Sull'argomento "strategia della tensione" segnaliamo un contributo del cs 28 maggio
DA
GENOVA
A
BRINDISI
È
RICOMINCIATA
LA
STRATEGIA
DELLA
TENSIONE
Siamo
in
piena
crisi
di
sistema,
crisi
che
coinvolge
tutto
il
mondo.
Il
capitalismo
è
alla
ricerca
spasmodica
di
vie
di
uscita,
che
finora
hanno
provocato
una
serie
di
guerre
giustificate
con
le
più
svariate
motivazioni.
In
Italia
ci
sono
due
problemi
aggiuntivi:
- La grande finanza e gli industriali si sono convinti della totale inadeguatezza di Berlusconi come garante dei loro interessi, e lo hanno liquidato senza tanti complimenti: ne è seguito il dissolvimento elettorale del PDL e della sua stampella Lega Nord
- Da quaranta anni in Italia la politica si fa con il supporto delle bombe e degli attentati
Quindi
è
del
tutto
plausibile
che
in
questo
quadro,
i
vecchi
manovratori,
o
i
loro
eredi,
non
resistano
alla
tentazione
di
ricorrere
ai
soliti
metodi
spingendo
all'estremo
la
strategia
di
“DESTABILIZZARE
PER
STABILIZZARE”,
condivisa
sullo
scenario
globale
anche
dalla
super
potenza
americana.
Siamo
entrati
in
una
fase
in
cui
si
sta
preparando
una
nuova
"strategia
della
tensione",
con la
quale,
per mezzo della destabilizzazione, si
tenta
di
imporre
un
nuovo
ordine
di
cose:
si
criminalizzano
i
movimenti
per
ostacolare
le
lotte
e
rendere
più
difficile
il
loro
sviluppo,
magari
con
la
finalità
di
rimettere
in
vigore
alcune
leggi
speciali
adottate
negli
"anni
di
piombo".
Ieri
a
Brindisi
abbiamo
vissuto
nuovamente
l'incubo
dei
giorni
delle
bombe.
A questo
episodio
dobbiamo
accostare
la
gambizzazione
di
un
dirigente
dell'Ansaldo
di Genova, subito seguito dalla escalation
mediatica
sulla
ripresa
del
terrorismo,
sugli
Anarchici
insurrezionalisti,
sulla
rinascita
delle
Brigate
Rosse,
fino
a
coinvolgere
in
questo
clima
il
movimento
NO-TAV.
Una
strumentalizzazione
ancora
più
pesante
è
avvenuta
per
l'attentato
di
Brindisi,
attentato
efferato
in
particolare
per
l'obiettivo
designato,
come
se
uccidendo
le studentesse
gli
attentatori
intendessero
uccidere
il
futuro.
In
realtà
non
è
la
prima
volta
che
le
bombe
fasciste
colpiscono
le
scuole.
A
Trieste
la
scuola
elementare
slovena
di
S.
Giovanni
fu
due
volta
oggetto
di
attentati,
nel
1969
e
nel
1974.
Nel
69
avrebbe
dovuto
esplodere
all'ora
dell'uscita
dei
ragazzi,
e
avrebbe
fatto
sicuramente
una
strage,
ma
il
dispositivo
era
difettoso,
e
l'ordigno
non
scoppiò.
Nel
74
la
bomba
esplose
di
sera,
quando
la
scuola
era
vuota,
provocando
solo
tanta
paura.
Sono
segnali
preoccupanti
di
allarme
che
dobbiamo
saper
analizzare
con
grande
attenzione
senza
cadere
nella
logica
strumentale
che
ci
propinano
i
mass
media.
La
crisi
porta
all'incertezza
del
futuro,
e
i
padroni
hanno
il
timore
che
possa
prendere una direzione
"sbagliata",
una
direzione
in
cui
non
siano
più
i
“mercati”
a dettar legge,
e
di
conseguenza
l'accettazione
della
politica
economica
intrapresa
di
"Austerità
e
di
Rigore"
possa
essere
messa
in
discussione,
e
venga
rifiutata
l'idea
che
questa
politica
sia
ineluttabile.
Oggi
"Austerità"
significa
rinunciare
ad
assistenza
e
servizi
sociali,
e
"Rigore"significa
tagliare
la
spesa
pubblica.......ma
solo
quella
destinata
agli ammortizzatori
sociali,
per
esempio,
e
non
quella
sproporzionata
destinata
agli
armamenti,
o
ad
opere
inutili
come
la
TAV.
Non per nulla il
movimento
NO-TAV
negli
ultimi
due
anni
è
stato
il
principale
bersaglio
di
provocazioni,
con
la
militarizzazione
del
territorio
e
l'adozione
di
provvedimenti
repressivi
sproporzionati
nei
confronti
dei
militanti.
Dopo
il
crudele
attentato
di
Brindisi
dobbiamo
ancora
una
volta
alzare
la
guardia.
In
questa
situazione
di
"sospensione"
della
democrazia,
con
il
"governo
tecnico"
di
Monti
che
vede
al
suo
interno
come
ministro
della
difesa
un
importantissimo
generale
della
Nato,
e
nel
quale
il
capo
dei
servizi
segreti
De
Gennaro,
già
capo
della
polizia
al
tempo
della
mattanza
di
Genova,
è
stato
recentemente
nominato
sottosegretario
alla
presidenza
del
consiglio,
questo
attentato,
subito
attribuito
con
stupefacente
unanimità
alla
mafia,
assume
contorni
veramente
inquietanti.
Si
può
credere
davvero
che
sia
stata
la
mafia?
Ci
siamo
forse
dimenticati
di
Piazza
Fontana,
ci
siamo
dimenticati
di
Piazza
Loggia
e
di
tutti
gli
attentati
che
hanno
insanguinato
il
nostro
paese?
No,
noi
non
dimentichiamo,
e
non
ci
faremo
ingannare
dalla
girandola
in
cui
la
mafia
viene
indicata
per
un
giorno
intero
come
la
responsabile
dell'attentato,
per
poi
essere
sostituita,
come
se
nulla
fosse,
dal
pazzo
isolato,
che,
senza
l'uso
di
un
braccio
e
claudicante,
colloca
in
un
cassonetto
tre
bombole
del
gas
da
decine
di
chili
l'una.
Se può essere azzardato dire che anche a Brindisi è trattato di una
strage di Stato, o di una strage compiuta dagli amici dello “stato
presente” delle cose, è certo che la strategia della tensione è
ricominciata. Certo su altre basi e con altra prospettiva, anche
Napolitano a suo modo sembra pensarla così.
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