Riportiamo qui un documento interno del partito della Rifondazione Comunista, contrariamente alla nostra linea di pubblicare fondamentalmente cose"bresciane" perchè la sfacciataggine di certi personaggi sta superando ogni limite. Dopo aver strangolato il referendum elettorale "buono", ora si tenta di intruppare anche noi nel referendum-truffa che invece del "porcellum" ci darebbe in testa il "mattarellum", un sistema elettorale forse ancora peggiore, gabbando i cittadini con slogan ingannatori. Il testo che segue fa un po' di chiarezza: Rifondazione Comunista è decisamente CONTRO questo referendum-truffa
Ai/alle segretarie regionali e
provinciali
del Partito della Rifondazione
Comunista
Roma, 9 settembre 2011
Care/i compagne/i,
com’è noto, è
in corso la raccolta delle firme per l’abrogazione dell’attuale
legge elettorale (il cosiddetto “porcellum”) e il ripristino di
quella precedente (meglio nota come "mattarellum"). Sulla nostra
contrarietà all’operazione voluta dai settori veltroniani del PD,
cui si sono accodati poi l’area prodiana, SEL e IdV, non occorre tornare.
Già vi è stata
inviata a tempo debito una comunicazione specifica e nei giorni scorsi è
comparso un mio editoriale a tale proposito su Liberazione. Ne consegue che in
ogni circostanza (dalle feste in corso, ai dibattiti pubblici, alle presenze
sulla stampa o sulle emittenti) questa posizione va ribadita con forza,
esplicitando il nostro dissenso.
Se questa posizione è nota
al corpo del partito, qualche confusione può derivare dalle esternazioni
recenti di Passigli che, com’è noto, è il presentatore dei
quesiti referendari che si proponevano di modificare l’attuale legge
elettorale per ripristinare un sistema proporzionale, che anche noi
appoggiavamo.
I compagni giustamente vogliono
capire se è necessario riprendere la raccolta delle firme su quei
quesiti che a suo tempo fu sospesa, dopo che Passigli e la CGIL fecero marcia indietro.
La nostra opinione è che
non sia opportuno riprendere la raccolta delle firme, per le seguenti ragioni:
1. il rientro in campo di Passigli
con la sua sollecitazione a riprendere la raccolta delle firme è
palesemente strumentale ed è destinato ad alimentare confusione. Si noti
che lo stesso Passigli, proprio in questi giorni, ha anche adombrato la
possibilità di sostegni incrociati alla raccolta delle firme dei due
referendum, con l’obiettivo stravagante di fare ognuno un passo indietro
nel caso di approvazione di uno dei referendum, per favorire una legge di
iniziativa parlamentare.
2. Il disimpegno di Passigli a suo
tempo ha fatto naufragare quell’iniziativa e dal punto di vista organizzativo
tutto si è bloccato. Il solo recupero dei moduli è per molti
versi impossibile. Esistono quindi difficoltà oggettive a proseguire una
raccolta di firme che nei fatti praticamente non è iniziata.
3. E’ scontato che, anche con
uno sforzo straordinario del partito teso a stampare in tempi rapidissimi i
moduli e a inoltrarli alle strutture locali, non vi sarebbe alcuna
possibilità entro i tempi definiti di raccogliere le 5/600.000 firme
necessarie ed è evidente che l’insuccesso alla fine sarebbe palese.
4. Infine, ed è la
motivazione decisiva, nell’attuale bagarre sull’iniziativa
referendaria una nostra entrata in campo rischia di agevolare, anziché
penalizzare l’iniziativa veltroniana. Molti cittadini, infatti, di fronte
ad una nostra sollecitazione a firmare, seppure per il referendum Passigli,
potrebbero facilmente sottoscrivere per errore quello pro-mattarellum, dato che
negli uffici comunali i moduli di quest’ultimo sono stati distribuiti (a
differenza di quelli del referendum da noi sostenuto) e che dal punto di vista
della mobilitazione nella raccolta delle firme non vi sarebbe proporzione fra
la nostra e la loro.
Per queste ragioni, quindi,
è opportuno che la mobilitazione avvenga invece sul piano della
comunicazione, esprimendo una critica esplicita all’iniziativa
veltroniana, di SEL e dell’IdV.
Nel caso, non improbabile, che
alla fine i sostenitori del mattarellum riuscissero a raccogliere le firme
necessarie, resta in campo la possibilità, anche attraverso strutture di
costituzionalisti, associazioni e quant’altro di agire affinché la Corte costituzionale non
accolga quesiti referendari viziati da evidenti limiti dal punto di vista
dell’ammissibilità e, infine, schierandosi contro, nel caso in cui
il referendum superasse l’esame di ammissibilità.
Fraterni saluti
Gianluigi
Pegolo
Segreteria nazionale
Responsabile Area Democrazia e
Istituzioni
Nessun commento:
Posta un commento