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mercoledì 28 marzo 2012

CRISI, SFRUTTAMENTO E DEBITO. UNA PROSPETTIVA MARXISTA


Sommario e links ai video del secondo incontro con Giulio Palermo per il minicorso di economia.

Giovedì 29 marzo alle ore 20.45

sempre presso la sala incontri della Federazione prc di Brescia

in via Eritrea n.20

il terzo incontro  che prevede la seguente scaletta:

NASCITA E MORTE DELL’EURO
In questo incontro discutiamo le funzioni storiche dell’unione economica e monetaria nel processo di disciplinamento del lavoro in Europa. A questo fine, analizziamo i principi di funzionamento dell’Unione europea e delle sue principali istituzioni, il processo che ha condotto all’euro, i rapporti interni all’Europa e quelli con gli altri poli capitalistici mondiali. La natura doppiamente restrittiva, monetaria e fiscale, delle istituzioni europee è poi messa in relazione con la trasmissione della crisi finanziaria americana, che si è riversata dapprima sulle banche europee, poi sugli stati più deboli dell’Unione e infine sui popoli di questi stati. Contro la vecchia ricetta di far pagare al lavoro le contraddizioni del capitale si delineano però anche scenari per un’uscita anticapitalista dalla crisi, attraverso processi di collettivizzazione e demercificazione che mettano alle corde il mercato, il capitale e il primato della finanza, per lasciare spazio alla soddisfazione dei bisogni umani e all’emancipazione della classe lavoratrice.


