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martedì 4 novembre 2014

Il mostro di Firenze a Brescia

Così una anonima "vox populi" , che non è la "vox dei", ma che qualche volta ci azzecca, diffusasi spontaneamente tra i partecipanti alla manifestazione popolare che ha accolta a Brescia il sempre più mussoliniano presidente del consiglio Matte Renzi, ha iperbolicamente bollato il pié veloce toscano. Anche stavolta il suo segreto è stata la velocità, con la quale si è dileguato attraverso la posta di servizio, dalla quale, alla maniera dei ladri, si era anche introdotto nella sede della fabbrica che non tollera il sindacato, la Palazzoli posta a nord-ovest della periferia bresciana.
Ad accoglierlo tre distinte iniziative: quella della FIOM-CGIL, quella del coordinamento intersindacale, al quale aveva aderito anche la federazione provinciale di Rifondazione Comunista, e quella del Magazzino 47, con annessa Radio Onda d'Urto e Collettivo Studenti in lotta.
Le tre iniziative sono state unificate d'imperio dalla Questura, che ha imposto un unico luogo ritrovo e manifestazione. L'imposizione della Questura lasciava presagire la "mossa vincente" di fare evitare all'uomo che ha nella testa i padroni e, dice lui, nel cuore gli operai, un incontro ravvicinato con questi ultimi, per non fargli rivivere, in forma presumibilmente pluriaggravata, lo shock di Bergamo. Per la verità il senso della mossa della questura - ammucchiare i protestatari davanti all'ingresso principale della fabbrica, e far entrare Renzi e gli industriali della confindustria bresciana dall'ingresso camionabile sul retro, che dà direttamente sulla bretella Urago-Stocchetta della tangenziale ovest di Brescia - era del tutto prevedibile e previsto. Il fatto stesso che non sia stata messa in atto nessuna contromossa (ad esempio un ammassamento "casuale" di persone presso l'area di servizio Agip, attigua a questo ingresso "segreto"), dimostra come non vi fosse da parte di nessuno l'intenzione di acuire il livello dello scontro.
Comunque le tre iniziative di contestazione a Renzi hanno convissuto in maniera tutto sommato civile, a parte qualche accesso di zelo e di sciovinismo cretino da parte di qualcuno. Neanche l'arrivo degli ultramovimentisti ha turbato eccessivamente la scena, a parte qualche manganellata "folcloristica" durata pochi secondi in due occasioni di contatto un po' troppo ravvicinato.
Fatto sta che al termine della manifestazione un folto gruppo di manifestanti - circa 450 reali, dice chi li ha contati alla partenza, decisamente troppi per essere "solo" quelli dell'area "Magazzino 47" rinforzata da tutte le componenti aderenti alla manifestazione dell'intersindacale - si è incamminato a piedi fino al centro della città, distante più di quattro chilometri.
Qui sotto è postato un breve filmato che restituisce l'atmosfera nell'area più "calda", appena fuori del cancello "residenziale" della Palazzoli, subito a fianco della zona dove la FIOM-CGIL stava tenendo il suo comizio. L'operatore non ha fatto in tempo a riprendere la prima manganellatura, pur avendovi assistito, e comincia immediatamente dopo. Come si può constatare non c'è stato nessun evento catastrofico, come si poteva pensare sentendo i telegiornali.