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mercoledì 26 ottobre 2011

Nessuna riconversione per la Breda-Oto-Melara di Brescia?

La Oto Melara di Brescia: una fabbrica smontata pezzo per pezzo.
Dagli anni '90 in poi non si è fatto altro che esternalizzare le produzioni e ridurre il personale.
La Oto Melara di Brescia, ex Breda è passata così dai circa 900 dipendenti degli anni '80 agli attuali 160, sui quali si sta per abbattere l'ennesimo intervento di "razionalizzazione del processi produttivi", per usare le parole della società del Gruppo Finmeccanica. In concreto significa la richiesta di 40 mobilità e dell'esternalizzazione di 15 dipendenti dei servizi di logistica ad un'altra società, sempre Finmeccanica, chiamata Fata Logistic Systems. Per questi ultimi, addetti alle operazioni di logistica interna (magazzini, movimentazioni materiali e spedizione prodotti), lo strumento utilizzato per "esternalizzarli" è quello classico della cessione di ramo d'azienda.  Questo è l'ennesimo colpo di mannaia dell' Oto Melara che ha suscitato una risposta forte da parte dei lavoratori che da più tre settimane fanno due ore di sciopero al giorno presidiando i cancelli dello stabilimento. Questa forma di lotta, molto impegnativa anche dal punto di vista economico, è stata decisa dai lavoratori con le assemblee dei Guppi Omogenei che hanno rigettato il piano aziendale pretendendo la presentazione di un piano industriale che rilanci le produzioni dello stabilimento bresciano, anche con attività di ricerca e di individuazione di nuovi prodotti. I punti stabiliti della assemblee dei lavoratori sono precisi: oltre agli investimenti nella progettazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, il rafforzamento del settore promozione e vendite, il mantenimento delle lavorazioni speciali e strategiche e la garanzia che i reparti (a partire dal montaggio) vengano messi nelle condizioni di lavorare al meglio.

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