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mercoledì 10 giugno 2009

I risultati finali delle europee e delle provinciali in provincia di Brescia

A sinistra i risultati delle europee, a destra quelli delle provinciali. (Nelle immagini la prima cifra indica i voti assoluti, la seconda la percentuale)


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Anche a Brescia il risultato della lista comunista e anticapitalista non è stato eccezionale


Per di più a Brescia gli esponenti della Sinistra e libertà si sono presi davvero tutte le libertà possibili ed immaginabili

Fino al 6 marzo, esattamente tre mesi prima delle elezioni, si sono tenuti la sede, e tutte le strutture della Federazione, per attuare il loro progetto di succhiare Rifondazione Comunista dall'interno


Una volta che hanno dovuto mollare la sede a causa del sopravvenuto commissariamento da parte del Collegio Nazionale di Garanzia, su proposta della Direzione Nazionale, si sono tenuti quasi tutte le fonti vive di finanaziamento provenienti dalle cariche elettive ottenute grazie al partito che volevano distruggere

Oltre alle entrate vive di cui sopra, hanno potuto usufruire di tutte le "risorse umane" che si sono assicurati accuratamente negli anni precedenti: i due funzionari a tempo pieno, oltre alla rete di conoscenze ed alla struttura organizzativa ad esse connessa

Dall'altra parte i compagni si sono trovati nella situazione esattamente opposta

Nonostante questo, alle europee i nostri eroi sono stati bocciati dal voto popolare: la lista comunista ha avuto più di 15.000 voti, i sinistrati 12.000.

Alle provinciali, dove la presenza tête a tête di PD e sinistrati formava una coppietta solitaria che rendeva palese la tresca precedente, la lista comunista guadagna voti ed i sinistrati ne perdono nell'ordine delle migliaia: la lista comunista raggiunge quota 17.500, i sinistrati scendono a 11.500.

Che cosa dice la triade che ha guidato le sorti di Rifondazione Comunista fino a tre mesi fa, per poi fare il suo exploit (nel senso di scoppiatura) tra i sinistrati? Mettiamoli in fila:

Cominciamo con il più sinistrato di tutti, il trombato d'oro della politica italiana, quello che salta da un partito all'altro più agilmente di uno gigolot da un letto all'altro: "credo che il gruppo dirigente di Rifondazione comunista dovrebbe dimettersi in blocco" è la sua irrevocabile sentenza.

Se Zipponi detiene il record dei salti di partito, Squassina detiene quello di dimissionario: dimissionario da segretario della FIOM, dimissionario da segretario di Rifondazione Comunista di Brescia, ora diventa anche dimissionario dalla sua creatura fatta nascere solo a febbraio di quest'anno, cioè dalla "Sinistra e libertà". L'unica cosa dalla quale non si dimette è la preziosa carica di consigliere regionale scippata a Rifondazione Comunista. Da vincente quale è, si fa i complimenti da solo: "Avevamo visto bene", dice lui.

Ma a battere in breccia i due maschietti, interviene la ex segretaria di Rifondazione Comunista di Brescia, fresca di ex candidatura al parlamento europeo, con cui ha rinnovato i fasti della ex candidatura al parlamento italiano, creando la boutade del secolo: "ai compagni di Prc dico: dimentichiamo il passato ed entrate in Sinistra e Libertà", questo dice lei.

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