CRISI, SFRUTTAMENTO E DEBITO. UNA PROSPETTIVA MARXISTA
  1. Sfruttamento: parte di lavoro che non va al lavoratore, ma al capitalista
  2. Crisi: il capitale non ha la “giusta” remunerazione
  3. La merce forma elementare della società capitalistica
  4. Merce: valore d'uso e valore di scambio
    1. valore d'uso permanente in tutti i modi di produzione
    2. valore di scambio: prezzo della merce nel modo di produzione capitalistico
  5. Nel capitalismo il profitto nello scambio guida la produzione
  6. Divaricazione tra il “bene” del capitale e quello dei lavoratori
  1. Dall'economia classica alla critica dell'economia politica
  2. Dal possesso di denaro al possesso di più denaro attraverso la merce
  3. Capitale costante (mezzi e strumenti di produzione) e capitale variabile (lavoro: salario)
  4. Il capitale variabile: lavoro e forza-lavoro
  5. Il “di più” di denaro viene dalla forza-lavoro: il lavoro erogato superiore al salario
  6. Valore della merce uguale a valore del lavoro incorporato nel capitale costante più lavoro totale erogato
  7. Sistema capitalista trasforma in merce la forza-lavoro
  1. Capitale costante=lavoro morto; capitale variabile=lavoro vivo
  2. Lavoro vivo=salario (lavoro pagato)+plus-lavoro (non pagato)
  3. Il prodotto del plus-lavoro rimane al capitalista (profitto)
  4. Analogia di fondo tra espropriazione feudale ed espropriazione capitalistica
  5. La giornata lavorativa individuale e della classe=parte del lavoratore+parte della classe dominante
  6. Variazione del tasso di sfruttamento: variare la proporzione con tempo invariato o modificando la durata della giornata lavorativa
  1. Saggio di profitto – Saggio di sfruttamento
  2. La relazione tra sfruttamento e profitto
  3. La relazione “sfruttamento-profitto” e capitale costante
  4. La concorrenza tra capitalisti: la convergenza verso l'uniformità del saggio di profitto
  1. Conseguenze della tendenza alla uniformità del saggio di profitto
  2. Diminuzione del salario e/o aumento della giornata lavorativa e/o aumento della produttività
  3. Innovazione continua vera novità storica dell'economia capitalista
  4. Aumento del capitale costante: macchinari (capitale fisso) e materiali (capitale circolante)
  5. Senza variare il lavoro vivo il singolo lavoratore lavora molte più merci
  6. Il saggio di profitto derivante dal lavoro vivo è sceso: vera causa della crisi
  1. L'innovazione spinge il sistema all'aumento del capitale costante ed alla diminuzione del saggio di profitto
  2. Le tendenze antagoniste alla caduta del saggio di profitto:
    1. Dinamica del saggio di sfruttamento: rapporti di forza tra le classi
      1. Compressione del salario
      2. Aumento della giornata lavorativa
  3. Le due forze contrastanti:
    1. La caduta del saggio di profitto (per analogia: forza di gravità)
    2. L'aumento del tasso di sfruttamento
  4. Il debito e il credito
    1. Il credito come leva del processo di accumulazione capitalistica: il sistema bancario
    2. Il credito come spinta alla
      1. Concentrazione del capitale: nella singola unità produttiva
      2. Centralizzazione del capitale: unificazione del controllo di capitali diversi
  1. Innovazione e carenza di domanda
    1. Supplenza da parte della domanda pubblica
    2. Supplenza da parte del credito al consumo
      1. Scadenza del credito: calo del profitto e calo della domanda: saggio di profitto “vero” e saggio di profitto “apparente” (pompato da domanda “surrettizia”)
  2. Dibattito tra marxisti sul fatto che la crisi dipenda dalla caduta del saggio di profitto:
    1. errori nella formula di calcolo del saggio di profitto: il capitale costante è sia il “fisso” (macchinari) che il “circolante” (materiali) – basta un calcolo più preciso
    2. difficoltà di valutare l'incidenza globale del credito
  3. Il saggio di profitto cade indipendentemente da quello che fa la finanza
  4. Le critiche alla impostazione illustrata:
    1. I non-marxisti partono da presupposti diversi e giungono a conclusioni diverse
    2. Le due teorie prevalenti tra gli economisti marxisti:
      1. Sottoconsumo
      2. Profit squeeze (compressione del profitto) a causa di salari troppo alti
  1. Ripresa: la teoria del sottoconsumo:
    1. Le implicazioni politiche destroidi della teoria del “profit squeeze” sono evidenti
    2. Gli aspetti sinistroidi della teoria del sottoconsumo: Keynes. La domanda complessiva è fatta di beni di consumo, beni di investimento, spesa pubblica.
      1. Gli investimenti non si toccano, perché è l'iniziativa dei capitalisti è libera
      2. Si può usare la spesa pubblica
      3. Si devono aumentare i salari – opposto del “profit squeeze”
  2. Sia il sottoconsumo che il “profit squeeze” non vedono nel capitalismo l'origine strutturale della crisi: La soluzione starebbe nelle “regole” per controllarlo.
  3. Per il “profit squeeze” il colpevole della crisi è il lavoratore, per il “sottoconsumista” il colpevole è la politica, in nessun caso sono i meccanismi interni al sistema.
  4. Marx vuol fornire gli strumenti scientifici per contrastare il sistema capitalistico
  5. Abbattere il sistema capitalistico in quanto basato sullo sfruttamento, o regoliamo il grado di sfruttamento?
  1. Domanda: Le attività sociali fuori della produzione producono valore?
  2. Risposta: Lavoro produttivo e lavoro improduttivo
    1. Lavoro produttivo se valorizza capitale
    2. La spesa pubblica non ricompensa il capitale anticipato
