Il grande successo di partecipazione delle recenti mobilitazioni contro il progetto dell’Alta Velocità Brescia-Verona mostra la concreta possibilità che si crei un movimento popolare capace di bloccare quest’opera inutile, costosa e fortemente dannosa per il territorio e l’economia bresciana. L’entusiasmo e la partecipazione che accompagnano le assemblee mano a mano che vengono organizzate nei paesi mostrano la volontà di intraprendere questa battaglia affinchè si riprenda in mano il futuro di un territorio tanto bistrattato negli ultimi decenni.
Nonostante questo, sappiamo che il consorzio Cepav 2, il general contractor che ha in carico la realizzazione dell’opera, mostra tutta l’intenzione a voler aprire i cantieri entro la metà del 2015, forte di un sistema legislativo che ancora ci impone le grandi opere come investimenti prioritari per il Paese. Il progetto definitivo è stato infatti depositato e il 6 novembre ci sarà a Roma la prima conferenza dei servizi, mentre il 25 dello stesso mese scadranno i termini per le osservazioni in vista della verifica d’ottemperanza.
Mano a mano che il progetto viene sviscerato, emergono sia la superficialità con cui è stato redatto, sia le enormi ricadute per il territorio (viabilità di cantiere segnata su cartografie vecchie di trent’anni, zone di stoccaggio di materiali interne ad aree con vincolo archeologico e tutelate dall’Unesco, ecc.).
Nemmeno il finanziamento da 1,5 miliardi di euro, sbandierato dal consorzio e (secondo loro) inserito nell’ultima legge di stabilità, pare avere dei riscontri reali. Ai limiti della follia, inoltre, la richiesta di apertura di 6 nuove cave di prestito localizzate in quei comuni che oggi registrano la più alta densità di cave e discariche d’Europa.
E mentre dal dibattito pubblico scompaiono i riferimenti all’utilità dell’opera, soluzioni alternative, più praticabili e sostenibili, sono già state individuate. Come, ad esempio, il potenziamento della linea storica oggi sottoutilizzata, che garantirebbe, inoltre, un risparmio consistente di risorse pubbliche che potrebbero essere destinate per opere ben più utili al territorio e alla collettività (collettore del Garda, bonifiche ambientali, sanità, edilizia scolastica, ecc.).
Per questo motivo e per dare un ulteriore segnale che non si accettano mediazioni al ribasso, i comitati No Tav dei comuni interessati dal passaggio della tratta Brescia–Verona hanno indetto una nuova passeggiata popolare per sabato 22 Novembre nel territorio del comune di Lonato, che sarà tra i più colpiti dai cantieri.
Siamo stanchi che i nostri soldi vadano ad alimentare i soliti meccanismi di corruzione e speculazione, le emergenze nel nostro territorio sono altre!
FERMARLO E’ POSSIBILE, FERMARLO TOCCA A NOI
Sabato 22 Novembre, h. 14.00, Piazza Martiri della Libertà, Lonato
#passeggiatanotav #fermarloèpossibile #fermarlotoccaanoi
Articolo e evento FB da convidere
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