La federazione di Brescia del Partito
della Rifondazione Comunista denuncia il vero e proprio salto di
aggressività della presenza neofascista in provincia di Brescia, in
singolare coincidenza con la sostanziale sconfitta del tentativo di
Berlusconi di imporre una svolta decisamente reazionaria al quadro
politico nazionale, a partire dal livello governativo.
Senza fare eccessive speculazioni sugli
intenti del settore berlusconiano e sui futuri intendimenti della
nascita forzosa e non ancora perfezionata della nuova Forza Italia,
denunciamo che nella giornata di oggi sabato 5 ottobre si sono
verificati due episodi decisamente preoccupanti:
a) a Sarezzo Forza Nuova di Lumezzane
ha deciso di “festeggiare” a suo modo la strage di Lampedusa con
un suo presidio al crocevia con Lumezzane contro i migranti, visti
come una orda selvaggia che porta disordine, degrado, distruzione;
b) a Lonato la nostra sede locale di
partito è stata vittima per la seconda volta di atti di vandalismo.
Se la volta scorsa l'azione delittuosa si era limitata a scritte
inequivocabilmente fasciste che lordavano la vetrata, questa volta la
vetrata di accesso è stata colpita con violenza, incrinandola
completamente. I colpi, portati presumibilmente con l'ausilio di un
oggetto contundente, sono stati di tale violenza da provocare la
bucatura e la frattura del robusto doppio vetro della vetrata stessa.
L'aggressione vandalica è stata preceduta nelle settimane precedenti
da una assidua “cura” da parte di “sconosciuti”, che, negli
orari in cui la sede era in uso da parte dei compagni, si divertivano
ad avvicinarsi in automobile alla sede, scattare velocemente una
fotografia, per poi schizzare via, protetti dal dosso che segue
immediatamente la localizzazione della nostra sede.
Secondo testimoni oculari i fascisti
nell'ultimo agguato hanno agito con una vera e propria tattica da
guerra: ad agire sarebbero stati in cinque, ognuno autonomo con il
suo scooter. Due, con il casco, si sono appostati a far da palo;
mentre i tre autori diretti della aggressione erano protetti da
passamontagna. Mostrando una componente decisamente puerile, che
sembra addirittura contrastare con le modalità “professionali”
di tutta l'operazione, gli aggressori attraverso il varco aperto
nella vetrata hanno asportato la bandiera della rete antifascista che
era collocata sul vetro all'interno della sede.
Nel denunciare con forza la gravità di
queste azioni, che seguono a ruota il “sabato fascista” di
Casapound a San Vigilio, sottolineiamo come ugualmente grave l'apatia
con la quale partiti, istituzioni ed autorità, che dovrebbero essere
antifascisti, come lo è la nostra Costituzione, accolgono questi
fatti. Eppure l'esempio della vicina Grecia, sempre sbandierato
quando si tratta di minacciare disastri economici quando si tratta di
far accettare alla popolazione quei “sacrifici” che invece la
fanno affondare sempre più nel baratro dei debiti, dovrebbe
ammonirci sui pericoli che è rappresentato dalla mistura di crisi
economica ed estremismo politico neofascista. Non si aspetti che sia
troppo tardi per sbarrare la strada a queste degenerazioni.
Da parte nostra continueremo
coerentemente la nostra lotta in difesa dei lavoratori e dei loro
veri interessi, che certamente non si difendono individuando falsi
capri espiatori come fanno fascisti e leghisti, che lavorano in
maniera convergente nel nascondere le vere cause della crisi, a tutto
vantaggio di chi anche di questi tempi continua ad accumulare
ricchezze sulla pelle dei lavoratori.
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