Dal 24 al 27 ottobre del non lontano 2008 il presidente della repubblica Giorgio Napolitano si recava in visita ufficiale in Egitto, ricevuto con tutti gli onori dal Presidente della Repubblica Araba d'Egitto Hosny Mubarak.
In questa occasione, ricorrendo il 66° anniversario della battaglia di El Alamein, Giorgio Napolitano recitava quello che dai più veniva giudicato un “nobile discorso”.
Estraiamo qualche passaggio:
“Le generazioni che non hanno conosciuto la guerra, che hanno vissuto nella nuova Europa, via via unitasi nella pace e nella democrazia, debbono rispetto e riconoscenza, sempre, ai tanti che caddero in questa terra, e a quanti combatterono, da entrambe le parti, onorando le loro bandiere”
“Tutti furono guidati dal sentimento nazionale e dall'amor di patria, per diverse e non comparabili che fossero le ragioni invocate dai governi che si contrapponevano su tutti i fronti del secondo conflitto mondiale”
“La causa in nome della quale erano stati chiamati a battersi fino a immolare
le loro vite tra le dune di questo deserto gli appartenenti alle forze armate dell'Asse nazifascista, apparve, proprio a partire da quei mesi del 1942, votata alla sconfitta. Una sconfitta che non avrebbe gettato alcuna ombra sui valori di lealtà e di eroismo dei combattenti italiani o tedeschi, ma che fu dovuta non solo - a El Alamein - alla soverchiante superiorità di mezzi e di uomini dell'opposto schieramento, ma alla storica insostenibilità delle ragioni, delle motivazioni e degli obbiettivi dell'impresa bellica nazifascista.”
“Tutto questo è oggi, e da un pezzo, alle nostre spalle : ma non va dimenticato. Ed è giusto dire che i veri sconfitti - anche sulle sabbie di El Alamein - furono i disegni di aggressione e di dominio, fondati perfino su aberranti dottrine di superiorità razziale, che avevano trovato nel nazismo hitleriano l'espressione più virulenta e conseguente”
“All'affermazione di valori di pace e di giustizia fuori dei confini dell'Europa, i nostri paesi sono impegnati oggi a contribuire partecipando alle missioni internazionali di gestione delle crisi che hanno investito regioni vicine e lontane. Sono convinto, per quel che riguarda l'Italia, che nella partecipazione dei nostri soldati a quelle missioni si esprima quella stessa carica di lealtà, di coraggio e di umanità, che contraddistinse tutti i nostri corpi e reparti a El Alamein”
A noi pare che, in questa "continuità" rivendicata, il presidente, forse a sua insaputa, abbia espresso tutta la verità sulla "guerra umanitaria" contro la Libia.
Leggi tutto sul sito ufficiale della Presidenza della Repubblica.
Nessun commento:
Posta un commento