    3. Per coprire la “spesa improduttiva” il settore che produce valore deve essere più sfruttato
  1. Domanda: La spesa keynesiana in infrastrutture aumenta il capitale fisso e quindi fa diminuire il saggio di profitto?
  2. Risposta: Lo stato redistribuisce, non produce
    1. Il credito allo stato, il credito alle imprese, il credito al consumo
      1. Solo il credito alle imprese è produttivo dal punto di vista capitalistico
  3. Domanda: Tutto questo ragionamento come fa a star dentro ai confini nazionali?
  4. Risposta: Il sistema capitalistico era suddiviso in sottosistemi relativamente autonomi
    1. 1971: affossamento accordi di Bretton Woods sui cambi per permettere agli americani di esportare liberamente i capitali (altra causa antagonista alla caduta del saggio di profitto)
    2. oggi il saggio di profitto tende ad essere uniforme a livello mondiale
  1. Come mai in Cina c'è molto sfruttamento e poco settore improduttivo?
  2. Risposta:
    1. In Cina il sistema non è esattamente quello capitalistico, e l'opinione del poco sviluppo del settore improduttivo andrebbe verificato sui dati e non sulle opinioni.
    2. Il peso dello stato non è una questione dirimente rispetto alla presenza della crisi
    3. La crisi si sta presentando in modo generalizzato in tutto il mondo capitalistico
  3. Domanda: Nel salario non vanno compresi anche i servizi per la riproduzione della forza-lavoro?
  4. Domanda: In un mondo completamente capitalistico, come farà il capitale a risolvere le proprie crisi?
  5. Risposte: Nel prossimo clip
  1. Domanda: In un mondo completamente capitalistico, come farà il capitale a risolvere le proprie crisi? (alla fine del clip precedente)
  2. Risposta sul salario: salario diretto, indiretto, differito.
  3. Risposta sulla globalizzazione: il si espande o in modo estensivo o in modo intensivo
    1. espansione geografica o estensiva
    2. espansione della mercificazione a nuovi settori, o espansione intensiva
    3. dalla crisi si esce tramite la distruzione del capitale
      1. distruzione fisica di beni-capitale
      2. distruzione del valore del capitale
    4. dopo la crisi c'è un piccolo mini-boom
    5. durante la crisi si ridefiniscono i rapporti tra le classi e il saggio di sfruttamento
    6. Non possiamo aspettare che il capitalismo copra il mondo, tanto poi scoppia da solo
    7. Lo sfruttamento ha limiti fisici invalicabili, la massa di capitale costante no: il rimedio dell'aumento del saggio di sfruttamento non può aumentare all'infinito
  1. Salario di sussistenza in diminuzione nella nostra società attraverso:
    1. beni-salario cinesi a basso prezzo
    2. abbassando il livello di civiltà: meno scuole, ospedali, eccetera
  2. Dalla analisi della struttura dei rapporti di classe non si può dedurre la lotta di classe
  3. Domanda: le monete complementari possono essere un passo verso il superamento del capitalismo?
  4. Risposta: non servono realmente a questo scopo, ma:
    1. in parte alla evasione-elusione fiscale
    2. in parte supplenza alla carenza di liquidità
    3. il problema è nella sfera della produzione e non in quella della circolazione
    4. la circolazione redistribuisce valore già prodotto
    5. nella sfera della scambio siamo tutti uguali, nella sfera della produzione no
    6. contro il capitalismo non perché è in crisi, ma perché è un sistema di sfruttamento
  1. Domanda 1: perché chiami marxisti gli economisti che vogliono salvare il capitalismo?
  2. Domanda 2: non assolutizzare la legge di funzionamento del capitalismo – l'opposizione al capitalismo è, o può essere, anche una scelta morale – il macchinismo in Marx
  3. Risposta alla domanda 1: di fatto sono economisti provenienti dal marxismo, che però tralasciano l'aspetto critico pur di dialogare con l'economia borghese – in fondo sono keynesiani o neo-ricardiani, ma provengono dal dibattito interno al marxismo
  4. Risposta alla domanda 2: nel clip successivo
  1. Domanda 2 del clip precedente: Domanda 2: a) non assolutizzare la legge di funzionamento del capitalismo – b) l'opposizione al capitalismo è, o può essere, anche una scelta morale contro l'alienazione – il macchinismo in Marx
  2. Risposta a): Necessità della crisi o possibilità della crisi nel e del capitalismo:
    1. in ogni caso posso combatterlo per una scelta “morale”
    2. se la crisi è strutturalmente interna ho una motivazione anche politica più forte
    3. la lotta politica contro l'assoggettamento posso farla anche senza avere in tasca la vittoria
  3. Risposta b): In Marx è certamente presente la questione dell'alienazione, anche se nal Capitale l'attenzione è centrata sui meccanismi di sfruttamento
  4. Risposta c):
    1. Marx il Capitale lo ha scritto. Perché andare a prendere il “frammento sulle macchine” a godimento dei sostenitori del “capitalismo cognitivo”
    2. Noi leggiamo “macchine” e pensiamo “capitale”. Quantitativamente la macchina incorpora molto meno lavoro dei materiali che aggiuntivi che permette di trasformare
    3. Marx non comunica una legge divina, ma mostra attraverso l'analisi aspetti non visibili a prima vista
      1. Tesi dell'aumento reale del saggio di profitto
        1. Errore empirico: per il capitale costante vengono calcolate solo le macchine e non i materiali
        2. Se anche fosse vero come dato empirico, le cause antagoniste creano altre contraddizioni: le bolle finanziarie svelano le mistificazioni reali

