Ancora una volta i fascisti mostrano il loro volto immutabile di vigliacca violenza. La sintesi della loro identità ce la offre la scena di decine di bruti che si scagliano insieme su una donna, colpevole di aver rimosso la “loro” corona.
Dunque continua l'assedio alla città promosso sotto diverse forme e sigle, che nascondono una stessa identità: quella nazi-fascista. E ancora una volta si dimostra la vacuità delle raccomandazione delle persone di buon senso che dicono: “lasciate perdere, se non gli date importanza la cosa muore da sé”.
Non è vero: il 27 ottobre i fascisti si erano presentati alla Mandolossa, estrema periferia della città, ed avevano fatto i loro comodi, frenati però dalla presenza di un nutrito presidio antifascista, che aveva perseverato nonostante l'atteggiamento intimidatorio del vice-questore Ricifari, lo stesso divenuto poi tristemente famoso nei giorni della gru.
Il 13 novembre avevano progettato un grande raduno nazionale, a partire da Viale Piave, nei pressi della loro sede. Ma essendo viva la enorme mobilitazione della gru, ed essendo stata indetta una forte manifestazione di contrasto, i fascisti rinunciavano a questo primo passo di avvicinamento alla città.
Ieri sera 10 febbraio, mettendosi la pelle di agnello delle vittime sacrificali che ricordano le altre vittime sacrificali delle foibe, entravano nel pieno del centro storico.
A nulla è valso l'atteggiamento responsabile della rete antifascista, che rifiutava il confronto muscolare, e indiceva una semplice delegazione al sacrario partigiano di piazza Rovetta. I fascisti hanno colto la prima occasione per scatenare la “loro” identità di violenti. Una prova vivente della violenza terribile che “ai tempi delle foibe”, durante la seconda guerra mondiale, i fascisti ed i nazisti scatenarono contro le popolazioni slave delle vicine Slovenia e Croazia, popolazioni contro le quali tutto era permesso, in quanto anche razzialmente inferiori. Altro che violenza dei comunisti titini! Ma ora siamo in tempi in cui tutti, o quasi tutti, sono proni davanti al revisionismo storico, cioè al sistematico ribaltamento della verità dei fatti. Le violenze nazifasciste, i campi di sterminio degli slavi, gli assassini, i paesi incendiati, tutte le nefandezze compiute in prima persona dai fascisti italiani nella ex Jugoslavia scompaiono, e rimane solo il mito delle foibe, in buona parte una grande montatura che i più seri studiosi hanno definitivamente smontato. Il fatto è che l'uso politico della storia, e della sua falsificazione, sono ora più spinti che in ogni altro tempo.
Ed i piccoli eredi del fascismo non hanno nessuna remora a sfidare il ridicolo, attribuendo il pestaggio di due ragazze alla “polizia”! Certo che l'esempio delle balle più incredibili spacciate come verità viene dall'alto, ma per riuscire le balle devono essere accompagnate da dosi massicce di fuoco mediatico, oltre che da corposi interessi che fanno credere di vedere bianco anche quando gli occhi mostrano il nero.
E così, il comunicato stesso di Forza Nuova, nella sua ingenuità, diventa la confessione più esplicita delle sua diretta e totale responsabilità delle lesioni procurate alle due compagne antifasciste. Ed anche a qualche poliziotto, ci risulta.
Federazione di Brescia del Partito della rifondazione Comunista.
Dunque continua l'assedio alla città promosso sotto diverse forme e sigle, che nascondono una stessa identità: quella nazi-fascista. E ancora una volta si dimostra la vacuità delle raccomandazione delle persone di buon senso che dicono: “lasciate perdere, se non gli date importanza la cosa muore da sé”.
Non è vero: il 27 ottobre i fascisti si erano presentati alla Mandolossa, estrema periferia della città, ed avevano fatto i loro comodi, frenati però dalla presenza di un nutrito presidio antifascista, che aveva perseverato nonostante l'atteggiamento intimidatorio del vice-questore Ricifari, lo stesso divenuto poi tristemente famoso nei giorni della gru.
Il 13 novembre avevano progettato un grande raduno nazionale, a partire da Viale Piave, nei pressi della loro sede. Ma essendo viva la enorme mobilitazione della gru, ed essendo stata indetta una forte manifestazione di contrasto, i fascisti rinunciavano a questo primo passo di avvicinamento alla città.
Ieri sera 10 febbraio, mettendosi la pelle di agnello delle vittime sacrificali che ricordano le altre vittime sacrificali delle foibe, entravano nel pieno del centro storico.
A nulla è valso l'atteggiamento responsabile della rete antifascista, che rifiutava il confronto muscolare, e indiceva una semplice delegazione al sacrario partigiano di piazza Rovetta. I fascisti hanno colto la prima occasione per scatenare la “loro” identità di violenti. Una prova vivente della violenza terribile che “ai tempi delle foibe”, durante la seconda guerra mondiale, i fascisti ed i nazisti scatenarono contro le popolazioni slave delle vicine Slovenia e Croazia, popolazioni contro le quali tutto era permesso, in quanto anche razzialmente inferiori. Altro che violenza dei comunisti titini! Ma ora siamo in tempi in cui tutti, o quasi tutti, sono proni davanti al revisionismo storico, cioè al sistematico ribaltamento della verità dei fatti. Le violenze nazifasciste, i campi di sterminio degli slavi, gli assassini, i paesi incendiati, tutte le nefandezze compiute in prima persona dai fascisti italiani nella ex Jugoslavia scompaiono, e rimane solo il mito delle foibe, in buona parte una grande montatura che i più seri studiosi hanno definitivamente smontato. Il fatto è che l'uso politico della storia, e della sua falsificazione, sono ora più spinti che in ogni altro tempo.
Ed i piccoli eredi del fascismo non hanno nessuna remora a sfidare il ridicolo, attribuendo il pestaggio di due ragazze alla “polizia”! Certo che l'esempio delle balle più incredibili spacciate come verità viene dall'alto, ma per riuscire le balle devono essere accompagnate da dosi massicce di fuoco mediatico, oltre che da corposi interessi che fanno credere di vedere bianco anche quando gli occhi mostrano il nero.
E così, il comunicato stesso di Forza Nuova, nella sua ingenuità, diventa la confessione più esplicita delle sua diretta e totale responsabilità delle lesioni procurate alle due compagne antifasciste. Ed anche a qualche poliziotto, ci risulta.
Federazione di Brescia del Partito della rifondazione Comunista.
Ricostruire il Partito Comunista
RispondiEliminahttp://ricostruireilpartitocomunista.blogspot.com/2011/02/care-compagne-e-compagni-di.html
l'appello che invita a uscire da Rifondazione... no grazie...
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