sa, l'Arma è intoccabile.
Il Manifesto di Adro è razzista, condannata la Lega Nord

2012-02-03 - Il tribunale di Brescia ha oggi condannato la Lega Nord di Adro per il manifesto offensivo affisso nella propria sede contro la volontaria dello Spi Cgil Romana Gandossi.
La sezione di Adro della Lega Nord dovrà pagare a ciascun ricorrente (Romana Gandossi, Associazione studi giuridici sull'immigrazione e Fondazione Piccini) 2.500 euro per un totale di 7.500 euro. La sezione locale della Lega Nord dovrà anche pagare ai ricorrenti 3.800 euro per le spese di lite.
La sentenza è per noi positiva sul piano politico. Innanzitutto è riconosciuto il comportamento violentemente razzista che mostra «disprezzo e intolleranza» non solo contro la volontaria dello Spi, ma contro tutti gli stranieri, tanto è vero che a essere risarcite sono anche le due associazioni che li rappresentano nel ricorso. Nella sentenza viene inoltre sottolineato che il manifesto della Lega Nord di Adro è stato «un atto ritorsivo» contro Romana Gandossi per avere contrastato il principio del «prima i nostri» propagandato dalla Lega Nord.
Nella sentenza si riconosce che la vicenda va inquadrata nell'ambito delle molestie, definite come «comportamento che lede la dignità della persona e crea un clima degradante, umiliante o offensivo» (art.2 ult comma dlgs 215/03). Oltre a questo, per la prima volta a livello nazionale viene affermato che si ha molestia per ragioni di etnia anche se la persona non appartiene a una etnia particolare, ma è molestata per aver difeso gli appartenenti a un determinata etnia o gruppo nazionale.
Quello su cui dissentiamo è la quantificazione della spesa che dovrà sostenere la Lega di Adro: in sostanza pochi soldi perché il segretario della Lega della sezione si difende «in forma sgrammaticata». Una motivazione iriverente nei confronti del segretario, ma che soprattutto non tiene affatto conto della lesione della dignità subita dalla Gandossi e che è priva di quell’effetto “dissuasivo” che pure il giudice vuole espressamente attribuire alla condanna.
Nel ricorso fatto da Asgi e Fondazione Piccini erano stati chiamati in causa anche i vertici nazionali della Lega Nord. Il giudice ha però stabilito l'estraneità di questi condannando i ricorrenti al pagamento delle spese legali. L' aver fatto uscire di scena le due Leghe (Lega Nord-Lega Lombarda e Lega per l'indipendenza della Padania) è comunque solo un fatto puramente tecnico. Erano state chiamate in causa non perché fossero politicamente responsabili ma perché dai dati che ci risultano la Lega di Adro non è costituita come soggetto autonomo dotato di personalità giuridica (ad esempio nel giudizio non e emerso se esiste un direttivo, una autonomia patrimoniale né alcun altro elòemento idonea a qualificarla come autonomo centro di interessi giuridicamente rilevante). Il giudice ha ritenuto diversamente ma la questione è solo giuridica.
Dal punto di vista politico poi resta comunque il fatto che il partito in questione tollera che una propria sede locale commetta atti gravemente illegittimi che oggi sono stati definitivamente ricnosciuti, anche sul piano giuridico, come “razzisti”.

Camera del lavoro di Brescia
Fondazione Piccini
Asgi 

Brescia: archiviato caso della morte di Saydou Gadiaga nella "cella di sicurezza" della caserma del comando provinciale dei carabinieri

Il decesso di Saidou Gadiaga, detto El Hadji, il 37enne senegalese morto nella caserma dei carabinieri di Piazza Tebaldo Brusato a Brescia il 12 dicembre 2010 a causa di un attacco d’asma non soccorso in tempo, non ha colpevoli.
Questa almeno la decisione del giudice per le indagini preliminari Cesare Bonamartini, che oggi ha disposto l’archiviazione del caso.
Più volte da queste frequenze abbiamo rilanciato la denuncia dell’Associazione dei senegalesi di Brescia e provincia e dell’Associazione Diritti per Tutti rispetto alle mistificazioni delle autorità e ai punti oscuri della vicenda.
Saidou era stato trattenuto perchè non in regola con il permesso di soggiorno. Un falso reato, smontato poco dopo dalla Corte di Giustizia europea.
L’associazione Diritti per tutti, sostenendo la famiglia dell’uomo, aveva fatto ricorso contro la cancellazione dell’inchiesta per la morte dello straniero, e diverse sono state le manifestazioni a sostegno di Gadiaga, conosciuto dagli amici come El Haji, affinché, come aveva dichiarato il presidente dell’associazione antirazzista Umberto Gobbi, il fascicolo sulla morte di Saydou non venisse “seppellito in un armadio”.
Per l’associazione sarebbero diversi i “punti oscuri” sulla morte dell’immigrato, la cui agonia è stata ripresa dalle immagini interne di videosorveglianza della caserma Masotti. “Diritti per tutti” e la famiglia del senegalese avevano fatto leva, nel ricorso presentato contro l’archiviazione, sulla testimonianza di un cittadino bielorusso, detenuto in una cella accanto a quella di Saidou, che avrebbe sentito il senegalese lamentarsi e chiedere aiuto per almeno una quindicina di minuti prima di morire. Testimonianza che però il pm Piantoni, titolare del fascicolo aveva ritenuto “imprecisa”. Altri dubbi riguardavano poi gli orari riferiti dai carabinieri sui soccorsi all’uomo colto da malore, ma per il pm che ha condotto le indagini militari hanno agito in buonafede.
 http://www.osservatoriorepressione.org/2012/02/brescia-archiviato-caso-della-morte.html

