Giustizia,
dea bendata o troppo strabica?
Il
Partito della Rifondazione Comunista denuncia come abnorme la
condanna che il tribunale penale di Brescia ha emesso nei confronti
di tre attivisti della lotta contro gli sfratti, misura crudele che
priva dei più elementari diritti umani, tanto sbandierati nei
decenni scorsi per giustificare addirittura l'intervento militare
contro stati sovrani, le persone e le famiglie gettate ai margini
della scala sociale dalla crisi che imperversa in forme sempre più
drammatiche ormai da un decennio.
Sembra
di essere tornati ai tempi della prima esplosione del dominio della
società borghese, quando un filosofo, forse suggestionato dalla
realtà dei rapporti sociali che cominciavano a diventare dominanti,
usò la formula homo homini lupus “l'uomo è un lupo
verso l'altro 'uomo”. Sembra
che questa sia la società che si è imposta, cancellando la visione
di un altro filosofo, suo contemporaneo, che, mirando alla
solidarietà tra gli uomini, sosteneva che homo
homini deus, cioè
“l'uomo deve essere dio per l'altro uomo”.
Nell'esprimere
il più completo sostegno a Claudio Taccioli, Giuseppe Corioni, Elena
Nodalli, confessiamo di essere in qualche modo complici di questo che
si potrebbe chiamare “reato di solidarietà”,
visto che ospitiamo le riunioni del
Comitato
antisfratti/dirittoallacasa, una delle realtà di lotta che sono
state colpite dalla sentenza nella persona di militanti
significativi.
Una immagine classica della giustizia |
Oltre
al chiaro significato di classe di una simile sentenza, che smentisce
l'immagine della dea bendata con cui gli antichi molte volte
raffiguravano la giustizia – immagine che in qualche modo rivive
anche
nella scultura posta
nell'atrio
del Palazzo di Giustizia bresciano – in quanto è
una sentenza che
porta con sé un chiaro significato intimidatorio contro i
protagonisti di questo “reato di solidarietà”, essa
sembra avere un acido sapore di discriminante all'interno del campo
stesso di chi sta lottando per la difesa delle condizioni di vita dei
più deboli, in particolare dei minori d'età e di chi si trova in
condizione di non poter provvedere a se stesso ed alla sua famiglia.
A
questo
sembrava alludere la dichiarazione spontanea fornita al termine del
processo da uno degli imputati assolti, il quale ha sottolineato il
proprio disagio nel constatare il diverso trattamento riservato a se
stesso rispetto ad altri compagni, pur avendo egli stesso commesso e
rivendicato di aver compiuto le stesse azioni dei condannati.
Giustizia
doppiamente occhiuta, invece che bendata, allora?
Allegoria della giustizia nell'atrio del tribunale di Brescia Scultura di Giuseppe Bergomi |
A
questo si aggiunga che il dovere inderogabile
di
solidarietà politica, economica e sociale
è uno dei cardini sui
quali si basano i valori
della Costituzione della Repubblica italiana, alla quale i cittadini
italiani hanno recentemente e solennemente riconfermato
la loro fedeltà.
Non
sarebbe allora
buona cosa che le istituzioni, che della Costituzione dovrebbero
essere i garanti e gli esecutori, non fossero né cieche né
strabiche, ma fossero davvero mirate ad affermare e consolidare
questi valori?
Segreteria
della Federazione di Brescia del Partito della Rifondazione Comunista
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