venerdì 23 marzo 2012

Sabato 31 marzo - tutti a Milano - occupiamo piazza affari

Il governo Monti, come il nostro partito aveva denunciato già nei suoi documenti congressuali, quando un "governo Monti" era solo una sciagurata ipotesi, sta rivelando sempre più la sua vera natura di governo dei padroni, delle banche, degli speculatori. Passato l'incantamento ed il sollievo per la partenza di Berlusconi da capo del governo, settori sempre più vasti della popolazione, innanzitutto i ceti operai e popolari, stanno sperimentando sulla propria pelle la durezza delle misure concrete che questo governo sta prendendo.
Occorre una mobilitazione il più ampia ed unitaria possibile.
Il 31 marzo il comitato nazionale No-debito no-Monti ha indetto una manifestazione a Milano, con partenza alle ore 14.00 dalla sede della Università Bocconi a Piazza Affari. Come partito siamo presenti sia nel comitato nazionale che nel comitato bresciano.

Per questa manifestazione sono già stati prenotati i pullman che partiranno da Brescia in via Industriale (a fianco del cimitero vantiniano di Brescia, sulla strada che inizia dal lato opposto della Esselunga di via Milano). La partenza è prevista alle ore 12.00 di sabato 31 marzo. Un pullman si fermerà anche a Rovato al casello dell'autostrada (parcheggio vicino alla rotonda) alle ore 12.30. Viene chiesto un contributo per il pagamento dei pullman di 5 euro.

Come federazione mandiamo un pressante invito ai nostri iscritti e simpatizzanti per una larga adesione. Le iscrizioni sono già aperte. I numeri di telefono sono i soliti: 0302411021 (telefono fisso della federazione) e 3456528718 ( Attilio).

giovedì 22 marzo 2012

Assemblea sulle multiutility - Salone Buozzi Brescia


MULTIUTILITY DEL NORD? NO, GRAZIE!
 
Decenni di liberalizzazioni e privatizzazioni mostrano oggi il fallimento di questo disegno che ha visto il pubblico ritirarsi dai propri compiti e i Comuni trasformarsi da garanti dei servizi pubblici in azionisti. Ci lasciano aziende con miliardi di debito, aumento dei costi dei servizi per i cittadini, peggioramento delle condizioni dei lavoratori del settore, riduzione degli investimenti, spreco di risorse naturali e una drastica riduzione degli spazi di democrazia, di partecipazione e di trasparenza.
 
La proposta di creare una grande multiutility del nord si inserisce in questo quadro desolante. Ripercorre la strada dei fallimenti testimoniati dai bilanci in debito di A2A, Iren, Hera, ecc.; ci ripropone l'idea di vendere servizi essenziali per coprire buchi di bilancio; punta a superare i debiti delle aziende attraverso economie di scala.
L’esito di questo tentativo di aumentare i profitti é la trasformazione di beni comuni come l’acqua, l’ambiente e le risorse naturali, la salute dei cittadini in merci.
Si vuole continuare in una politica che vede l’acqua solo una fonte di profitti, l’energia solo come costruzione di sempre più grandi centrali elettriche e i rifiuti come combustibile per inceneritori.
Non si vuol tenere conto che il 12 e 13 Giugno 27 milioni d’italiani hanno detto NO alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, che hanno chiesto una gestione pubblica e partecipativa per i beni comuni.
Per capire le ragioni di quest’operazione, per iniziare ad opporvisi.
 
MARTEDI’ 27 MARZO
ORE 20.30
SALONE BUOZZI DELLA CAMERA DEL LAVORO DI BRESCIA
VIA FOLONARI
ASSEMBLEA PUBBLICA
 
Intervengono
 
LUCA MARTINELLI  giornalista della rivista “Altreconomia”
 
MATTEO GADDI          esperto in materia di Acqua e gestione pubblica dei servizi
 
COMITATO ACQUA PUBBLICA BRESCIA
FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA
 

mercoledì 7 marzo 2012

Assemblea no-debito a Brescia il 12 marzo 2012 presso la Camera del Lavoro salone Buozzi


BASTA con Monti e il governo delle banche e della finanza, in Italia e in Europa

VERSO LA MANIFESTAZIONE il 31 a Milano
assemblea pubblica
lunedì 12 marzo ore 21
salone Buozzi Camera del Lavoro di Brescia
via F.lli Folonari 20
con: Vittorio Agnoletto e Giorgio Cremaschi

