Spending review, Fantozzi e Ferrero: ci vuole lo sciopero generale
Pubblicato il 18 mar 2014
di Roberta Fantozzi e Paolo Ferrero – Le anticipazioni sulla
spending review di Renzi annunciano uno scenario di tipo greco. Gli
effetti di queste misure saranno di avvitare ulteriormente l’economia in
una spirale recessiva e di distruggere quel che resta dei diritti
sociali. 85.000 esuberi ulteriori nella pubblica amministrazione e il
blocco del turn-over sono una ricetta inaccettabile che comprometterà
definitivamente i servizi pubblici. Perché Cottarelli e Renzi non dicono
che il sistema pubblico in Italia è già ampiamente sottodimensionato
rispetto ai principali paesi europei? Nel 2010, prima degli ultimi
tagli, l’Italia aveva 5,9 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti contro
gli 8,5 della Francia e i 9,2 della Gran Bretagna. Perché non dicono che
il blocco del turn-over ha fatto sì che l’età media della pubblica
amministrazione in Italia sia tra le più alte d’Europa? E come si fa a
tagliare altri 5,5 miliardi ai trasporto pubblico o altri 3,1 miliardi
alla sanità senza distruggere il diritto alla mobilità e alla salute,
già compromesso dalle lunghissime liste d’attesa e dai ticket? Come si
fa a tagliare gli assegni d’accompagnamento accanendosi sui veri
invalidi, o a peggiorare ulteriormente la condizione delle donne
inasprendo ancora la controriforma delle pensioni?
Invece non si colpiscono i privilegi veri: le pensioni più alte non
saranno toccate, per il veto di Renzi. La spending review e le politiche
di austerità vanno respinta al mittente perché aggravano la crisi
economica e producono l’imbarbarimento della società. Ci vuole lo
sciopero generale.
Intanto anche nella CGIL qualcuno si oppone: