Egregio Direttore,
Come segreteria del
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra europea della
federazione di Brescia vorremmo esprimere il nostro parere sugli
ultimi eventi riguardanti la situazione degli immigrati a Brescia.
Da Bossi a Maroni a
Salvini la china della Lega, sempre più impegolata in “incidenti”
giudiziari, vuoi per l'uso dei fondi pubblici, vuoi per le truffe
elettorali, si sta qualificando (ma sarebbe meglio dire
“squalificando”) per l'accentuazione dei toni decisamente
razzisti e per un sempre più esplicito accostamento alle tematiche
dell'estrema destra sia a livello locale che nazionale, ed ora anche
europeo. Difatti Salvini, confermando un orientamento volgarmente
razzista, che lo aveva portato a formulare la proposta di “posti
riservati” ai bianchi sui mezzi di trasporto di Milano nel non
lontanissimo 2009, spinge sempre di più l'acceleratore in questa
direzione.
Anche nel caso della
pallida inversione di tendenza rappresentata dalla recente decisione
del Senato di cancellare il reato di clandestinità, la Lega si è
scatenata in aula con manifestazioni che puntano, come sempre, a
lucrare consenso dalla contrapposizione tra il peggioramento delle
condizioni di vita di fasce di popolazione locale e la tutela di
diritti umani minimi per gli immigrati. Ed a proposito della
votazione del Senato, è bene ricordare – senza sottovalutarne il
significato simbolico – che essa è solo il primo passo per la
cancellazione formale del reato penale di clandestinità, visto che
essa dovrà essere confermata dalla Camera, e successivamente resa
operativa da un apposito decreto delegato del governo.
Brescia, pur non
brillando più da qualche tempo per exploits paragonabili a quelli
dei Manenti, dei Lancini, dei Mazzatorta e via delirando, non manca
di continuare a distinguersi. Per la verità bisogna anche dire che
la recente spedizione punitiva del manipolo leghista contro il
ministro Kyenge al San Barnaba a Brescia si è risolta in una vera e
propria rotta, con Rolfi il piccolo a guidare l'ingloriosa ritirata
dei suoi. Ma questo non impedisce alla Lega, anche a livello
nazionale, di imbastire una vera e propria caccia all'uomo – in
questo caso alla donna -, condita con i toni più beceri, contro
l'incolpevole Kyenge, alla quale semmai si potrebbero muovere degli
appunti per la “morbidezza”, che a volte sfiora
l'indeterminatezza, delle sue prese di posizione.
La realtà a Brescia,
purtroppo, non mostra segnali di nessuna inversione di tendenza,
nonostante il cambio di amministrazione, e nonostante la visita della
ministra dell'immigrazione; visita che non è riuscita a dissipare le
ombre della precedente clamorosa rinuncia dello scorso settembre.
A Brescia i problemi per
gli immigrati sono acuiti dal ristagno che da tempo affligge il
funzionamento degli uffici, anche per lo svolgimento delle pratiche
più elementari e quotidiane, con l'accumularsi di criticità
irrisolte.
Partiamo dalla evidenza
più clamorosa che riguarda il peccato di omissione della nuova
giunta, che avrebbe dovuto segnare nettamente il cambio dagli
affamatori di bambini, come Rolfi che negava il bonus-bebé ai figli
di immigrati, alla nuova politica dell'immigrazione propagandata da
Del Bono in campagna elettorale: la riapertura dello sportello
migranti è rimasta un pio desiderio.
Uguale il discorso, per
rimanere nell'ambito delle competenze amministrative comunali, per
quanto riguarda lo snellimento e l'efficienza dell'iter burocratico
per l'ottenimento della residenza: l'espletamento delle pratiche
rimane assolutamente problematico, o forse lo è diventato ancora di
più, sia per quanto riguarda i tempi che per quanto riguarda i
costi. Incapacità, o, al fondo, sintomo di una scelta, o di un
atteggiamento politico sostanzialmente invariato rispetto ai tempi
del Paroli-Rolfi?
Se poi passiamo agli
uffici statali, la situazione rimane disastrosa. Brescia continua a
rimanere fanalino di coda per i ritardi nel rilascio dei permessi di
soggiorno e per il malfunzionamento degli uffici. In particolare,
l'ufficio migranti della Prefettura, anche volendo mettere tra
parentesi lo scandalo che lo riguarda, e che vede molti dei suoi
funzionari indagati dalla magistratura, continua a primeggiare per
una incontestata unicità nel panorama italiano sia per la lunghezza
dei tempi, che per la mancanza di una preparazione specifica del
personale, per lo più precario, che per il peso del ritardo
“storico” nell'evadere le pratiche che sarebbero normali compiti
di ufficio.
Su questo ribadiamo il
nostro giudizio totalmente negativo sul ruolo del Prefetto Livia
Narcisa Brassesco Pace, che in questo campo ha mostrato una inerzia
tale che ci induce a chiederne ancora una volta le dimissioni.
E, dulcis in fundo”,
anche le pratiche avviate dai cittadini di origine straniera per
ottenere la cittadinanza incontrano incomprensibili ostacoli,
ritardi, ostruzionismi che vanno immediatamente rimossi. Su questi
torniamo a sollecitare l'amministrazione comunale ad una azione che
finora è mancata in modo lampante.
Ringraziamo per
l'attenzione.
Fiorenzo Bertocchi,
Manuela Bertoglio, Eleonora Turati, Mauro Turati, Attilio Zinelli