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martedì 28 gennaio 2014

A noi non ci dicono mai niente di quello che conta

Ci stanno privando di ogni potere di intervento. Il Italia il sindacato firma un accordo suicida con i padroni e Berlusconi con berluschino preparano il broglio elettorale sistemico, in Europa impazza la Commissione Europea, che non risponde neppure formalmente, cioè neppure secondo le pure apparenze, al voto dei popoli europei (ad esempio, Prodi e Barroso ne sono stati nominati presidenti dopo solenni trombature in patria). Ora sembra stia per arrivare in dirittura di arrivo il TTIP, sigla misteriosa che ha cominciato a fare le prime capatine in televisione. E come al solito noi non ne sappiamo nulla. Per questo postiamo questo breve brano di Mario Pianta tratto dal Manifesto, che per lo meno segnala il problema.
Il patto atlantico dei capitali
Un comune decide che le mense sco­la­sti­che acqui­stino pro­dotti locali a chi­lo­me­tri zero. Un paese — l’Italia — vota in un refe­ren­dum che l’acqua deve essere pub­blica. Un con­ti­nente — l’Europa — pone restri­zioni all’uso di Orga­ni­smi gene­ti­ca­mente modi­fi­cati (Ogm) in agri­col­tura. Tra poco tutto que­sto potrebbe diven­tare ille­git­timo. Il Trat­tato tran­sa­tlan­tico per il com­mer­cio e gli inve­sti­menti (Ttip, Tran­sa­tlan­tic trade and invest­ment part­ner­ship), oggetto di discus­sioni segrete tra Usa e Com­mis­sione euro­pea, pre­vede che le com­messe pub­bli­che non pos­sano pri­vi­le­giare pro­dut­tori locali, che gli inve­sti­menti delle mul­ti­na­zio­nali siano con­sen­titi e tute­lati anche nei ser­vizi pub­blici (acqua, sanità, etc.), che la rego­la­men­ta­zione non possa limi­tare i com­merci, anche quando ci sono rischi per l’ambiente o la salute. E se un governo tiene duro, sono pronti i mec­ca­ni­smi di arbi­trato che pos­sono costrin­gere gli stati a pagare alle mul­ti­na­zio­nali l’equivalente dei man­cati superprofitti.
Si trat­te­rebbe di un colpo di stato. L’annullamento della poli­tica di fronte all’assoluta libertà dei capi­tali, non di com­mer­ciare – quella c’è già – ma di entrare in ogni atti­vità, ogni ambito della vita, con la garan­zia di fare pro­fitti. L’annullamento della demo­cra­zia intesa come pos­si­bi­lità di una comu­nità di deci­dere i pro­pri valori, le regole con­di­vise, le poli­ti­che da rea­liz­zare. L’annullamento dei diritti dei cit­ta­dini e delle respon­sa­bi­lità col­let­tive – come quella verso l’ambiente – che si frap­pon­gano alla tra­sfor­ma­zione in merce del mondo intero.
Il com­mer­cio è uno dei temi su cui i paesi mem­bri della Ue hanno già tra­sfe­rito com­ple­ta­mente la sovra­nità a Bru­xel­les: è la Com­mis­sione a nego­ziare gli accordi all’Organizzazione mon­diale per il com­mer­cio (Omc) o i trat­tati bila­te­rali come il Ttip. Ma senza poteri signi­fi­ca­tivi del Par­la­mento euro­peo e con il potere delle lobby delle mul­ti­na­zio­nali che detta le poli­ti­che euro­pee, la Ue ha pra­ti­cato in que­sti anni la ver­sione più estrema e irre­spon­sa­bile del libe­ri­smo. Come nel caso dell’Unione mone­ta­ria, il pas­sag­gio di poteri sul com­mer­cio è un pes­simo esem­pio di come l’integrazione europa porti a poli­ti­che che favo­ri­scono solo i capi­tali e dan­neg­giano le per­sone, il lavoro, l’ambiente — den­tro e fuori l’Europa, come mostrano gli effetti nega­tivi dei trat­tati di libero scam­bio sui paesi in via di sviluppo.
Il Ttip è un “Trat­tato intrat­ta­bile” che va fer­mato al più pre­sto. Siamo ancora in tempo, un pro­getto ana­logo – l’Ami — era già stato scon­fitto nel 1998. Ma ser­vi­rebbe una discus­sione attenta che ancora non c’è. Ser­vi­rebbe una pro­te­sta di massa con­tro quest’ultimo, estremo sus­sulto di quel libe­ri­smo che ci ha por­tato a sei anni di depres­sione eco­no­mica. Ser­vi­reb­bero sin­da­cati che non si pie­ghino a nuove distru­zioni di posti di lavoro, con­su­ma­tori che boi­cot­tino le muti­na­zio­nali più aggres­sive, par­titi che si ricor­dino, per una volta, di difen­dere la demo­cra­zia. Discu­tere di ele­zioni euro­pee – da oggi al pros­simo mag­gio — signi­fica discu­tere soprat­tutto di questo.