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giovedì 1 luglio 2010

Questa volta ascoltate i cittadini - a San Polo fate il Parco delle Cave

COMUNICATO STAMPA


Il tempo è galantuomo.

Da anni Rifondazione Comunista viene classificata come il partito “oscurantista” del No.

Le nostre prese di posizione a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, i nostri tentativi di far uscire la politica dalle logiche del clientelismo e dell’economicismo “di classe” sempre a disposizione dei soliti noti, immancabilmente vengono catalogate come ideologismi massimalisti e passatisti, frutto di pregiudizi antimoderni.

A nulla valgono i nostri sforzi di riportare nel campo della razionalità il dibattito politico con proposte alternative che abbiano al centro principi universali quali la difesa del bene comune, la salvaguardia e il rilancio di una serie di diritti, la democrazia e la partecipazione dei cittadini.

Altre sono le priorità nelle stanze del potere , altri gli interessi, altri gli interlocutori di riferimento con cui rapportarsi nell’azione di Governo.

Tant’è, a volte però le cose non vanno come ci si prospettava ed allora ecco che, con scarsa memoria e una buona dose di faccia tosta, le convinzioni incrollabili degli infallibili della politica di fronte a palesi difficoltà si evolvono fino ad assumere fisionomie che rasentano la contrapposizione alle teorie di partenza.

Alcuni esempi? Due su tutti: la vicenda A2A e la metropolitana cittadina.

Ai tempi della quotazione in borsa prima e della successiva fusione con AEM poi da parte di ASM, gli unici che provarono ad opporsi all’operazione denunciando lo snaturamento della possibilità di controllo democratico dell’azienda da parte dei cittadini, fummo noi di Rifondazione Comunista e la Camera del Lavoro di Brescia.

Alle nostre rimostranze circa l’incompatibilità di una S.p.A. di farsi carico degli interessi e dei diritti dei cittadini e del territorio, venivano contrapposte magnifiche prospettive di crescita illimitata e benefici per tutti.

Che tristezza vedere oggi due schieramenti che di fronte all’impotenza della politica nel definire le linee guida di un’azienda fondamentale per determinare la qualità della vita dei cittadini, non riescono a fare altro che litigarsi i posti nei vari centri di potere aziendali.

La metropolitana sta avendo eguale destino.

Progetto teoricamente valido ma inadeguato ed economicamente insostenibile per una città dalle caratteristiche di Brescia, fu il giudizio che demmo alla presentazione del progetto, per questo assieme ad altre realtà ambientaliste promuovemmo un referendum che le forze politiche dell’allora maggioranza unite all’allora minoranza fecero fallire indicando così unanimità di consenso sull’opera.

Che pena oggi di fronte ad una città stravolta da cantieri che rischiamo di chiudere chissà quando per restituire ai cittadini un’opera che viene valutata più per il valore aggiunto dato dalle possibili speculazioni alle fermate che per il potenziale sociale che, a questo punto, è prioritario.

C’è bisogno di una svolta.

I cittadini non possono continuare a pagare il peso delle scelte sbagliate frutto di ambizioni personali o interessi di pochi che nulla hanno a che fare con i principi di buona convivenza che dovrebbero influenzare le decisioni di chi governa e con i diritti dei governati.

Questa svolta può partire da San Polo, popoloso quartiere ad est della città, da tempo al centro delle cronache per gli annosi problemi di inquinamento che ne condizionano la salute degli abitanti come anche recenti indagini dell’ASL ormai confermano.

In questo quartiere dove sono presenti attività industriali inquinanti, discariche, l’autostrada, l’inceneritore, da tempo l’aria è molto malata (tanto che qualche anno fa l’ARPA rimosse l’unica centralina di rilevamento per la qualità dell’aria poiché ritenuta inattendibile in quanto quotidianamente i valori sfioravano i limiti di legge), da anni i cittadini chiedono un minimo di compensazione con l’attuazione del parco delle Cave.

È ora di ascoltarli, evitando di peggiorare una situazione già grave con progetti invasivi come la cittadella dello Sport o il polo logistico ITALGROS, che porterebbero altro inquinamento e disagi per i residenti.

Razionalità vorrebbe per quell’area un progetto di recupero e valorizzazione delle risorse naturali o naturalizzate, un piano di censimento e bonifica dei siti più o meno inquinati, la messa in atto dell’uso delle migliori tecnologie possibili per le attività produttive, la cessazione dell’attività estrattiva, il ridimensionamento progressivo dell’incenerimento dei rifiuti,...

È vero, per far questo ci vorrebbero anche la volontà politica e degli assessori all’ambiente che oggi non ci sono (né in Comune né in Provincia) così come oggi sono negati il diritto ad una migliore qualità della vita ed il dovere degli amministratori di garantire la salute dei cittadini.

Manchevolezze che fanno la differenza e che in futuro peseranno.

Fiorenzo Bertocchi

Segretario della Federazione di Brescia

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