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sabato 28 febbraio 2015

La manifestazione a milano contro il jobs act - 28 febbraio 2015

Una manifestazione dignitosa, dominata dalla presenza delle bandiere della USB che aveva dato indicazione di concentrare su Milano la sua presenza nazionale, mentre i COBAS avevano preferito concentrarsi sulla manifestazione romana. Qui sotto foto e filmati.








venerdì 27 febbraio 2015

3 marzo a Brescia - lavoratori come farfalle - incontro con Giorgio Cremaschi e Dino Greco

Lavoratori come farfalle . La resa della CGIL

Incontro con Giorgio Cremaschi e Dino Greco

Martedì 3 Marzo 2015 ore 20.30 Caffè Letterario

Via Beccaria 10 ‐Brescia

"Lavoratori come farfalle", scritto da Giorgio Cremaschi , narra della resa del più grande sindacato
d'Europa, la Cgil.
Negli ultimi decenni la condizione dei lavoratori italiani ha subito un terribile peggioramento e il nostro
movimento sindacale, che era il più forte d’Europa, è diventato sempre più ininfluente.
Giorgio Cremaschi analizza questa involuzione in relazione alla globalizzazione economica e al trionfo
dell’ideologia liberista, ma soprattutto si concentra sulla storia della CGIL e sulla sua scelta di accettare
i vincoli imposti dall’Europa e fatti propri dai nostri governi, di destra come di sinistra.
Comitato l'Altra Europa con Tsipras Brescia
https://www.facebook.com/bresciatsipras




giovedì 26 febbraio 2015

Flash mob e conferenza stampa alla sede dell'INPS di Brescia contro il jobs-act


Oggi presso la sede provinciale di Brescia dell'INPS il Comitato l'Altra Europa con Tsipras Brescia ha indetto una conferenza-stampa con presidio e Flash-mob contro il Jobs - act.

Per vedere tutta la documentazione vai a questo indirizzo web:

 https://www.facebook.com/bresciatsipras

La pagina è visualizzabile anche da chi non è iscritto a Facebook

Nel corso del Flash mob è stato distribuito il seguente volantino:




Il Jobs Act generalizza la precarietà e riporta il lavoro alla condizione servile.


Con i decreti attuativi del cosiddetto Jobs Act, il governo Renzi generalizza la precarietà e riporta il lavoro alla condizione servile. Renzi attua pienamente i diktat della Troika e riesce a fare oggi quello che neppure il governo Berlusconi era riuscito a fare.

I decreti confermano la cancellazione dell’articolo 18 per i nuovi assunti, con la fine del diritto alla reintegra. Da oggi basterà che le imprese etichettino il licenziamento per motivi “economici” per aver via libera e dover corrispondere solo una mancia al lavoratore che rimane senza alcuna tutela per la legge Fornero .

Quanto alla vantata eliminazione delle collaborazioni, è una falsità e restano in piedi in tutti i settori.

I decreti infine danno il via libera anche alle norme gravissime sul demansionamento dei lavoratori, riscrivendo codice civile e Statuto dei diritti dei Lavoratori.

Il Jobs Act non porterà un solo posto di lavoro in più.

Lo contrasteremo in ogni modo, con le mobilitazioni e dichiarando fin d’ora la nostra volontà di arrivare ad un vasto schieramento referendario, perché possa essere cancellata la regressione sociale e democratica che si vorrebbe imporre.