PARTECIPATE TUTTE E TUTTI


Comitato promotore Occupyamo Piazza Affari
Qui sotto sotto scarica e diffondi il volantino del Comitato promotore "no-debito" di Brescia.

martedì 6 marzo 2012

Paolo Ferrero a Brescia il 15 marzo - Salone Buozzi - Camera del lavoro


L'ITALIA E UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO
MA QUALE LAVORO?
PRECARIO - SOTTOPAGATO - INSICURO - DELOCALIZZATO - IN MOBILITÀ
INCONTRO-DIBATTITO
GIOVEDÌ 15 MARZO
ORE 20.45
presso
CAMERA DEL LAVORO DI BRESCIA
Salone Buozzi - Via Folonari 20
con
Paolo Ferrero
Segretario nazionale di Rifondazione Comunista
Damiano Galletti
Segretario Generale della Camera del Lavoro di Brescia
Matteo Gaddi
Responsabile nazionale “Progetto nord” del Prc-Fds
Coordina
Anna Della Moretta
Giornalista del “Giornale di Brescia”
Con interventi di rappresentanti sindacali ed operai di
Ideal Standard - Invatec- Iveco - Stefana
Qui sotto potete scaricare il volantino della manifestazione, con l'imperdibile vignetta di Vauro.

lunedì 5 marzo 2012

Le donne de "La falce e la luna" del Prc indignate per l'ennesimo assassinio maschilista


COMUNICATO STAMPA DONNE PRC BRESCIA e “LA FALCE e LA LUNA”
Sull’OMICIDIO di Francesca , Vito , Chiara e Domenico
Siamo qui oggi per dire alle famiglie delle persone uccise che siamo loro vicine, che siamo impietrite davanti a questa cieca violenza, ma che non siamo stupite purtroppo, siamo qui anche per denunciare il bollettino di guerra che ogni giorno vede donne e persone che sono loro vicine vittime di uomini, nel maggior parte dei casi vittime di parenti o conoscenti.
Ci chiediamo quante donne debbano ancora morire prima che si inizi seriamente a parlare di femminicidio, abbiamo il dovere di ricordarle, ma dobbiamo chiedere un cambio di rotta alla nostra società.
Francesca è morta ammazzata, assieme al compagno, alla figlia e al fidanzato di quest’ultima, morti tutti per lo stesso motivo, massacrati dall'ex, massacrati da una violenza maschile che arriva ovunque e non fa distinzioni di pelle, di etnia, di ceto, di censo o di religione, come vanno blaterando alcuni.
La violenza maschile sulle donne è una costruzione culturale fatta di negazionismo, omertà e banalizzazione e lo vediamo anche oggi nei titoli dei media che utilizzando parole false come “raptus” o “delitto passionale”. BASTA QUEST'UOMO E' UN ASSASSINO, di passionale nell’assassinio di una donna non c’è nulla.
La verità è questa, basta “provocazioni” in questa italietta dove le donne sono descritte come oggetti, fenomeni da baraccone, dove una barista irrompe nelle pagine dei giornali e in televisione per una settimana semplicemente perchè lavora mezza nuda.
Basta non possiamo più tollerare questa situazione, non esiste una ragione per un atto come questo. Basta con gli uomini che pensano di avere delle ragioni per ammazzare una donna:
- perché ritengono che le donne siano una loro proprietà
- perchè pensano che le donne siano cattive e che loro siano i poveri “abbandonati”
- perchè non accettano il fatto che le donne sono persone altre che hanno la libertà di scegliere con chi stare.
Certi uomini immaginano di poter possedere le donne a loro piacimento e dunque farle diventare il palliativo delle loro frustrazioni. Noi diciamo basta al patriarcato e al sessismo. Non vogliamo più sentir parlare di "Delitti passionali o raptus di follia".E' il momento che la politica risponda e lo faccia in modo diverso da quanto fatto fin ora, ne abbiamo le prove anche a Brescia dove la giunta comunale ha tagliato i fondi al centro antiviolenza la "casa delle donne" o si accanisce contro le prostitute.
Per Francesca, per tutte le vittime di violenza, per ciascuna di noi.
BASTA VIOLENZA SULLE DONNE
La FALCE e La LUNA - Donne PRC Brescia