L'ospedale
di Gavardo non applica la legge 194
Da troppi anni
nell'ospedale di Gavardo si effettuano interruzioni di gravidanza
solo 1 volta al mese, perché c'è il 100% di obiettori.
PRESIDIO
6 DICEMBRE FUORI
DALL’OSPEDALE dalle h.10 alle h. 12
La
legge 194 del 1978 è stata una grande conquista del movimento delle
donne. Ha quasi del tutto cancellato l’aborto clandestino e ha
promosso “la procreazione cosciente e responsabile”. La sua
applicazione è stata progressivamente avversata utilizzando
strumentalmente e ideologicamente il ricorso alla obiezione di
coscienza.
Dal
rapporto del Ministero della Salute che fotografa la situazione del
2012 risulta che sono stati obiettori più di 2 ginecologi su 3
(69,6%), la metà degli anestesisti (47,5%) e la metà del personale
non medico.
Sappiamo
quanto sia infida la scelta per molti medici e personale sanitario di
ricorrere a questa prerogativa, ostacolando di fatto la piena
attuazione di una legge che ha messo fine agli aborti clandestini
nonché a pellegrinaggi all’estero. Tutti sanno che per molti di
loro l’obiezione è motivo di convenienza professionale, anche solo
per evitare i rischi e le implicazioni organizzative di un servizio
in più da svolgere, magari ostativo alla carriera. Cosi i medici non
obiettori si trovano soli a reggere un carico di lavoro e uno stress
supplementare senza il minimo supporto da parte delle amministrazioni
ospedaliere. Se l' obiezione di coscienza è aumentata negli anni
significa che i medici non sono stati sufficientemente sostenuti e
valorizzati. Anzi!
La
Regione Lombardia e i suoi Direttori generali hanno spesso ignorato
questi problemi.
Le
donne con determinazione hanno anche combattuto per l’istituzione
dei consultori: luoghi di confronto e spazio partecipato per trovare
risposte sulle scelte di vita sessuale, sul sostegno alla maternità
e genitorialità, sulla prevenzione.
Ora
ci troviamo di fronte a tagli indiscriminati che ne hanno ridotto il
numero, modificato la loro natura e dal 2001 la Regione Lombardia ha
introdotto i ticket, prevedendo l'esenzione per gravidanza e per
disoccupazione, ma non per la contraccezione, nonostante la legge
istitutiva dei consultori prevedesse la gratuità di tutte le
prestazioni. Dal 2013 è necessaria la prescrizione per accedere alle
prestazioni sanitarie del consultorio e l'ASL di Brescia ha esteso il
ticket a giovani e puerpere. (VERGOGNA!)
Il
principio di autodeterminazione affermato dalle donne è più che mai
attuale: riguarda la vita affettiva, sessuale ed economica.
Se
siamo qui oggi è per affermare che indietro non si torna. Gli
ospedali pubblici devono garantire la piena attuazione delle legge, i
privati convenzionati non possono sottrarsi agli obblighi per cui
percepiscono denaro pubblico, i consultori devono ritornare ad essere
luoghi di partecipazione per le donne, gratuiti e capillari.
MEDICINA
DEMOCRATICA Sezione di Brescia
Aderiscono:
CGIL CAMERA DEL LAVORO- Brescia, F.P. CGIL -Brescia ,” Libertà e
Giustizia” Brescia COBAS- Brescia, SNOQ- Brescia, “Noi Siamo
Chiesa” Brescia . “Donnenellacrisi”-Brescia,
Gruppo
Donne “La Falce e la Luna”, P.C.L-Brescia, Sinistra
Anticapitalista-Brescia, P.R.C- Brescia,
PdCi-Brescia,
SEL-Brescia, “ L’Altra Europa con Tsipras”-Brescia
Aggiornamento 6 dicembre
Il presidio si è svolto con una buona partecipazione da parte dei militanti, con una affluenza superiore al previsto, trattandosi di un semplice presidio.
Purtroppo da segnalare la latitanza della stampa, per la quale evidentemente la privazione dei diritti è una notizia trascurabile.
Alleghiamo un "foto di gruppo" scattata in chiusura di presidio, quando gran parte dei partecipanti si erano già congedati.