Comitato l'Altra Europa con Tsipras Brescia

martedì 24 febbraio 2015

Contro il jobs-act - Sabato 28 febbraio a Milano - Manifestazione nazionale

SABATO 28 FEBBRAIO
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
A MILANO ore 14 Largo Cairoli
per mettersi di traverso”
contro il Jobs Act
contro l’EXPO delle multinazionali,
contro il lavoro gratuito,
per difendere il lavoro, le pensioni e la democrazia
Partenza Pullman
da Brescia
ore 12 dal piazzale IVECO in via Volturno ore
da Rovato
12,30 fuori dal casello dell’autostrada di Rovato
Verranno chiesti 5€ di sottoscrizione per il pagamento del pullman
Per info e prenotazioni telefonate:
338-4721505
377-1305310
339-4166753

COORDINAMENTO INTERSINDACALE - BRESCIA
ADERISCONO
FEDERAZIONE PRC BRESCIA
COMITATO L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS BRESCIA


lunedì 23 febbraio 2015

L'ultimo saluto al compagno Eugenio Raza

Venerdì 20 febbraio nella natìa Pezzaze il compagno Eugenio Raza ha visto per l'ultima volta il suo amato paese. Malato da tempo, ha lasciato come sua ultima volontà una cerimonia funebre coerente con il suo impegno di una vita spesa per una società più giusta, senza arrendersi alla malattia, con uno sguardo sempre proiettato al futuro. Un impegno costante che è stato riconosciuto dalla folta e calda partecipazione popolare, che ha visto la presenza ed il ricordo commosso del sindaco, della federazione, degli amici e compagni.
Qui sotto alcuni momenti della cerimonia, a partire dal ricordo commosso della figlia, per finire con un ultimo sguardo ai suoi monti.

lunedì 16 febbraio 2015

Il “Jobs Act” di Renzi: una legge sul lavoro o il lavoro fatto a pezzi?

Verso il definitivo affossamento dei diritti di lavoratrici e lavoratori
Il Governo Renzi è all’attacco finale dei diritti del lavoro. Dopo anni di “riforme” all’insegna della
precarietà per tanti e della crescita per pochi, da febbraio sono esecutivi i primi due decreti attuativi
con le nuove norme per licenziare più facilmente e maggio saranno operativi i “nuovi” ammortizzatori sociali.
E questo dopo il primo intervento sull’articolo 18 e i tagli alle pensioni introdotti dalla Legge Fornero, che ha allungato l’età pensionabile e ridotto alla miseria e alla precarietà migliaia di “esodati”, cancellando così la possibilità di lavoro per migliaia di giovani.
Gli stessi giovani potranno però sperimentare il lavoro gratuito introdotto dal Governo Letta in occasione dell’EXPO, con l’accordo di CGIL-CISL-UIL. Contratti a termine, apprendistato, “stagismo” di stato e almeno 800 persone “volontarie” che riceveranno solo buoni pasto e alla fine dei sei mesi - se sempre presenti - persino un tablet!
Nella legge di stabilità, si concede poi alle aziende che assumeranno un disoccupato (a tempo
indeterminato, ma con la truffa delle “tutele crescenti”) di essere esonerate dal pagamento dei contributi previdenziali per 36 mesi.
Ma cosa prevede realmente il cosiddetto “jobs act” ?
Quali conseguenze per chi lavora ? Come possiamo difenderci ?
Per rispondere a queste domande il tavolo di confronto costituitosi nel
Coordinamento Intersindacale di Brescia ha organizzato un
incontro di approfondimento e formazione
con
Antonio Carbonelli (avvocato del lavoro)
venerdì 20 febbraio dalle ore 20,30
alla Sala delle Associazioni di S.Polo (Brescia) - via Cimabue,16

...e per cominciare a lottare davvero contro i provvedimenti del Governo...

SABATO 28 FEBBRAIO A MILANO
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
“per mettersi di traverso”
contro il Jobs Act e contro l’expo delle multinazionali, contro il lavoro gratuito,
per difendere il lavoro, le pensioni e la democrazia.
Pullman da Brescia con partenza dal piazzale IVECO in via Volturno
Per info: 339/4166753 - 338/4721505 - 377/1305310
COORDINAMENTO INTERSINDACALE - BRESCIA


La prefetta di Brescia scivolerà sulla buccia di banana?

