Nel giorno in cui Brescia manifesta contro il barbaro atto
terroristico plurimo del quale a Parigi sono rimaste vittima i redattori
della rivista satirica Charlie Hebdo, insieme ad altre vittime casuali
presso il mercato "kosher", vi saremmo grati se voleste recepire anche
la presa di posizione a livello nazionale della Lista L'Altra Europa con
Tsipras e il documento assunto dalla Presidenza dell'ASSEMBLEA
REGIONALE DEL PRC tenutasi il giorno 10
gennaio 2015 dalle ore 9,30 alle 14 presso l’AUDITORIUM zona 3 di
Via Valvassori Peroni n. 56 - Milano con
la presenza del compagno segretario
nazionale PAOLO FERRERO.
Esprimiamo
una ferma condanna contro la strage perpetrata nella sede del
giornale satirico Charlie Hebdo che ha portato all’uccisione di 12
persone e al ferimento grave di altre otto. Tra le vittime
vignettisti e intellettuali di fama mondiale che esprimevano con il
loro quotidiano lavoro il meglio della satira, garantendo così la
libertà di stampa e di opinione. Si
può ben comprendere che visioni integraliste, fanatiche e
totalitarie della vita e della società abbiano proprio nella libertà
di stampa, di opinione, di critica e di satira il loro principale
nemico. L’ironia mette a nudo le miserie delle ideologie, costruite
su una falsa coscienza di sé, più di complicate confutazioni.
L’attentato pare avere una matrice al qaedista o legato all’Is,
al di là di chi siano le singole persone che hanno compiuto un così
terribile crimine. Questo dimostra la necessità di combattere il
fondamentalismo e il fanatismo di ogni tipo. Proprio per questo è
inaccettabile l’ondata islamofoba che sta strumentalmente prendendo
il via dalla strage di Parigi. Confondere l’Islam con il terrorismo
è il migliore regalo si possa fare all’Is e alla sua propaganda.
Ed è quello che stanno facendo le destre in tutta Europa. L’altra
Europa con Tsipras aderirà quindi e parteciperà a tutte le
manifestazioni indette dalle forze democratiche in condanna della
strage.
L'altra
Europa con Tsipras (COMUNICATO
NAZIONALE)
Documento regionale:
QUESTA
GUERRA NON È LA NOSTRA GUERRA
CONTRO
OGNI TERRORISMO
Nel
condividere e diffondere il comunicato nazionale di “L'altra Europa
con Tsipras” insistiamo nel marcare la nostra distanza da chi,
quasi per un riflesso condizionato, a destra e talvolta anche a
sinistra, cade nella trappola di partecipare alla ondata di
predicatori di guerra che impazza sui media e nei discorsi, con punte
che direttamente ed esplicitamente incitano ad una guerra generale,
spingendo per portare alla sua logica conclusione quanto il
cosiddetto Occidente sta facendo da quando non trova più ostacoli né
politici né ideali alla diffusione pratica e culturale del suo
“pensiero unico”. La caduta del muro di Berlino - è ormai una
tragica evidenza - non ha portato ad un mondo di pace. Al contrario
sembra aver avviato una spirale in cui i focolai di guerra, accesi in
Europa e nel Medio Oriente subito dopo quel grande evento, si sono
diffusi in quantità sempre più estesa e sempre più vicina al
nostro paese e fino dentro all'Europa.
Noi
a questa spirale diciamo un fermo NO!
Noi
vorremmo che lo stesso meritorio impegno, la stessa appassionata
partecipazione, venisse espressa ogni volta che singoli ed entità di
varia natura compiono atti efferati di puro terrorismo. Ma non sempre
questo accade. Ad esempio Giuliano Ferrara ha esortato a partire in
guerra, e ad impiccare i nostri nemici, come fecero i Bush,
dimenticandosi di quando gli
aerei americani centrarono il rifugio antiaereo n. 25 nel quartiere
di Al-Amirya a Bagdad. Ma
forse per lui, e
per quelli come lui in questo caso si
tratta di un gesto eroico.
Nel rifugio vi erano circa 1000 persone, quasi tutte donne, bambini e
vecchi. Almeno 408 di loro furono ridotti in cenere. Oppure,
quando gli “islamisti” di Basayev catturarono e massacrarono
centinaia di donne e bambini nella scuola di Beslan: allora
si tendeva a mettere sotto accusa la Russia, più che i massacratori.
Oppure quando quasi un anno fa i nazisti ucraini, con il pieno
appoggio di americani e tedeschi, hanno compiuto la orrenda strage di
Odessa, quanto flebile ed ambigua è stata la voce non solo dei
“democratici”, ma della stessa sinistra più o meno “radicale”!
Non
daremo il nostro sostegno a questa guerra verso la quale ci stanno
sospingendo, a partire dal Medio Oriente e dall'Ucraina, per
estenderla forse a tutto il mondo!
Noi
rimaniamo convinti che il detto “socialismo o barbarie” non è
uno slogan vuoto, ma una tragica realtà sia quando fu pronunciato,
nel corso della prima guerra mondiale, sia ai nostri giorni.
Documento
assunto dalla Presidenza della
L’ASSEMBLEA
REGIONALE DEL PRC
Con
la presenza del compagno segretario
nazionale PAOLO FERRERO il giorno 10
gennaio 2015 dalle ore 9,30 alle 14 Presso l’AUDITORIUM zona 3 di
Via Valvassori Peroni n. 56 - Milano