La Medtronic, multinazionale del settore biomedicale, ha gelato i circa 600 dipendenti, annunciando 300 esuberi negli stabilimenti bresciani da espellere nell'arco di un anno e mezzo.
Il motivo? L'elevato costo del lavoro che la spinge a trasferire la produzione di cateteri in Messico dove potrà contare su stipendi di gran lunga più bassi.
L'ennesima delocalizzazione produttiva destinata ad impoverire il tessuto occupazionale e industriale del nostro Paese.
La Madtronic è una multinazionale americana che lo scorso anno ha rilevato una azienda a tecnologia italiana (o meglio, bresciana) e rete di distribuzione mondiale dei prodotti tedesca, la Invatec di Roncadelle, col pieno accordo e la piena soddisfazione dei vecchi proprietari. In men che non si dica i giochi sono diventati chiari: la Mediatronic voleva impadronirsi dei brevetti esclusivi di Invatec per giocarseli nella produzione globalizzata. In questo caso la produzione andrebbe in Messico, con tanti saluti a centinaia di lavoratrici e lavoratori ultraspecializzati nella produzione di apparechiature biomedicali, produzione esclusiva della Invatec. Ed anche il Sole24ore piange:
"Medtronic è una multinazionale Usa, sa bene che il lavoro in Messico costa meno. Peccato che in ballo ci sia un piccolo gioiello del biomedicale italiano (Invatec) con il suo portafoglio brevetti. Ed era forte che il sospetto che di questo in fondo si trattasse: di un tesoretto da predare, lasciando sul campo forza lavoro da "sostituire" e qualche parola sulla "ricerca" che resta "italiana". Questa logica suona un po' ipocrita. In un settore come il biomedicale non solo la ricerca, ma anche la produzione sia "ad alto valore aggiunto", capital e labour intensive al tempo stesso."
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