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martedì 17 marzo 2009

Gelmini, l'istruzione professionale ed i migranti

Lunedì sera si è tenuta la prima iniziativa della Federazione di Brescia rivolta alla cittadinanza ed alle forze politiche e sociali su un tema di forte attualità come quello dell'attacco distruttivo alla scuola di massa portato da questo governo e dal suo ministro della Pubblica Istruzione.
Anche in questo campo la precedente gestione del partito era da tempo del tutto assente, essendo esclusivamente impegnata nella costruzione del nuovo soggetto politico di cui è stata una delle punte di lancia nazionali.
Questo va detto, anche se è nostra ferma intenzione, verso questi ex compagni di partito, di tenerci su un piano di correttezza di rapporti, come verso le altre forze politiche con cui abbiamo una interlocuzione diretta a livello locale, soprattutto in vista delle prossime elezioni amministrative.
Per altro è vero che anche a Brescia, contro le proposte della Gelmini, si è assistito ad un grande movimento, in gran parte autoorganizzato, che ha utilizzato largamente come suo sistema nervoso i nuovi canali telematici delle mailing list e dei gruppi di spedizione per tenere i contatti, scambiarsi i documenti, fissare gli appuntamenti assembleari, le date e le modalità delle manifestazioni.
Ma non è vero che si sia trattato e si tratti di un fenomeno qualunquista, o impolitico. Al contrario, per chi conosce la realtà bresciana, è facile rendersi conto che un ruolo di primo piano è stato giocato da figure storiche del movimento bresciano, che in questi anni di riflusso non hanno mai cessato di agire e di attuare una resistenza prolungata contro l'irrompere dei fenomeni di degrado politico, culturale e civile che tutti conosciamo. E tanto più è risaltata l'assenza totale, in questi frangenti, di quella che allora era la faccia ufficiale di Rifondazione Comunista.
In questa situazione il risultato del primo incontro con la cittadinanza è stato incoraggiante. Si tratta ora di continuare su questa strada, perché Rifondazione Comunista dia il suo contributo con continuità ad un percorso comune, nel quale la nostra proposta ritrovi visibilità sociale ed efficacia operativa.
Sullo sciopero indetto dalla CGIL in tutto il comparto dei lavoratori della conoscenza:Scuola, Università, Ricerca, Formazione Professionale, Artistica e Musicale; e sui due problemi più attuali e scottanti presenti nella realtà della scuola bresciana e lombarda - l'accordo tra governo e regione Lombardia in merito alla formazione professionale, ed il problema della scolarizzazione dei migranti e dei loro figli, Ugo Boghetta, dirigente del PRC di Brescia ha dichiarato:
Rifondazione comunista esprime pieno appoggio allo sciopero indetto dalla Cgil nella scuola e nei settori della ricerca. Lo smantellamento progressivo di una scuola pubblica di qualità attuato attraverso le nuove normative della Gelmini ed i Tagli dei finanziamenti è un attacco alla Costituzione ed al ruolo cardine di collante e di progresso che la scuola dovrebbe attuare. Politiche che comportano a Brescia il taglio di 700 insegnati. Tanto più oggi in cui ci troviamo in una crisi mai vista e dalla quale il governo sembra voler uscire con salari più bassi a cui corrisponde una scuola più ignorante. E per altro verso la questione dell’immigrazione, come decenni fa quella dal sud, chiede una scuola più forte. Inaccettabile invece è l’accordo Gelmini Formigoni che travasa i soldi previsti per la scuola alla formazione professionale. In questo modo già si intende praticare una scuola a bassa formazione.

Infatti è notizia recentissima che il governatore della Lombardia Formigoni ed il ministro della Pubblica Istruzione Gelmini hanno firmato un accordo che chiude anche un contenzioso sulle competenza di reciproche di Stato e Regioni riguardo alla Istruzione Professionale, accordo che contiene gravi rischi di abbattimento del livello formativo della scuola, mentre i continui tagli alla pubblica istruzione rischiano di azzerare l'intervento pubblico a sostegno delle necessità educative della popolazione immigrata, sia adulta che in età scolare, che già ora avviene con modalità assolutamente contingenti e contingentate.



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