Riprendiamo dal "Fatto quotidiano":
Il prefetto di BresciaNarcisa Brassesco Pace, è indagato per abuso d’ufficio. La Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio dell’alto funzionario e di altri dipendenti dell’ufficio del governo e l’udienza preliminare, in cui il gup deciderà sulla richiesta del pm, è stata fissata il prossimo 12 marzo. Fonti qualificate interne alla Procura di Brescia riferiscono che le indagini sarebbero nate da un’inchiesta condotta in Veneto sulla criminalità organizzata – anche per traffici di droga – in cui uno dei soggetti intercettati si sarebbe messo in contatto con il prefetto Brassesco Pace, chiedendo consigli su come far annullare una contravvenzione. Il ricorso contro la multa sarebbe stato presentato alla Prefettura di Brescia dalla persona sottoposta a intercettazioni da parte della Procura di Verona, o dai suoi famigliari, e la Prefettura avrebbe archiviato la pratica. 
Naturalmente tutti hanno diritto alla presunzione di innocenza, anche se in molti hanno già segnalato le stranezze della gestione del suo mandato da parte della Prefetta, compresi noi, ma comprese anche varie altre forze politiche bresciane, arrivando a varie riprese a chiederne le dimissioni.
Tra coloro che in questa circostanza rinnovano con forza questa richiesta c'è il documentato appello di cross-point, che qui riproduciamo:
LE DIMISSIONI DELLA PREFETTA E LA RIAPERTURA DELLE PRATICHE RESPINTE SONO ATTI DOVUTI L'ABBIAMO DETTO E RIPETUTO PIÙ VOLTE IN QUESTI ANNI:
LA PREFETTURA DI BRESCIA USA LA BUROCRAZIA PER DISCRIMINARE I/LE MIGRANTI, PER RIGETTARLI NELLA CLANDESTINITÀ E NEL LAVORO NERO.
I dati sulle domande accolte della sanatoria 2012 lo dimostrano senza possibilità di smentita. Unico caso in Italia dove i rigetti superano iI 70%. Ma per la Prefetta di Brescia è andato tutto bene, la legge è stata applicata rispettando i principi della "legalità".
Non importa se in questi anni abbiamo assistito ad ogni tipo di discriminazione nei confronti dei/delle migranti con la negazione anche dei diritti più elementari. A partire, quanto meno, dalla lotta della gru (per non parlare della mala-gestione degli uffici SUI che perdura da quasi un decennio) in cui davanti a una situazione insostenibile per migliaia di migranti le risposte sono state la completa chiusura davanti alle richieste di uscire dalla clandestinità, le espulsioni ingiustificate (tant'è che tutti si sono poi visti riconoscere la possibilità di ritornare), le denunce e le cariche della polizia.
Una "legalità" a senso unico, usata come corpo contundente contro i/le migranti. Non così è stato, ad esempio, nei confronti delle iniziative razziste della Lega Nord, o quando ha tappezzato una scuola con i suoi simboli. Quando allo Sportello Unico per l'Immigrazione veniva, ogni giorno, calpestata la dignità dei/delle migranti lasciati senza informazioni per anni, in balia di una gestione arrogante e lesiva dei diritti degli utenti all'accesso e alla conoscenza dello stato delle singole pratiche. Quando davanti a una condizione drammatica di migliaia di migranti si sono fatte scandalose conferenze stampa per dire che tutto andava bene, riproponendo un'interpretazione vessatoria delle norme sull'immigrazione.
Ma, a quanto pare dalle notizie di questi giorni, l'ostentata tutela della "legalità" da parte della Prefetta sembra svanire di fonte ad " amici e conoscenti". Ora che perfino il Capo del Dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del Ministero dell'Interno, Mario Morcone, solleva dubbi e perplessità sulla gestione della Prefettura di Brescia, nessuno può più far finta di nulla.
LE DIMISSIONI DELLA PREFETTA E LA RIAPERTURA DI TUTTE LE PRATICHE RESPINTE, ADOTTANDO I CRITERI DI GIUDIZIO USATI IN TUTTE LE ALTRE CITTÀ ITALIANE, SONO SOLO DEGLI ATTI DOVUTI. ALTRIMENTI NON C'È CHE UNA SOLA PAROLA PER DEFINIRE CIÒ CHE È SUCCESSO A BRESCIA: RAZZISMO ISTITUZIONALE.
ASSOCIAZIONE PROGETTO CROSS-POINT
Incroci meticci, precari, clandestini cross-point numerica.org
Brescia. 13 febbraio 2015

