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giovedì 23 febbraio 2012

La Grecia, la guerra commerciale e la guerra dei "carri armati pensanti" (think thanks)

Non tutti conoscono l'origine della espressione "think thanks". Facciamoci aiutare da Wikipedia:
"Il termine viene coniato negli Stati Uniti d'America durante la seconda guerra mondiale quando il Dipartimento della Difesa creò delle unità speciali per l'analisi dell'andamento bellico chiamate in gergo proprio think (pensiero) tank (tanica, serbatoio, ma anche carro armato)."
E difatti i truffatori intellettuali di professione sono tra i più efficaci e ben pagati combattenti sul campo globale. E la cosa è tanto più preziosa quanto più la fonte è insospettabile. Prendiamo "Le monde diplomatique" del dicembre 2011. Dopo aver detto di Monti e Papademos che "Non si tratta di tecnici apolitici, bensì di uomini di destra, membri della Commissione trilaterale, nota per aver denunciato l’eccesso di democrazia delle società occidentali" , con una inaspettata veronica degna dei migliori sostenitori occulti delle guerre umanitarie della NATO, l'autore dell'articolo conclude inopinatamente: "gli ultimi avvenimenti di Atene ricordano piuttosto l’estate del 1968 in Cecoslovacchia, quando la «primavera di Praga» venne schiacciata con l’esautorazione del dirigente comunista Alexander Dubcek". Confessiamo di non vedere l'analogia, nonostante lo sforzo dell'autore dell'articolo di cercarla nella dottrina della "sovranità limitata", il che , per un "carroarmato del pensiero, non ci pare una grande trovata (Vedi, in francese http://www.monde-diplomatique.fr/2011/12/HALIMI/47028 ). Di fronte a tanto muso di tolla, proponiamo come robusto antidoto questo articolo di Mikis Teodorakis, musicista ed eroe nazionale greco antinazista ed anticolonnelli, che molto più dirittamente vede l'analogia con l'invasione nazista della Grecia nel 1941-1944: 
"Se riflettiamo sul fatto che l’occupazione tedesca ci costò un milioni di morti e la totale distruzione del nostro Paese, come è possibile che i greci accettino le minacce della Merkel e l’intenzione della Germania di imporci un nuovo Gauleiter... questa volta con la cravatta...?"
Qui sotto potete scaricare il testo completo dell "Lettera aperta di Mikis Teodorakis".

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