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domenica 30 maggio 2010

Gli sfratti, le mense, la crisi e la Lega

La crisi generale, ampiamente prevedibile, od addirittura descritta da qualcuno nei suoi presupposti di fondo (vedi ad esempio l'intervento di Gianfranco Pala nel convegno “Quali sono le prospettive del comunismo nell'epoca della globalizzazione”, Brescia, 2001) da fantasma evocato o esorcizzato con scongiuri, come nel caso di Berlusconi, comincia ad assumere il volto di dramma immediato per fasce sempre più considerevoli della popolazione, ed in particolare si sta trasferendo, come è naturale, dalle proteste spettacolari e disperate rappresentate dagli operai sui tetti delle fabbriche, sulle gru e simili, alla vita immediata delle famiglie.
È ormai noto in tutta Italia il caso emblematico di Adro, con i bambini che il sindaco voleva, e continua a voler escludere dalla mensa; caso che rappresenta evidentemente solo la punta di un iceberg rispetto alla massa di famiglie, immigrate, ma anche italiane, che non riesce più a pagare la mensa per i figli.
Ora nella nostra provincia sta scoppiando il problema degli sfratti. Tra sfratti eseguiti dall'inizio dell'anno, e quelli previsti prossimamente, si viaggia verso le migliaia, con il dramma esistenziale moltiplicato per i membri della famiglia buttata sulla strada.
Contro questa faccia della crisi di sistema, che ripropone ancora una volta il fenomeno apparentemente assurdo di capacità produttive inutilizzate o distrutte, e di persone che son o rovinate e senza risorse persino per la pura sopravvivenza, a Brescia è attivo un “Comitato contro gli sfratti” nel quale svolge un ruolo trainante la “Associazione Diritti per tutti”.
Anche sulla spinta di questi soggetti, venerdì 28 maggio a Brescia decine di migranti che hanno perso il lavoro e che sono stati colpiti da sfratto esecutivo, tra cui un certo numero di nuclei familiari, insieme a molti antirazzisti, hanno occupato l’hotel Sirio, posto in via Capriolo. Infatti i migranti sono coloro che più di tutti subiscono la crisi, sono i primi ad essere licenziati, ad essere sfrattati, correndo il rischio di perdere anche il permesso di soggiorno. La legge Bossi –Fini, che subordina il permesso di soggiorno al contratto di lavoro, in tempo di crisi mostra tutti i suoi effetti razzisti e discriminatori.
Ma non sono solamente i migranti sotto tiro. Se ad Adro le famiglie colpite dal diktat della amministrazione comunale erano per la massima parte di migranti, invece tra le famiglie colpite da sfratto esecutivo la percentuale di italiani si avvia a rappresentare il cinquanta per cento del totale.
Nella giornata di Sabato 29 maggio, con l'intervento delle autorità, compreso il prefetto Dottoressa Brassesco, il problema immediato di coloro che hanno occupato l'Hotel Sirio è stato risolto, con un accordo in base al quale il locale è stato pacificamente sgomberato, e gli occupanti hanno trovato temporaneamente una soluzione dignitosa.
Il partito della Rifondazione Comunista esprime il suo sostegno a questa lotta per la casa, che costituisce uno dei beni primari al quale tutti hanno diritto, e che dovrebbero essere già ora garantiti in base alla Costituzione; ma non può tacere sul comportamento della Lega, che sia ad Adro, nella persona del sindaco Oscar Lancini, che a Brescia, nella persona del vice-sindaco Fabio Rolfi, mostra senza veli quale è il vero collante della Lega: la difesa degli interessi di chi possiede. Per chi non ha, nessuna pietà; anzi, il fastidio, a volte esplicitato, verso gli interventi di coloro che, magari in nome della carità cristiana, o semplicemente della solidarietà umana, intervengono a mettere una pezza sulle situazioni più insostenibili. Ad Adro, intervenendo nella assemblea pubblica promossa in primo luogo dalla CGIL e da altre forze, tra le quali il nostro partito, il Sindaco Lancini, intervenendo in realtà fuori tempo massimo, ha dato prova ancora una volta di essere senza senso umano al di là di ogni immaginazione, arrivando persino a teorizzare che chi non è ammesso alla mensa perchè non ha i soldi per pagare non è discriminato, tanto è vero che lui - lui Oscar Lancini - conosce personalmente gente ricca sfondata di Adro che non manda i figli alla mensa scolastica, eppure non per questo si sente discriminato. E Rolfi, intervistato in televisione sui fatti dell'Hotel Sirio, aveva come unica preoccupazione quella di ribadire che la proprietà è l'unico faro della vita sociale.
A livello nazionale, intanto, di fronte alla manovra che si abbatte sui lavoratori e sulle classi popolari padane, oltre che italiane, la Lega è cieca e muta; ed il suo leader Bossi, che fino a qualche giorno fa lodava la lungimiranza di Tremonti che “ha tenuto i soldi per il momento del bisogno”, la butta sulla ... provincia di Bergamo, in difesa della quale sarebbe pronto addirittura a fare la guerra civile. Verrebbe da dirgli: “ma va là... sappiamo quale è lo slogan vero:
MACCHE' ROMA LADRONA, MACCHE PATRIA PADANA - QUEL CHE CONTA E' AVERCI LA GRANA”.

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