domenica 15 febbraio 2015

Una storia di tutti - atti del convegno sulle stragi di stato

Il ricordo delle stragi di stato in Italia con la presenza del curatore del libro e della figlia di Giuseppe Pinelli

18 febbraio 2015 ore 20.30

Federazione di Rifondazione comunista

Via Cassala 34 - Brescia

Presentazione del Libro

UNA STORIA DI TUTTI

- Atti del Convegno sulle Stragi di Stato -

Interverranno:
Claudia Pinelli,
Gino Marchitelli


A SEGUIRE RINFRESCO DI AUTOFINANZIAMENTO




Una tempesta in un bicchiere d'acqua?

A scoppio ritardato, dovuto in gran parte allo scrupolo di fare una attenta verifica sui fatti, pubblichiamo qui la presa di posizione di Rifondazione Comunista di Brescia sugli strascichi successivi alla manifestazione di Cremona del 24 gennaio, convocata dal Centro Sociale Dordoni come manifestazione nazionale antifascista, e nello specifico contro Casapound, a seguito del vero e proprio agguato ordito da questa organizzazione contro il Dordoni; agguato culminato con il massacro perpetrato contro Emilio Visigalli, storico militante del centro sociale. Non serve ricordare come Casapound sia a tutto tondo ed esplicitamente una formazione neonazista che da tempo riempie le cronache nazionali e cremonesi con le sue malefatte, tanto che non si capisce come gli sia consentita l'agibilità politica a scorno della Costituzione repubblicana e in disobbedienza alle leggi che ne dovrebbero garantire il carattere antifascista.
Si suppone che tutti i lettori di questo blog conoscano già i fatti all'origine della manifestazione, che rinfreschiamo narrandoli secondo la versione corrente, riportata dalla stampa con varianti poco rilevanti:
Innanzitutto occorre conoscere la geografia della scena: lo stadio di Cremona ed il Centro sociale Dordoni sorgono a pochissima distanza l'uno dall'altro. Praticamente si "vedono". La miccia dell'episodio è da cercare appunto nello stadio, più precisamente nelle "curve", che sono molte volte all'origine di scontri e "confrontazioni", di solito con la polizia, o con tifoserie avversarie, a volte con lo sfondo di "appartenenze" politiche o presunte tali. Lo stesso avviene a Cremona. Nonostante le smentite degli "ultra" organizzati, sembra che in effetti allo stadio, durante la partita di domenica 18 gennaio, i compagni del Dordoni avessero notate presenze inquietanti, e che, proprio per questo, a fine partita alcuni militanti del centro sociale erano rimasti all'interno dell'edificio del Dordoni a presidiarlo, come misura preventiva.
Ad un certo punto i militanti rimasti nell'edificio si sono resi conto che all'esterno qualcuno stava armeggiando in maniera sospetta. Sono usciti ed hanno notato alcuni individui che stavano danneggiando le centraline di derivazione elettrica che alimentano il centro sociale. I compagni li hanno affrontati, e a questo punto sono sbucati i fascisti in agguato, chi dice quaranta, chi dice sessanta, che hanno aggredito i pochi compagni del centro sociale, infierendo in particolare a calci e bastonate in testa sul compagno Emilio, rieducandolo in fin di vita.
E dunque la manifestazione nazionale, alla quale ha aderito ufficialmente anche Rifondazione Comunista  con un comunicato congiunto, già pubblicato su questo blog.
Oggettivamente la manifestazione ha avuto un andamento assurdo, al di là di ogni valutazione di merito, perché è stata un non-manifestazione. Infatti, rispetto al percorso "ufficiale", presumibilmente concordato con la questura ed apparso sulla stampa cremonese, dopo poche centinaia di metri il corteo è rimasto bloccato per un affrontamento in testa tra una parte cospicua di partecipanti (da cinquecento a duemila, secondo le valutazioni più o meno interessate) e la polizia, che ha costruito una invalicabile barriera di transenne e di lacrimogeni in quantità mai vista, contro la quale, per ore e ore, si è infranto il tentativo dei manifestanti di raggiungere la sede di Casapound, comunque chiusa e con tanto di cartello "in vendita" - forse solo una manovra questa vendita, d'altronde.
