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mercoledì 9 febbraio 2011

Adro: l'esposto alla Corte dei Conti perché non siano i cittadini a pagare i capricci del sindaco lancinante

Continua la lenta discesa del sindaco di Adro, che è costretto ad incassare colpi sempre più duri, politici e giudiziari.
Oggi mercoledì 9 febbraio il tribunale del lavoro, composto in modo collegiale, a differenza della prima sentenza, quando ad esprimersi era stato un giudice unico, ha respinto il ricorso che il sindaco Lancini aveva impiantato contro la prima sentenza di condanna.
Ora, trattandosi di una procedura per causa di lavoro, la sentenza è definitiva. Ed è di ieri 8 febbraio la notizia di una nuova visita della Guardia di Finanza, che comincia ad aggirarsi spesso e volentieri dalle parti dello sventurato paese.
Una prima volta, tempo fa, i gendarmi si erano recati direttamente in comune, visionando carte e portando via qualche faldone. Ora si sono presentati alla scuola, e sono saliti anche sul famoso tetto, dove facevano bella mostra di sé le girandole giganti che tutti hanno visto in fotografia.
Sul fronte politico-operativo i progetti faraonici del sindaco continuano a segnare il passo. La stessa scuola-gioiello si rivela sempre più un colabrodo, e pare che anche dal punto di vista giuridico i balletti con la I.E.G.A., la ditta protagonista degli strani interscambi con il sindaco, siano ancora in alto mare. Nel frattempo il maxi-progetto del centro residenziale-alberghiero che doveva soffocare il laghetto del Sala, reperto geologico unico delle ultime glaciazioni, pare definitivamente tramontato. L'altro maxi-progetto da settanta milioni e passa, vicino ai confini di Palazzolo, al momento è saltato, ed il correligionario leghista sindaco della cittadina sull'Oglio non pare intenzionato a favorire le manovre del lancinante.
Da parte sua Rifondazione Comunista ha presentato alla Procura regionale della Corte dei Conti l'esposto sottostante, chiedendo che a pagarsi i suoi capricci sia il sindaco in persona ed i suoi accoliti, e che non continui a fare certi giochi pericolosi mettendo le mani nelle tasche degli italiani.


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