L’austerità è incompatibile con la democrazia
Il 28 maggio dell'anno scorso la banca americana Jp Morgan, una delle
maggiori realtà finanziarie mondiali, invece di guardare ai propri
misfatti, che hanno spinto perfino il governo americano a denunciarla
come responsabile della crisi, ha sentenziato in un suo documento
sulla situazione economica dell'Europa:
“Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi
limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…) Ma col
tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di
natura politica. I sistemi politici dei paesi del
sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla
caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che
appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione
dell’area europea”
se non fosse del tutto chiaro, Jp Morgan aggiungeva:
“i sistemi politici della periferia meridionale sono stati
instaurati in seguito alla caduta di dittature,
e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le costituzioni
mostrano una forte influenza delle idee socialiste,
e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti
di sinistra dopo la sconfitta del fascismo” ***
Sarà un caso se da allora abbiamo assistito alla spettacolare ascesa
del nostro ultimo attore del teatro dei burattini (burattinaio o, più
modestamente, burattino?) che, con passo travolgente, ha raggiunto i
vertici della repubblica, e, insieme al suo complice, il pregiudicato
Berlusconi, sta spingendo al massimo per stravolgerne i connotati in
senso autoritario?
Del resto, pur senza essere un capitano coraggioso del mondo
imprenditoriale, anche Matteo promette bene, anche se per il momento
solo nel campo della giustizia amministrativa della Corte dei Conti:
nel 2011 è stato condannato dalla sezione della Toscana della Corte
dei Conti, ed il 24 settembre di quest'anno 2014 dovrà tornare
davanti alla stessa corte per un'altra marachella (leggi nomine
arbitrarie di dirigenti pubblici costate cifre di non poco conto:
alla faccia dei costi della politica!).
Ma, anche lasciando perdere questo mini-conflitto di interessi anche
economici del nostro presidente del consiglio, quello che il suo
governo sta portando avanti è un vero e proprio attacco alle
fondamenta democratiche della Costituzione italiana. In attesa del
maxi-porcellum della legge elettorale e della truffa dell'abolizione
del Senato, il progetto complessivo del governo Renzi si sostanzia
esattamente nelle parole della Jp-Morgan di un anno fa: ridurre al
massimo possibile il tasso di democrazia, possibilmente abolendo del
tutto il voto popolare.
E, se non si riesce a far questo, costringere politicamente gli
italiani a disertare le urne, rendendo inutile il voto con gli
strumenti tecnici della legge elettorale che escluda dalla
rappresentanza la quota massima possibile di elettori, innanzitutto
mettendo soglie di sbarramento assurde.
Per il momento il governo ha cancellato “solo” l'articolo 48
della Costituzione:
“Sono elettori tutti i cittadini,
uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età”.
E per il momento
lo ha fatto
“solo” per le
province:
Sono convocati per la giornata di domenica 12
ottobre 2014 i Comizi Elettorali per L'Elezione del
Presidente della Provincia di Brescia e dei 16 componenti del
Consiglio Provinciale. Le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore
8,00 alle ore 20,00 nel Seggio costituito presso
l’immobile di proprietà provinciale, l'Auditorium “Balestrieri”,
sito in Brescia, via Balestrieri n. 6”
Così recita il decreto delpresidente della provincia di Brescia Daniele Molgora del 2 settembre
2014.
Non lo sapevi? E cosa pretendi, tu, semplice
cittadino: sei forse un presidente
della provincia in carica? Sei forse un consigliere provinciale in
carica? Sei forse un sindaco? Sei almeno un semplice consigliere di
un comune? Neanche di un comune piccolo piccolo? Allora che vuoi. Non
puoi votare, perché, al contrario di
quel che dice l'articolo 48 della Costituzione, i semplici cittadini non possono votare.
Possono farlo solo i cittadini “titolati”.
E chi lo ha detto? È stata la cosiddetta “legge Delrio”, in vigore dall'otto aprile del 2014. Un orrido mostro politico-giuridico-espositivo, ma un inizio degno del “rottamatore” Matteo Renzi, a sua volta degno erede democristiano del democristianissimo “picconatore” Francesco Cossiga.
E chi lo ha detto? È stata la cosiddetta “legge Delrio”, in vigore dall'otto aprile del 2014. Un orrido mostro politico-giuridico-espositivo, ma un inizio degno del “rottamatore” Matteo Renzi, a sua volta degno erede democristiano del democristianissimo “picconatore” Francesco Cossiga.