Il resto del corteo, composto da altre migliaia di persone, è rimasto a lungo bloccato, senza indicazioni e senza saper che fare, per un tempo più  o meno lungo, in relazione ai tempi personali ed alla pazienza dei partecipanti. Che prima o poi hanno riposto bandiere, striscioni e megafoni e si sono avviati sulla via del ritorno a casa.
A partire dal giorno dopo, come dopo Genova 2001, dopo il 15 ottobre 2011 a Roma e dopo il 12 aprile 2014 sempre a Roma, all'interno della sinistra si sono scatenate le polemiche sulle modalità di condurre le manifestazioni, in questo caso avvelenate dalla giustificazione del motivo stesso della manifestazione, l'odiosità del crimine fascista che l'aveva provocata.
Nella polemica entrava una compagna che protestava contro la prevaricazione di chi con la sue azione aveva impedito alla maggioranza di fare una vera manifestazione rivolta anche alla città di Cremona, e concludeva mostrando la specularità che certi atteggiamenti di sopraffazione hanno tra le due parti in conflitto, in questo caso gli antifascisti ed i fascisti. Affermazione certo pesante per alcuni, ma che per un tratto, nel contrasto tra chi condivideva il suo intervento e chi lo contestava duramente, restava nell'ambito di una discussione tra compagni.
Improvvisamente però la questione prendeva una direzione completamente diversa. A questo punto si deve ricorrere ad una ricostruzione "a posteriori", nella quale si devono prendere per buone tutte le affermazioni di un personaggio completamente estraneo all'ambiente della sinistra bresciana, tale Ugo Maria Tassinari, che si presenta così: "Sono nato a Napoli nel 1956 e cresciuto a Posillipo. Sposato da 30 anni, ho una figlia ventiseienne. Militante dell’antagonismo sociale negli anni Settanta, ho proseguito il mio impegno sul fronte della solidarietà per i prigionieri degli anni di piombo, partecipando in prima persona alle campagne per la soluzione politica. Le mie posizioni da un marxismo critico di matrice operaista si sono evolute nella direzione di un radicale libertarismo. Giornalista professionista dal 1986, dalla seconda metà degli anni ‘90 mi sono specializzato come esperto di didattica delle nuove tecnologie digitali, organizzando i primi corsi di riqualificazione professionale per giornalisti disoccupati con finanziamenti del Fondo sociale europeo (giornalisti multimediali, editoria in tempo reale, videogiornalisti digitali). La mi forte vocazione didattica ha trovato modo di esprimersi in progetti di uso sociale delle nuove tecnologie, con corsi per i ragazzi a rischio delle scuole di Napoli, per i detenuti del carcere di Lauro (Av), per studenti e docenti della provincia di Potenza. Ho insegnato e fatto il tutor d’aula alla Scuola di Giornalismo di Potenza/ Master dell’Università di Basilicata. Dal 1988 sono impegnato in una accanita ricerca sul composito pluriverso della destra radicale che ha messo capo alla produzione di libri, dvd, saggi collaborazione a siti web." Sta di fatto che la sua "accanita ricerca" lo ha portato tra l'altro a produrre un blog dall'ambiguissimo titolo "FascinAzione", nel quale è difficile distinguere ciò che è pura "equidistanza" professionale nella descrizione del suo oggetto, la "fascisteria", come ha intitolato il suo libro più famoso, dal fascino, e in subordine il parteggiamento, per l'oggetto per il quale prova tanta "attrazione professionale"; per cui è comprensibile che per alcuni, o per tanti, non sappiamo, Tassinari è puramente e semplicemente un fascista e sodale di fascisti. E i primi a considerarlo un fascista a pieno titolo sembrano proprio i fascisti, a giudicare da certi interventi postati sul suo blog.
Ma che c'entra Tassinari? Qui dobbiamo seguire il suo racconto, tenendo presente che, comunque sia, ammesso che la racconti giusta, non la racconta tutta intera. Sembrerebbe dunque che qualcuno, che Tassinari dice di non saper individuare, ma che egli qualifica come un "infame che è iscritto alla sua lista" [alla lista della nostra compagna, senza che si possa capire bene a quale lista si riferisca] abbia cominciato la "lapidazione" della "compagna critica" PRIMA che lui pubblicasse sul suo blog lo scritto della "lapidata".