giovedì 2 febbraio 2012

PRESIDIO CONTRO LE PROVOCAZIONI FASCISTE DI FORZA NUOVA - BERGAMO

Presidio Domenica 5 febbraio dalle ore 10.30 alle ore 12.00
a Trescore Balneario (Bg) in via Locatelli

Domenica 29 gennaio 2012 alcuni giovani, tra cui il segretario della sezione ANPI della Val Calepio e Val Cavallina, stavano volantinando in piazza a Trescore per ricordare la “Giornata della Memoria” e contro le richieste di Forza Nuova, una formazione neofascista, di chiudere il campo nomadi di Trescore. Subito sono stati raggiunti e minacciati da alcuni neofascisti. Quest’ultimi, non contenti delle sole minacce, hanno pure aggiunto insulti nei confronti della Resistenza e dei partigiani.
Questo è solo l’ultima di una serie di provocazioni innestate da Forza Nuova per sostenere la chiusura del campo nomadi di Trescore Balneario. Infatti proprio nella settimana in cui cade l’anniversario del “Giorno della Memoria” che ricorda anche lo sterminio di centinaia di migliaia di Rom e Sinti, i neonazisti di Forza Nuova hanno riproposto gli stessi linguaggi e ragionamenti che portarono agli stermini nei confronti degli ebrei e appunto dei nomadi.
Le ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) locali ritengono questi episodi gravissimi, e lesivi della tranquilla convivenza civile, e di conseguenza indicono

UN PRESIDIO DEMOCRATICO

in via Locatelli (davanti alla banca Popolare di Bergamo) a Trescore Balneario domenica 5 febbraio 2012 dalle ore 10,30 alle 12.
Sono invitati a partecipare tutti i cittadini e le forze democratiche.

IL FASCISMO NON PASSERA’

ANPI Val Calepio e Val Cavallina, ANPI Endine Gaiano, ANPI Seriate.

Aderiscono: Partito Democratico di Trescore, Sinistra e Libertà Val Cavallina-Val Calepio, Partito della Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra Val Cavallina, Giovani Comunisti Bg, Partito dei Comunisti Italiani- Federazione della Sinistra Bg, Federazione della Sinistra Bg, Trescore Aperta, L’Alternativa-San Paolo d’Argon, CSA Paci Paciana. Movimento Studentesco Bg.

Donne sull'orlo di una crisi di nervi - prima il lavoro prima la nostra vita

Siamo le donne della Falce e la Luna, donne del PRC e non solo, con la
presente siamo ad invitarvi a partecipare ed intervenire in maniera dialettica
e propositiva alla serata che abbiamo organizzato sul tema delle donne nella
crisi partendo naturalmente dall'analisi della situazione della nostra città e
provincia.

Vogliamo riproporre il tema del lavoro femminile pensando che sia elemento
paradigmatico della crisi attuale.
Lo vediamo ogni giorno anche nella nostra provincia e nella nostra città: le
tantissime piccole fabbriche o i laboratori che stanno chiudendo le attività,
le delocalizzazioni produttive (quello della Invatec è uno degli esempi più
attuali e evidenti); la chiusura di sezioni delle scuole materne comunali; le
tantissime donne che abbandonano o perdono il lavoro dopo la nascita del primo
figlio. La precarietà per le donne, diventa situazione comune e quasi
"normalità" di vita.

Riteniamo che una classe dominante avente come obbiettivo costante la
destrutturazione dei diritti, la riduzione del salario e il risparmio generale
della spesa sociale, favorisca ancor più il divario che viene a crearsi tra le
diverse tipologie di lavoratori: se la crisi è vero che la pagano prima di
altri i giovani, gli operai, i precari, i disoccupati sappiamo che la pagherà
ancor di più chi tra essi fosse anche...una donna!
Per questo vogliamo costruire un percorso comune che torni a porre IL LAVORO
come “IL CUORE” della nostra lotta.

La serata "PRIMA LA NOSTRA VITA... DONNE sull'orlo di una CRISI..." si terrà
Giovedì 9 febbraio 2012 ore 20.45 presso la federazione PRC Brescia, via
Eritrea 20, vicino al Bresciaoggi.

Qui sotto potete scaricare il volantino della manifestazione.