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sabato 5 ottobre 2013

Un altro sabato fascista a Sarezzo e Lonato - sabato 5 ottobre 2013


La federazione di Brescia del Partito della Rifondazione Comunista denuncia il vero e proprio salto di aggressività della presenza neofascista in provincia di Brescia, in singolare coincidenza con la sostanziale sconfitta del tentativo di Berlusconi di imporre una svolta decisamente reazionaria al quadro politico nazionale, a partire dal livello governativo.
Senza fare eccessive speculazioni sugli intenti del settore berlusconiano e sui futuri intendimenti della nascita forzosa e non ancora perfezionata della nuova Forza Italia, denunciamo che nella giornata di oggi sabato 5 ottobre si sono verificati due episodi decisamente preoccupanti:
a) a Sarezzo Forza Nuova di Lumezzane ha deciso di “festeggiare” a suo modo la strage di Lampedusa con un suo presidio al crocevia con Lumezzane contro i migranti, visti come una orda selvaggia che porta disordine, degrado, distruzione;
b) a Lonato la nostra sede locale di partito è stata vittima per la seconda volta di atti di vandalismo. Se la volta scorsa l'azione delittuosa si era limitata a scritte inequivocabilmente fasciste che lordavano la vetrata, questa volta la vetrata di accesso è stata colpita con violenza, incrinandola completamente. I colpi, portati presumibilmente con l'ausilio di un oggetto contundente, sono stati di tale violenza da provocare la bucatura e la frattura del robusto doppio vetro della vetrata stessa. L'aggressione vandalica è stata preceduta nelle settimane precedenti da una assidua “cura” da parte di “sconosciuti”, che, negli orari in cui la sede era in uso da parte dei compagni, si divertivano ad avvicinarsi in automobile alla sede, scattare velocemente una fotografia, per poi schizzare via, protetti dal dosso che segue immediatamente la localizzazione della nostra sede.
Secondo testimoni oculari i fascisti nell'ultimo agguato hanno agito con una vera e propria tattica da guerra: ad agire sarebbero stati in cinque, ognuno autonomo con il suo scooter. Due, con il casco, si sono appostati a far da palo; mentre i tre autori diretti della aggressione erano protetti da passamontagna. Mostrando una componente decisamente puerile, che sembra addirittura contrastare con le modalità “professionali” di tutta l'operazione, gli aggressori attraverso il varco aperto nella vetrata hanno asportato la bandiera della rete antifascista che era collocata sul vetro all'interno della sede.
Nel denunciare con forza la gravità di queste azioni, che seguono a ruota il “sabato fascista” di Casapound a San Vigilio, sottolineiamo come ugualmente grave l'apatia con la quale partiti, istituzioni ed autorità, che dovrebbero essere antifascisti, come lo è la nostra Costituzione, accolgono questi fatti. Eppure l'esempio della vicina Grecia, sempre sbandierato quando si tratta di minacciare disastri economici quando si tratta di far accettare alla popolazione quei “sacrifici” che invece la fanno affondare sempre più nel baratro dei debiti, dovrebbe ammonirci sui pericoli che è rappresentato dalla mistura di crisi economica ed estremismo politico neofascista. Non si aspetti che sia troppo tardi per sbarrare la strada a queste degenerazioni.
Da parte nostra continueremo coerentemente la nostra lotta in difesa dei lavoratori e dei loro veri interessi, che certamente non si difendono individuando falsi capri espiatori come fanno fascisti e leghisti, che lavorano in maniera convergente nel nascondere le vere cause della crisi, a tutto vantaggio di chi anche di questi tempi continua ad accumulare ricchezze sulla pelle dei lavoratori.

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