Dunque, andando con ordine, Tassinari avrebbe trovato, non si sa come, forse appunto su indicazione del suddetto "infame", l'intervento critico della compagna su una pagina Facebook (la pagina facebook dedicata al "Processo per la strage di Brescia", dice letteralmente Tassinari, pagina che comunque io, autore di questa nota, non ho trovato, pur avendola più volte cercata su Google). Tassinari riprende lo scritto e lo pubblica sul suo blog "FasinAzione" nel "primo pomeriggio/tarda mattinata" dice sempre Tassinari.
A questo punto comincia una sequenza impressionante:
- alle 14:51 un compagno posta sulla mailing list della "Rete antifascista bresciana" un commento pesantissimo allo scritto della "compagna critica", in termini che fuoriescono da una normale dialettica, anche accesa, e che chiede espressamente una reazione collettiva per arginare "questa ...[insulto pesantissimo]", ma nella quale non si fa cenno alla pubblicazione dello scritto su "FascinAzione".
- "subito dopo" la "compagna critica" viene a sapere di essere stata cancellata dalla mailing-list della "Rete antifascista bresciana", fatto che stride non poco con il rispetto della libertà di opinione e di discussione tra compagni, anche nel caso che questi opinioni siano in forte contrasto
- alle 15:02, quindi pochissimo tempo dopo la pubblicazione, qualcuno, che si qualifica come "Rete antifascista bresciana", posta su "FascinAzione" un commento, che Tassinari cancella.
- Del contatto tra "Rete" e Tassinari si trova conferma sul sito "http://fuochidiresistenza.noblogs.org/", il sito ufficiale della Rete antifascista bresciana, che in un post delle 15:04, due minuti dopo, da conto di aver richiesto a Tassinari la rettifica della affermazione che la "compagna critica" appartenesse alla "Rete antifascista bresciana", oltre alla precisazione che la "Rete" non condivide i giudizi espressi dalla "compagna critica". Sembrano normali rettifiche e precisazioni, se non fosse per quella pagina facebook che non si trova (forse per imperizia), e per lo straordinario tempismo con cui qualcuno "scopre" immediatamente lo scritto incriminato sulla pagina del "fascista" Tassinari.
- alle 15:16 la "compagna critica", come già anticipato sopra, manda in rete la notizia della sua cancellazione dalla mailing-list della "Rete", insieme alla propria autodifesa come attiva militante antifascista.
A questo punto avviene il fatto più grave del quale si abbia documentazione:
alle 15:54 qualcuno trasmette direttamente a Tassinari sulla sua mail il testo di denuncia e autodifesa che la "reproba" ha messo in rete trentotto minuti prima. Chi può essere? Forse qualcuno che sa dei traffici e dei carteggi appena intercorsi? La risposta sembra facile, ma la lasciamo al lettore. Oltre che per questo inquietante interrogativo, la e-mail di cui stiamo parlando si distingue per due altre singolarità.
La prima è questa: pur essendo una e-mail che in origine era stata mandata in chiaro a 6 - diconsi sei - mailingo list (per la precisione direttamente a 4 movimenti@gnumerica.org, bresciarossa@googlegroups.com ,
laltraeuropacontsiprasbrescia@gmail.com, donnenellacrisibrescia@gmail.com e in copia conforme (sempre in chiaro) a 2 gestione@liste.tracciabi.li, ucraina-antifascista-bs@googlegroups.com, chi inoltra la e-mail cancella sei indirizzi, come è ben possibile fare quando si inoltra, e lascia solo il gruppo di "Ucraina antifascista", un gruppo di pochi eletti in cui sarebbe trooooppo facile individuare il "colpevole".
La seconda, e qui siamo veramente all'infamia, chi invia la e-mail lo fa usando uno strumentino che un sito autonominato "anonymous mail" mette a disposizione di chi vuol inviare e-mail rimanendo sconosciuto. Si potrebbe anche immaginare che l'infame, diciamo pure, sia non del tutto esperto del mestiere, o che sia frettoloso, e che sappia solo fortuitamente che c'è questa facile possibilità di fare il male. E quindi che non sappia che "anonimous" ha fatto la pentola, ma non ha fatto il coperchio, e quindi non sappia che, proprio per evitare abusi fuori misura, le e-mail fatte in questo modo, partono incorporando il messo che si tratta di un falso. Oppure lo sa, ma non gli importa che il destinatario venga informato che la sua mail è un falso. Ma chi sarebbe così stupido, su una questione così delicata?

