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lunedì 19 gennaio 2015

Pedagogia nera? - L'applicazione a Brescia della sanatoria immigrazione 2012

Si aveva il legittimo sospetto che "il potere" non avesse ben digerito l'insorgenza bresciana della gru attuata dai migranti con il sostegno del movimento nel lontano 2010. Ora sembra che i dati definitivi mostrino un vero e proprio intento punitivo o addirittura persecutorio nei confronti della realtà bresciana dell'immigrazione. Almeno cosÌ appare nella analisi di "cross-point", una delle realtà che seguono molto da vicino le problematiche della immigrazione a Brescia. Ora sembra che i dati definitivi mostrino un vero e proprio intento punitivo o addirittura persecutorio nei confronti dei migranti "bresciani".


SANATORIA MIGRANTI 2012: LA VENDETTA È SERVITA

Brescia non è terra dei diritti dei/delle migranti. I dati forniti ieri dalla Prefettura di Brescia a conclusione della sanatoria del 2012 sono a dir poco impressionanti. Sono state respinte il '70% delle richieste di fronte a un 20% a livello nazionale. Prefettura, Questura e Direzione territoriale del lavoro di Brescia evidentemente preferiscono che i/le migranti non escano dall'inferno della clandestinità, del lavoro nero, dello sfruttamento indiscriminato.
I/le migranti, secondo loro, devono condurre una vita sempre più precaria in balia del loro razzismo istituzionale. In questi due anni abbiamo assistito ad ogni tipo di discriminazione: dall'uso vessatorio della burocrazia, alla negazione di diritti elementari all'informazione, ad interpretazioni restrittive e penalizzanti delle norme e delle leggi sull'immigrazione, al disprezzo delle condizioni di vita di migliaia di migranti. Non è stato un caso. Si è perseguito con pervicacia, in cui si è distinta la Prefettura, l'obiettivo di dare un segnale preciso: a Brescia i/le migranti non devono rivendicare diritti come era successo durante la lotta della gru.
I dati sono lÌ a dimostrarlo: Brescia ha conquistato il primo posto della discriminazione, sociale, politica, razziale, a livello nazionale, nei confronti dei/delle migranti. Ciò dovrebbe far riflettere tutti/e, dalle organizzazioni politiche e sociali, alle associazioni fino alle istituzioni pubbliche sulla recrudescenza di un razzismo istituzionale che ha superato ogni limite.

Per noi la partita non è chiusa. Continueremo a lottare, a rivendicare i diritti e la dignità dei/delle migranti in quanto unico modo per contrastare una deriva istituzionale che ha il carattere di una vendetta politica.

ASSOCIAZIONE CROSS POINT

17 gennaio 2015