Con questo abbiamo esaurito il nocciolo della questione, anche se sono da segnalare due esiti: il primo è quello che i compagni della "Rete antifascista bresciana" ad un certo punto sopprimono la mailing list "ca@numerica. org" e la sostituiscono con qualcosa che è simile ad una newsletter, cioè con una direzione univoca, da loro ai destinatari; il secondo è quello che una serie di realtà decidono di sottoscrivere delle prese di posizione in parte comuni in parte autonome per stigmatizzare l'intollerabilità e la gravità di quanto accaduto.

Quella che segue è la presa di posizione del Partito della Rifondazione Comunista:

Brescia, 5 febbraio 2015
Care compagne e cari compagni,

a questo punto ci pare che non si possa più fare finta di niente e che nessuna persona che si definisce solidale e che sia conseguente con ciò che dice di essere (se il dire è realmente coerente con il pensare) si possa tirare indietro.
La situazione che si è venuta a creare colpendo Eugenia, una compagna del movimento, ha due possibili ragioni: una è quella di silenziare il dissenso creando un cordone sanitario intorno a chi si espone, inibendo per oggi e in futuro la discussione libera e costruttiva all'interno delle nostre mailing list, come era già avvenuto in forme meno eclatanti in altri casi; l’altra potrebbe essere quella di fare nascere difficoltà e incomprensioni all'interno del movimento bresciano.
La nostra posizione è netta, univoca e comune. Denunciamo con questo scritto la gravità di quanto è avvenuto e ci impegniamo collettivamente a smascherare e disarmare i provocatori di qualsiasi natura essi siano, che filtrano le nostre questioni ad ambienti di destra per poi scatenare al nostro interno una caccia alle streghe (in questo caso alla strega), per di più agendo in modo coperto.
La faccenda non riguarda solamente la compagna vilipesa e non si tratta solo di esercitare la dovuta solidarietà umana, tali fatti hanno, a nostro parere, una chiara implicazione politica e un significato altrettanto politico avrà il tipo di risposta che verrà data.
Partito della Rifondazione Comunista

Ricostruzione curata Attilio (webmaster) 

lunedì 9 febbraio 2015

Con la Grecia contro la Troika" - Mercoledì 11 febbraio in Piazza Loggia

Si comunica che in preparazione della manifestazione che si terrà a Roma sabato 14 febbraio 2015 alle ore 14.30 "Cambia la Grecia - Cambiamo l'Europa" è indetta una conferenza-stampa con
presidio
Mercoledì 11 febbraio
in Piazza Loggia
alle ore 18.30

"Con la Grecia contro la Troika"

Per la manifestazione di sabato a Roma il comitato bresciano di "L'altra Europa con Tsipras" organizza un pullman che partirà da Brescia alle ore 5.00.
Chi intende partecipare deve telefonare a uno di questi numeri:
3397185383
3456528718
0302411021
per prenotare, e per ogni ulteriore informazione

È CAMBIATA LA GRECIA - CAMBIAMO L'EUROPA - MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA IL 14 FEBBRAIO

La segreteria regionale del Prc a sostegno della manifestazione del 14 febbraio

Carissimi,

Come sapete la vittoria di syriza in Grecia e le iniziative di Tsipras e del ministro Varoufakis stanno chiarendo ai popoli europei la natura dello scontro in atto e il bivi che abbiamo davanti a noi: la prosecuzione delle politiche di austerità e rigore al servizio della speculazione e delle oligarchie economiche finanziarie o l'avvio di una nuova fase in cui al centro tornano i diritti, la giustizia sociale, il lavoro, la democrazia.
Con gli  incontri europei nei quali Tsipras e Varoufakis hanno presentato le proposte del governo greco ai partner del continente, con la conferma del programma, espressa da Tsipras  davanti al parlamento greco si è aperta una partita importantissima il cui esito è cruciale per il futuro dei popoli e della sinistra in Europa.
E' bene che come dirigenti del Prc abbiamo chiare due cose:
- se Syriza viene sconfitta, se viene sconfitta la linea che mette in discussione i trattati da un punto di vista, diciamo, europeista, si aprono autostrade alle ipotesi nazionaliste, antieuropeiste di destra!
- Syriza non può farcela da sola di fronte a rigidità, come quella della Germania che sembra intenzionata ad andare fino in fondo, anche fino alla fuoruscita della Grecia dalla Ue, mettendo al primo posto la necessita di evitare il contagio greco.
LA POSTA IN GIOCO E' ALTISSIMA.
Occorre un impegno straordinario nostro e di tutta la sinistra per costruire grandi mobilitazioni in tutta Europa, come va intensificata l'iniziativa per rilanciare conflitti politico sociali all'altezza dello scontro in atto.
Nell'immediato facciamo tutto il possibile per far riuscire la manifestazione del 14
Il sostegno all'iniziativa dei compagni greci può far leva su due punti di grande rilievo:

- La battaglia di Syriza pone un problema che non è dei greci , ma dei lavoratori di tutti i paesi europei, del nostro in primo luogo, perchè solo un intervento della Bce sul debito permette di bloccare le politiche di austerità che distruggono diritti, lavoro, Welfare.

- La dimostrazione di dignità e di grande coerenza del governo e del popolo greco mette in grande evidenza, per contrasto l'incoerenza e il servilismo di Renzi il cui "cambiare verso" rivela il tratto demagogico del personaggio. Dove ci si colloca rispetto alla vicenda greca è una discriminante come lo è stata la vicenda del jobs act.

I nessi tra questo percorso e la costruzione di un grande movimento antiliberista europeo, condicio sine qua non della crescita della sinistra di alternativa vi sono già chiari.

ciao a tutti

Antonello Patta

Milano, 09 febbraio 2015